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L’incontro aziende-Putin non piace al Copasir. Ecco la nota

“L’esigenza di mantenere buoni rapporti commerciali con le aziende russe non può compromettere l’affidabilità transatlantica dell’Italia”, dicono Borghi (Pd), Dieni (M5S) e Vito (FI)

È “singolare” che, “proprio mentre in Europa e negli Stati Uniti cresce la preoccupazione per la situazione ai confini dell’Ucraina e si discute di conseguenti nuove, pesanti sanzioni alla Russia, manager di rilevanti società italiane, anche a capitale pubblico, tengano oggi, all’insaputa della Farnesina, una conference call con dirigenti di importanti società russe e con l’annunciata partecipazione dello stesso presidente [Vladimir] Putin”. Lo dichiarano in una nota congiunta i componenti del Copasir, Enrico Borghi (Partito democratico), Federica Dieni (Movimento 5 stelle, vicepresidente del Comitato) ed Elio Vito (Forza Italia).

“Nella recente relazione sulla sicurezza energetica, approvata all’unanimità, il Copasir ha infatti testimoniato come il fattore geopolitico sia decisivo nell’aumentare i rischi di una eccessiva dipendenza dall’estero del nostro Paese negli approvvigionamenti”, si legge ancora nella nota.

L’indagine, come raccontato su Formiche.net, aveva acceso un allarme approvvigionamenti: Italia troppo dipendente dal gas russo e la transizione green rischia di diventare eccessivamente cinese. Puntare sul gas naturale italiano e ripartire dai giacimenti esistenti, le soluzioni.

“Pur comprendendo quindi l’esigenza delle nostre aziende di mantenere buoni rapporti commerciali con le aziende russe, riteniamo che questa esigenza, specie in un momento di grande tensione come questo, non possa compromettere la affidabilità transatlantica dell’Italia e la piena condivisione delle decisioni che, anche in relazione agli sviluppi della crisi ucraina, saranno assunte con i nostri storici alleati occidentali”, concludono.


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