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Anno 2022, alla ricerca della felicità. La riflessione di Elvira Frojo

Una pioggia di stelle cadenti ha inaugurato il cielo di gennaio con lo sciame delle Quadrantidi. Ripartiranno sogni e desideri?

Omicron dilaga e preoccupa l’Italia e il mondo. La pandemia sembra non avere fine e riafferma la presenza del virus imponendo una convivenza sempre più consapevole. Primi casi di “Flurona”, infezione da Covid e influenza, per i non vaccinati. Nuove misure e vaccini obbligatori. Barriere di responsabilità, soprattutto, individuali. Per una ripresa economica e di socialità che richiede equilibrio, coraggio, umiltà.

Il virus è la nuova “livella” di Totò. Non distingue tra ceti sociali e posizioni di potere, non concede privilegi. E’ ancora la prova più dura, per il nuovo anno, e fa paura.

Ma, sul fronte economico, cresce un cauto ottimismo. Rialzo del Pil al +6,3%, ripartenza dei consumi e diminuzione della disoccupazione. Il rispetto dell’ambiente e l’innovazione tecnologica apriranno nuovi scenari di sviluppo.

Al caldo anomalo di 20 gradi, si è chiuso, così, il 2021 con un Capodanno “quasi normale”, nel timore di contagio ma, per i vaccinati, senza gravi implicazioni per la salute. Sotto i cieli illuminati da fuochi d’artificio, nonostante i divieti.

Secondo la rilevazione condotta dal network Gallup International in oltre 40 Paesi, alla fine del 2021, i livelli di speranza sono ancora condizionati dalla pandemia e dai timori di imminenti difficoltà economiche ma, in termini di felicità, le persone si dichiarano piuttosto soddisfatte (56%). Quasi la metà degli italiani (48%), in particolare, ritiene che l’anno iniziato sarà del tutto simile al 2021, mentre per il 36% sarà peggiore del precedente. Sul fronte delle aspettative economiche, la maggioranza crede che il 2022 sarà caratterizzato da difficoltà (46%) o da una situazione equivalente a quella già vissuta nel 2021 (41%) mentre un italiano su dieci afferma che il 2022 sarà un anno di prosperità. Sembra, tuttavia, che prevalgano anche tra gli italiani sensazioni personali abbastanza positive: il 39%, infatti, si dice felice, contro il 7% che si dichiara infelice, mentre la maggioranza dice di esser “né felice né infelice” (53%).

Con fiducia, bisogna ora guardare in modo, comunque, diverso alla vita.

L’Epifania ha ricordato ai credenti e ai non credenti che il dono più prezioso dei re Magi non sono l’oro, l’incenso, la mirra. È il loro stesso viaggio, il dono per seguire un desiderio più forte delle difficoltà del deserto, ascoltando il cuore senza farsi sopraffare dalla paura.

È una riflessione per tutto l’anno che ci attende. Quali sono i desideri personali e collettivi di riferimento, dopo aver compreso l’inadeguatezza di una società basata su apparenza e sovrastrutture?

È un percorso che richiede anche umiltà, come ha ricordato papa Francesco per gli auguri natalizi. Per poter riconoscere le proprie contraddizioni e superarle con azioni concrete, per una vita più autentica.

Ma, come ha sottolineato il Pontefice, “non è facile capire cosa sia l’umiltà. Essa è il risultato di un cambiamento”. Come accadde a Naaman il Siro, generale di valore dell’esercito arameo che, insieme agli onori e alla gloria, conviveva con la lebbra, coperta dalla sua armatura. “Quella stessa che gli procura fama, in realtà copre un’umanità fragile, ferita, malata. Questa contraddizione spesso la ritroviamo nelle nostre vite: a volte i grandi doni sono l’armatura per coprire grandi fragilità. Naaman comprende una verità fondamentale: non si può passare la vita nascondendosi dietro un’armatura, un ruolo, un riconoscimento sociale: alla fine, fa male. Arriva il momento, nell’esistenza di ognuno, in cui si ha il desiderio di non vivere più dietro il rivestimento della gloria di questo mondo, ma nella pienezza di una vita sincera, senza più bisogno di armature e di maschere”, ha aggiunto il Pontefice.

E, nel racconto biblico, è un gesto di umiltà a guarire Naaman, il quale toglie la sua armatura e si cala nelle acque del Giordano, accogliendo una richiesta del profeta Eliseo, dapprima da lui ritenuta “troppo banale, troppo semplice, troppo accessibile”.

C’è spazio, nel nostro cuore, per la forza della semplicità e dell’umiltà? Riappropriarsi della condizione di umanità significa, forse, ritrovare una ricchezza interiore per poter illuminare un difficile ma necessario percorso.

Cercare la propria ragion d’essere, la felicità di dedicarci quotidianamente a ciò che amiamo, è la ricetta della felicità, secondo il “metodo Ikagi”. È il segreto della longevità di un paesino rurale giapponese (oltre un centinaio di centenari su 3.500 abitanti).

Nella rarefazione dei legami sociali e affettivi, nella consapevolezza di una società ormai alle spalle, felicità vuol dire sperare e dare un senso al futuro cambiando prospettive ma, soprattutto, se stessi. Pensare con il cuore, dietro lo schermo della mascherina, è il percorso verso un traguardo di felicità per aprire sconfinati orizzonti, con lo slancio del sentire.

Abbiamo bisogno di legami, non di relazioni “liquide”, ora più che mai. In ogni fase della vita. Affetti che, secondo gli esperti, assicurano il benessere fisico, mentale e emotivo, dando certezza e sicurezza in nuovi progetti.

Ma quali legami? Uno “specchio” per riconoscersi, accettarsi, accogliere e guardare al futuro in modo diverso. Per una condivisione di emozioni autentiche generate da parole giuste, sguardi e gesti ma soprattutto da coerenza e calore dei comportamenti.

Una vera “rivoluzione” spirituale. Una piattaforma dalla quale ripartire per migliorare il mondo in maniera trasversale, dalla politica all’economia, alla società e al rapporto con il Pianeta.

Un traguardo possibile? È lo sguardo delle donne rivolto verso un’affettività sempre accuditiva, creativa e inclusiva. “Questo fanno le madri: sanno superare ostacoli e conflitti, sanno infondere pace. Così riescono a trasformare le avversità in opportunità di rinascita e di crescita. Lo fanno perché sanno custodire, sanno tenere insieme i fili della vita”, ha affermato papa Bergoglio in occasione della Giornata mondiale della pace.

“Ferire una donna è oltraggiare Dio, che da una donna ha preso l’umanità”. È la donna “che non si fa prendere dallo sconforto, che non si paralizza davanti ai problemi ma li colloca in un orizzonte più ampio”, “consapevole, senza illusioni” e che “riesce ad andare al di là del dolore e dei problemi” offrendo “una prospettiva più ampia, quella della cura, dell’amore che rigenera speranza. Questo fanno le madri: sanno superare ostacoli e conflitti, sanno infondere pace. Così riescono a trasformare le avversità in opportunità di rinascita e di crescita. Lo fanno perché sanno custodire, sanno tenere insieme i fili della vita”, ha affermato ancora il Pontefice.

Mentre continua a dilagare la violenza, soprattutto attraverso la rete, dirompendo persino nella vita delle suore consacrate.

Nel 2021, 116 i femminicidi. Il web nuova “arena” criminale, come evidenziato dal prefetto Vittorio Rizzi della Direzione centrale della Polizia criminale. Fino a novembre, sono stati commessi oltre 1,8 milioni reati informatici (phishing, spyware, ransomware, social engineering) e i due terzi delle truffe online registrate.

Carriere di uomini distrutte per abusi sessuali, nel mondo, anche tra “insospettabili” leader. Come per Andrew Cuomo, ex governatore dello stato di New York e Chris Cuomo, ex conduttore della Cnn. E per Ghislaine Maxwell, bella, ricca, brillante studentessa di Oxford, poliglotta con tre passaporti, è arrivata la condanna per una serie di reati a sfondo sessuale, quale procacciatrice di ragazzine, anche dopo la separazione, per il compagno di vita Jeffrey Epstein, miliardario, finanziere e consulente di noti personaggi, arrestato e poi trovato morto in cella.

Ma dove stiamo andando?

“Non ti disunire” è il monito rivolto al giovane protagonista Fabietto (Filippo Scotti) dal personaggio del regista Antonio Capuano (Ciro Capano) nel film “È stata la mano di Dio” di Paolo Sorrentino. Una battuta che smuove qualcosa di decisivo con la forza generata da una profonda fragilità.

Preservare la propria autenticità nell’attuale momento è un’ineludibile opportunità di nuova energia, da non disperdere con vie di fuga consolatorie. Comprendendo ed accettando anche le sofferenze della vita, senza rimanerne travolti.

Una pioggia di stelle cadenti ha inaugurato il cielo di gennaio con lo sciame delle Quadrantidi. Ripartiranno sogni e desideri?

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