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Più ordine nel gioco legale. Per battere il crimine e generare crescita

La miriade di leggi regionali e regolamenti locali cui è sottoposto il gioco non fanno altro che permettere le infiltrazioni criminali e sottrarre entrate allo Stato. Per questo è il momento di un riassetto organico. Il convegno organizzato da Formiche con Ettore Rosato, Alberto Giorgetti, Marcello Minenna e Federico Freni

Difendere il gioco legale, senza se e senza ma. Due anni di pandemia e chiusure hanno ridisegnato il perimetro di un mercato che ogni garantisce allo Stato italiano non meno di 10 miliardi di euro di gettito. E ora bisogna ripartire, con un occhio alla criminalità, sempre in agguato. Gli enti locali possono fare molto, come emerso nel corso dell’evento Il gioco buono. Il punto di vista degli enti locali, organizzato da Formiche e moderato dal direttore editoriale, Roberto Arditti.

Tra i primi a prendere la parola, il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato per il quale “sul tema del gioco, tanto complesso e divisivo si è lavorato con un atteggiamento non privo di demagogia. La pandemia ha aggravato problemi già esistenti e non sempre la politica è riuscita a dare risposte alle imprese. Il settore in questi anni ha pagato un prezzo abbastanza alto, anche perché i ristori non sono stati all’altezza del danno subìto”, ha spiegato Rosato.

“Bisogna partire dal confronto avviato all’interno della Conferenza Stato-Regioni, che è stato molto positivo: bisogna che si riesca a corrispondere una scelta precisa del legislatore che consenta di evitare difformità. È la sfida più grande che abbiamo: è necessario arrivare a una grande intesa istituzionale, fare squadra, trovare soluzioni per rendere il mercato chiaro e uniforme”.

Tra i convenuti, anche il sottosegretario all’Economia, con delega al gioco, Federico Freni. Il quale condivide l’esigenza di un riassetto normativo del gioco. “Oggi abbiamo leggi regionali troppo diverse tra loro e questo è un problema. Rispetto le esigenze degli enti locali, ma da legislatore nazionale non posso accettare che si possa giocare in modo diverso sui vari territori e che chi vuole investire in questo comparto trovi risposte radicalmente diverse tra una regione e l’altra. Dovremo sederci a un tavolo, e lo faremo presto, per capire come consentire ai cittadini di giocare allo stesso modo in tutta Italia, coordinando in modo efficace le sovrane prerogative degli enti locali con la normativa nazionale”.

Secondo Freni “per affrontare il riordino del settore giochi è necessario superare quel talebanesimo di fondo, quel preconcetto che sta al di sotto. Ci sono stati in passato tanti compromessi al ribasso, dal punto di vista normativo. Ad esempio, continuare a prorogare, rifiutandosi di regolare, è un compromesso a ribasso inaccettabile”.

Di metodo ha invece parlato il direttore generale dei Monopoli, Marcello Minenna. “Dobbiamo capire se intendiamo muoverci in direzione di una regolazione moderna o se vogliamo evitare di affrontare i problemi. In un’epoca di digitalizzazione, questo significa però spianare la strada alla criminalità organizzata che con il lockdown si è arricchita. Se non definiamo un recinto ben chiaro, sarà difficile riuscire a vigilare garantendo interventi efficaci”.

Ora, secondo Minenna, “bisogna superare alcune questioni che rischiano solo di non consentire una regolazione moderna e adeguata. Le concessioni che scadono, le proroghe, l’interazione con i concessionari, l’obbligatorietà della tessera sanitaria. Se si decide quale direzione intraprendere, l’Agenzia è all’avanguardia. Possiamo mettere in campo qualsiasi implementazione per poter avere un’interazione con il giocatore, nei limiti della privacy, verificando eventuali criticità. L’app Gioco Legale ha la finalità di consentire a chi ha già deciso di giocare di sapere se sta andando a effettuare la partita in un punto vendita legale. Ed è una delle iniziative che abbiamo avviato, come i numerosi incontri aperti in cui discutere come riformare il settore”.

Dallo sforzo normativo, poi, avrebbe da guadagnarci lo Stato. “Un gioco pubblico bene organizzato è il miglior volano per avere un effetto complessivo positivo per la società e per il bilancio dello Stato. Ed è fondamentale un processo di riordino responsabile e sostenibile per garantire sicurezza ai giocatori”, ha sottolineato Alberto Giorgetti, Institutional Relations Director di Igt. “L’obiettivo che ci eravamo dati come Igt è stato raggiunto, perché è palese come oggi ci sia la necessità di organizzare una visione organica del settore”.

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