“Non si capisce quale sia la ratio dietro questi provvedimenti”, commenta la giurista Vitalba Azzollini a Formiche.net dopo la firma dell’ultimo Dpcm da parte del presidente del Consiglio Mario Draghi. “Non è che ogni buon fine, come la vaccinazione, legittima comportamenti che sono svincolati da principi di proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza”
Il nuovo Dpcm firmato dal presidente del Consiglio Mario Draghi durante il Consiglio dei ministri questa mattina prevede nuove misure restrittive per i non vaccinati che entreranno in vigore dal primo febbraio: tra i divieti, senza super Green pass, non si potrà accedere alle tabaccherie né ritirare le pensioni negli uffici postali, e si potranno acquistare, nei supermercati, solo i cosiddetti “beni primari”.
“È un obbligo, una previsione, di cui non si capisce la ratio. Per quale ragione comprare alcuni beni, quelli primari, tutela la salute pubblica, mentre acquistarne altri no? Qual è la ragione sanitaria?”, si domanda Vitalba Azzollini in una conversazione con Formiche.net. “Sorge il sospetto – prosegue la giurista – che si tratti di restrizioni che hanno un fine punitivo o ritorsivo”. È chiaro, prosegue Azzollini, che siano tutte prescrizioni per indurre i cittadini a vaccinarsi, “ma non è che ogni buon fine, come la vaccinazione, legittima comportamenti che sono svincolati da principi di proporzionalità, adeguatezza e ragionevolezza, perché se no vale tutto”.
Inoltre, sorgono ulteriori problemi sul fronte dell’applicabilità dei divieti e delle restrizioni “Si aprirà una voragine su cosa si intende per ‘beni primari’, si pone a carico dell’esercente l’onere di interpretare la norma. Ci sarà quindi un’applicazione difficile (come avverranno i controlli?) e un’applicazione variegata, cioè ciascuno la applicherà a modo suo (le caramelle sono un bene essenziale o non essenziale?)”, sottolinea Azzollini.
A ben guardare, però, forse la ratio nel prevedere maggiori restrizioni per i non vaccinati si sposa con l’obbligo di vaccino per gli over 50 che entrerà in vigore dal 15 febbraio. “Non è una questione di coerenza, perché noi abbiamo due canali sanzionatori diversi: uno diretto per l’obbligo vaccinale over 50 e uno indiretto relativamente a green pass o super green pass”. Ma cosa significa? Significa, spiega la giurista a Formiche.net, che se tu non ti vaccini e sei over 50 l’unica sanzione prevista sono 100 euro. “Il fatto che tu non possa andare alla posta se non hai il Green pass non può essere vista come sanzione accessoria rispetto a quella di non vaccinarsi. Non sono previste sanzioni accessorie: i 100 euro sono il prezzo per non vaccinarsi”.
E allora? “Qui siamo nell’ambito di sanzioni sul fronte del Green pass o del super Green pass. Questo strumento sta arrivando a comprimere addirittura il diritto al sostentamento”, aggiunge Azzollini, se si pensa al divieto di accedere all Poste e ritirare la pensione. “Da un lato – prosegue – abbiamo una violazione di principi di proporzionalità e ragionevolezza dall’altro abbiamo una violazione del diritto di uguaglianza”. Perché? “Perché se una persona non vaccinata si fa accreditare la pensione su conto corrente continua a percepirla, altrimenti se deve andare alle Poste viene penalizzata”.
Ma c’è una ulteriore nota di incoerenza, secondo Azzollini, prevista, in questo caso dal decreto Sostegni approvato oggi, ossia la previsione di indennizzi per eventuali danni dimostrabilmente legati alla vaccinazione anti-Covid anche qualora il vaccino non sia obbligatorio, ma raccomandato. Gli indennizzi, insomma, riguarderanno non solo gli over 50, ma anche chi è sotto i 50 anni. “Per gli over 50 c’era già una norma che prevedeva l’indennizzo dai danni permanenti da vaccino obbligatorio, ed è la legge 210 del 1992. Per mesi, prima che ci fosse l’obbligo vaccinale per fasce di età, ho scritto che sarebbe stato utile introdurre una norma in cui si rendesse indennizzabile anche il danno da vaccino raccomandato, come avviene oggi, facendo rientrare però un numero limitatissimo di soggetti”. Un intervento intempestivo e poco utile.
Dopo la grande confusione legata alle misure sui “beni essenziali” nei supermercati, da Palazzo Chigi è arrivata nel pomeriggio la risposta a una delle domande più frequenti (le cosiddette Faq):
Coloro che accedono agli esercizi commerciali esenti dal cd. green pass previsti dall’allegato del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 21 gennaio 2022 possono acquistare ogni tipo di merce in essi venduta?
Sì, l’accesso ai predetti esercizi commerciali consente l’acquisto di qualsiasi tipo di merce, anche se non legata al soddisfacimento delle esigenze essenziali e primarie individuate dal citato decreto del presidente del Consiglio dei ministri.
Quindi una volta che si è entrati nel negozio (non è ancora chiarissimo in quali però), cassieri e commessi non dovranno separare i beni acquistabili da quelli riservati solo ai possessori di super green pass.