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E Super Mario diventò semplicemente Mario (con un occhio al Quirinale)

Due novità nella conferenza stampa: le scuse per la sottovalutazione evidente con cui il governo e lui stesso hanno comunicato al Paese l’obbligo vaccinale e le nuove misure anti-Covid. E poi il tono delle risposte, totalmente privo di note sarcastiche. Il più solido uomo di Stato oggi in Italia che fa i conti con le complessità della politica nazionale

Nella conferenza stampa di stasera il Presidente Draghi ha difeso con puntiglio e con tutta la serenità compatibile con il momento delicato le scelte del suo governo nella lotta alla pandemia.

Vi sono però due novità da registrare, che indicano con una certa forza qual è la vera cifra di questa comunicazione pubblica del premier.

La prima è tutta contenuta nella frase finale da lui pronunciata, quando ha chiesto scusa per la sottovalutazione evidente con cui il governo e lui stesso hanno comunicato al Paese dopo l’ultima riunione del Consiglio dei Ministri.

Il punto non è soltanto nell’ammissione dell’errore, ma è anche nelle scuse “messe a verbale”, scelta assolutamente non ortodossa per l’uomo, per il banchiere centrale e per lo statista Mario Draghi.

La seconda novità è nel tono generale delle risposte, totalmente privo di note sarcastiche. Tono assai lontano da ogni forma di indistruttibile convinzione di essere nel giusto.

Volutamente infatti di fronte alla scivolosa richiesta di commentare la linea di condotta del governo Johnson a Londra Super Mario (per definizione in grado di chiosare sui temi più rilevanti di carattere internazionale, si chieda a Putin o Erdogan in caso di dubbi) sceglie di passare oltre, evitando cioè per la prima volta da un anno a questa parte di ergersi a leader globale che tutto vede e tutto conosce.

Eccoci dunque alla vera novità di oggi: Super Mario accetta di diventare (forse solo temporaneamente, forse solo tatticamente) “solo” Mario, decidendo da solo di scalare una marcia per affrontare la prossima curva (sia essa la pandemia o la corsa al Quirinale, la fase due del Pnrr o la sgangherata coalizione che sostiene il governo).

C’è della maestria in tutto questo? Certamente sì, perché Draghi non è un avventizio del Palazzo ma è anzi un navigato e raffinato uomo di potere e del potere.

C’è solo questo quindi? Probabilmente no, perché credo si possa dire che proprio quel Draghi che è di gran lunga il più solido uomo di Stato oggi a disposizione dell’Italia sta facendo i conti con le complessità della politica nazionale, che ha messo in crisi altri pezzi da novanta prima di lui, Berlusconi e Renzi (tanto per fare due esempi) in primis.

E allora ecco la difesa delle scelte sulla scuola, ecco gli sprazzi d’ottimismo sulla situazione economica, ecco gli apprezzamenti per la campagna vaccinale e per altre misure prese dal governo.

Misure che però stanno anche disorientando gli italiani, a riprova del fatto che l’agenda, da un mese o due a questa parte, non la fa il governo o il premier, ma un subdolo e perfido condottiero chiamato virus.

E allora Super Mario passa alla fase due, quella in cui continua a credere in quello che fa con determinazione e vigore ma lo fa scendendo dal piedistallo, (quasi) come un Mario qualsiasi.

Quasi ho detto, non esageriamo.

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