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Nell’Europa del 2022, avanti le donne italiane?

“Il nostro Paese è stato antesignano e modello da seguire per l’Unione europea”, ha detto a Formiche.net Florinda Scicolone, giurista d’impresa, membro della Fondazione Marisa Bellisario parlando della presenza delle donne nelle istituzioni e non solo

Mentre si allentano le restrizioni in alcuni Paesi sperando nella prossima fine del contagio, salvo varianti del virus, l’Europa guarda all’Italia, in ripresa economica, quale esempio di gestione della pandemia e, pur tra alcune incognite, per l’attuazione del Pnrr. In un contesto nazionale, tuttavia, di perdurante emergenza sociale, con una crisi sanitaria che ha aggravato povertà e disuguaglianze penalizzando, soprattutto, l’occupazione e la retribuzione femminile.

Ma l’Italia accetta la sfida, con accresciuta consapevolezza della necessità di modelli di sviluppo più giusti, solidali e sostenibili, motore di trasformazione in un mondo sospeso e disorientato. E punta con fiducia al domani guardando, soprattutto, alle donne.

Quelle donne “capaci di guardare con il cuore e di tenere insieme i sogni e la concretezza”, come affermato da Papa Francesco, in una sintesi perfetta dello speciale contributo femminile nella società e nelle istituzioni.

Empatia e dialogo, accoglienza e ascolto, pragmatismo e lungimiranza. Cura degli altri, delle relazioni e dell’ambiente, insieme a competenza e determinazione, sono le qualità “femminili” riconosciute vincenti per il futuro, secondo le più recenti analisi. Valori, non caratteristiche “di genere”.

Una ricchezza sia a livello individuale che collettivo. Una diversità di visione in ruoli di leadership e di responsabilità che è il vero traguardo femminile nel mondo del lavoro, non una pretesa uniformità rispetto all’uomo né, tanto meno, imitazione di modelli maschili. Il valore intrinseco, dunque, di tante donne.

L’Europa del 2022 fa ben sperare.

Il Continente che festeggia i venti anni dell’euro, seconda valuta del mondo dopo il dollaro, simbolo, tra difficoltà e crisi, di unità e forza per costruire ponti tra europei e aprire le porte del mondo, ha alla guida tre donne di eccellenza che non rinunciano alla propria femminilità e operano con garbo e passione al servizio del proprio ruolo.
Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, presidente della Banca centrale Christina Lagarde. Neo presidente del Parlamento Roberta Matsola e, tra i 14 vice presidenti, l’europarlamentare italiana Giuseppina Picierno.

Ma il cammino per un’effettiva parità di genere è ancora difficile.

“È tempo di andare avanti”, ha dichiarato al Financial Times la presidente della Commissione. L’obiettivo è approvare, entro il 2022, una direttiva europea proposta nel 2012 per aumentare il numero di donne nei consigli di amministrazione delle aziende europee (presenza minima del 40% nelle società quotate in borsa e 33% per le altre, ad eccezione delle Pmi). E, come sottolineato dalla leader europea, numerosi studi dimostrano il maggior successo delle aziende che rispettano la parità di genere nei cda.

L’attuale presidenza di turno francese del Consiglio dell’Unione europea è una buona opportunità. La Francia è il Paese Ue con la più forte rappresentanza femminile nei consigli di amministrazione delle più grandi società quotate in borsa (45% contro una media del 30%).

Secondo il Gender Diversity Index 2021, lo studio presentato da “European Women on Boards” (Ewob), le posizioni apicali d’impresa sono quasi tutte al maschile. Nel 2021, in Italia, è al 3% (4% nel 2020) la percentuale di donne Ceo (chief executive officer, cioè amministratore delegato). Tra gli ultimi, con Germania (3%) e Svizzera (2%), dopo Spagna (4%) e Portogallo (6%), rispetto a Norvegia (26%), Repubblica Ceca (18%) e Polonia (14%).

La percentuale femminile nei cda è ferma al 35% e solo il 7% delle aziende in Europa è guidata da vertici donne, rivela ancora lo studio.

Ben lontani, dunque, dall’obiettivo comunitario di una rappresentanza femminile del 40% nei cda entro il 2025.
Un problema anche di cultura aziendale? Per l’analisi di Ewob, le aziende guidate da una donna hanno il doppio della presenza del “gentil sesso” in posizione apicale rispetto alla media delle altre aziende.

Ma “l’Italia, grazie alla Legge Golfo – Mosca, è avanti di dieci anni rispetto alla direttiva dell’Unione Europea che si spera di approvare nel 2022”, racconta a Formiche.net Florinda Scicolone, giurista d’impresa, membro della Fondazione Marisa Bellisario. Promotrice, insieme a Cristina Rossello, a novembre scorso, alla Camera dei deputati, della giornata della celebrazione del decennale della legge 120/2011. “Nell’occasione, l’analisi dei dati ha dimostrato che, in Italia, la rivoluzione copernicana nel board delle quotate e partecipate è avvenuta. Infatti, prima dell’entrata in vigore della legge, in 272 società quotate, su un totale di 2815 consiglieri, vi erano soltanto 169 donne. I collegi sindacali contavano 817 sindaci di cui 762 uomini e 55 donne. Invece, l’ultima relazione Consob rileva che la presenza femminile nel board delle quotate è del 42,8%”, evidenzia la Scicolone, ricordando la “forza del cambiamento avvenuto per la tenacia dell’on. Lella Golfo, prima firmataria della proposta di legge, e dell’on. Alessia Mosca, con appoggio trasversale delle donne in Parlamento che portò all’approvazione storica nel 2011. Normativa prorogata con la legge 160/2020 grazie all’iniziativa parlamentare dell’on. Cristina Rossello. Il nostro Paese è stato, quindi, sul tema, antesignano e modello da seguire per l’Unione europea”.

Saranno le donne italiane esempio e traino per un nuovo importante risultato di trasformazione in Europa?
Per la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen è l’atleta italiana paralimpica Bebe Vio, ospite al Parlamento europeo lo scorso settembre, “emblema di una rinascita contro ogni aspettativa”. “Esempio di vita e di ispirazione, l’anima dell’Europa e del suo futuro. Se sembra impossibile allora si può fare”.

Nel futuro di speranza, c’è ancora un’italiana, l’astronauta Samantha Cristoforetti. In primavera porterà il Tricolore nello spazio. Prima donna europea a comandare la Stazione spaziale internazionale. Le è stato dedicato un asteroide e la nuova bambola Barbie ha il suo volto, da scienziata. Un messaggio per combattere stereotipi culturali e mediatici. A partire dall’infanzia.

Il 2022, in Italia, si è aperto infrangendo anche i tabù della musica.
È salita sul podio della Scala di Milano Speranza Scappucci, prima italiana chiamata a dirigere un’opera, “I Capuleti e i Montecchi” di Vincenzo Bellini, in cui le protagoniste sono tutte donne.

Dirigere un’orchestra “significa sapersi imporre attraverso il dialogo e il confronto con i musicisti. Le braccia e le mani, unite alla mente diventano un tramite attraverso il quale i musicisti e i cantanti creano suoni che raggiungono poi l’anima e lo spirito degli ascoltatori”, ha detto la Scappucci.

E, al Teatro Comunale di Bologna, prima donna direttrice musicale di una Fondazione lirica in Italia, è l’ucraina Oksana Lyniv che ha detto: “Dobbiamo concentrarci sulla nostra individualità, migliorarci nella nostra professione e migliorare i nostri talenti”. Non quote rosa, dunque, ma competenza, forza e consapevolezza di sé sono il messaggio vincente per tutte le donne.

L’orchestra come metafora anche di una società ideale in cui “la partitura unisce tutti e unisce le singolarità, non le individualità”, ricordando le parole del compianto pianista, compositore e direttore d’orchestra Ezio Bosso.
Donne “al comando” anche nella finzione scenica. Protagoniste di serie poliziesche, pronte a lottare con dedizione e passione ma vivendo tra difficoltà, contraddizioni e delusioni nella vita privata. Determinate, comunque, a conquistare, sul campo, una parità di genere auspicata ma ancora difficile da realizzare.

Mentre, nella vita reale, secondo i soli dati ufficiali della Polizia postale, nel 2021 la truffa “romantica” via web (romance scam) ha coinvolto oltre 300 persone, estorcendo circa 4,5 milioni di euro.
Tormenti, dipendenze emotive sono l’esito di pressanti “corteggiamenti”, contatti manipolativi e raggiri sempre più insidiosi. In aumento il numero di vittime femminili alla ricerca di “affetto”, empatia, emozioni, mentre gli uomini sarebbero più soggetti al ricatto per rapporti sessuali virtuali (sex extorsion).

Che si tratti di richiesta di sesso o di amore, non c’è differenza di genere, dunque, per poter cadere nella pericolosa trappola dell’illusione?

Riusciremo, come donne italiane, a rafforzare il ruolo nella società e nel mondo del lavoro senza mortificare le caratteristiche “femminili”? Puntando sulla solidarietà e sulla specificità delle donne guardando alla competenza e al prezioso bagaglio di umanità? Un cambiamento per un recupero di eticità e per migliorare un mondo ancora “al maschile”. Per affermare la forza e la capacità corale delle donne, insieme agli uomini.

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