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Cos’ha detto Casini sul Quirinale e Mattarella

“Chiedo al Parlamento, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al Presidente della Repubblica Mattarella, la disponibilità a continuare il suo mandato”. Il passo indietro di Pier Ferdinando Casini per il Quirinale, nonostante la sua candidatura non fosse ufficiale

“L’Italia non può ulteriormente essere logorata da chi antepone le proprie ambizioni personali al bene del Paese. Certamente io non voglio essere tra questi. Chiedo al Parlamento, di cui ho sempre difeso la centralità, di togliere il mio nome da ogni discussione”. Si chiude con poche parole chiare e dirette quella che sembrava essere una possibilità concreta nelle ultime ore, ossia l’elezione di Pier Ferdinando Casini al Quirinale, sebbene non ci sia mai stata una candidatura ufficiale. Parole pronunciate dallo stesso Casini prima con una nota alle agenzie e poi ripetute nel corso di una brevissima conferenza stampa alla Camera.

Il passo indietro del deputato, eletto nella coalizione di centrosinistra ma di tradizione centrista e popolare, arrivano quando si fa sempre più concreta una ipotesi di convergenza delle forze politiche sul nome del Presidente uscente, Sergio Mattarella. Ed è proprio in questo senso che Casini spende parte delle sue parole: “Chiedo al Parlamento, di togliere il mio nome da ogni discussione e di chiedere al Presidente della Repubblica Mattarella, la disponibilità a continuare il suo mandato nell’interesse del Paese”, ha detto il senatore centrista.

“Credo ne vada della dignità del Parlamento e del decoro delle istituzioni”, ha poi proseguito Casini, sottolineando che “se il Parlamento non è in grado di decidere non può contribuire alla sua delegittimazione, continuando una serie di inutili votazioni. Spero che oggi pomeriggio potremo confermare il Presidente Mattarella, a cui chiediamo questo supplemento di responsabilità. Credo che per lui sarà un prezzo molto alto da pagare ma glielo chiediamo nell’interesse del Paese. Io naturalmente non vado in vacanza perché continuerò a lavorare in Parlamento”.

Già nel primo mattino Casini aveva dichiarato la sua disponibilità solo nel caso che il suo nome fosse ragione di unità e non divisioni. “Il mio nome può essere sul tavolo solo se rappresenta un momento di unità e di convergenza. L’Italia viene prima delle nostre ambizioni personali”, parole rafforzate dalla condivisione sul su profilo Instagram della foto di un tricolore, con la didascalia “Prima di noi viene l’Italia”.



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