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Il talento al servizio della crescita. Il progetto di Fondazione Crt

Lapucci

La Fondazione Crt ha da poco lanciato il progetto Talenti per la comunità, costruire nuove leadership, con l’obiettivo dichiarato di formare i leader del domani. Parla il segretario Massimo Lapucci

Il talento al servizio della crescita e dunque della ricchezza. La Fondazione Crt ha da poco lanciato il progetto Talenti per la comunità, costruire nuove leadership, con l’obiettivo dichiarato di formare i leader del domani. Imprenditori, dirigenti o, perché no, uomini di Stato. Tutto al servizio del futuro, con una costante: fare del carisma e della formazione il proprio ecosistema. Formiche.net ha ne ha ha parlato con Massimo Lapucci, che della Fondazione Crt è segretario generale.

La Fondazione Crt ha appena lanciato il progetto nazionale Talenti per la Comunità, costruire nuove leadership: ci spiega in che cosa consiste questa novità e qual è l’obiettivo che volete raggiungere?

È un cantiere di alta formazione gratuita del capitale umano, che integra l’ampia gamma degli storici progetti Talenti – brand riconosciuto ormai anche a livello nazionale – messi in campo dalla Fondazione Crt in ambiti diversi e, non di rado, pionieristici: fundraising, export, impresa e, appunto, la comunità in senso lato. Quest’ultima iniziativa, in particolare, punta su laureati ad alto potenziale selezionati in tutta Italia, con l’obiettivo di contribuire a costruire una nuova generazione di leader. Insieme a partner di eccellenza come la Scuola di Politica Vivere nella Comunità, offriremo ai partecipanti un ricco kit di strumenti, conoscenze e competenze per progettare, gestire e valorizzare i processi di crescita sociale, civile, economica e culturale delle realtà territoriali locali, a partire da quelle metropolitane. Talenti per la Comunità’ si inserisce quindi in una nicchia formativa fondamentale per il nostro Paese, tenuto conto che la costruzione delle classi dirigenti oggi interessa prevalentemente l’ambito aziendale, mentre noi guardiamo a settori diversi da quelli lucrative, con una missione molto chiara: favorire l’accesso di talenti a ruoli-chiave nei corpi intermedi della società.

Quali caratteristiche dovrebbe avere un giovane leader di domani?

Sono convinto che la next generation dei civil servants – secondo la definizione propria del mondo anglosassone – debba essere rappresentata da giovani mossi da una forte passione civile e preparati a tutto campo per affrontare le sfide di oggi e di domani in maniera efficace, innovativa, perfino creativa. Abbiamo bisogno di leader che rendano vivi i concetti di governance e di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, con un approccio per così dire ‘etico’ verso i progetti. Altre caratteristiche importanti sono il coraggio, la visione, la capacità di comunicare con una narrativa corretta, che sappia creare autorevolezza e trasmettere una reale prospettiva di cambiamento”, spiega Lapucci.

Lei ha detto che la Fondazione Crt collaborerà con la Scuola Politica Vivere nella Comunità fondata dai professori Capaldo, Cassese, Presicci e Boccardelli. Perché ritenete strategico investire nella formazione dei giovani? Su quali basi deve essere impostata oggi una formazione adeguata alle richieste del mercato del lavoro?

Rafforzare il sistema delle competenze significa contribuire all’empowerment del Paese. Questo tema, sempre strategico, oggi lo è doppiamente di fronte alle grandi sfide dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, del Green Deal europeo e, naturalmente, del Pnrr italiano. È il motivo per cui la Fondazione Crt investe da molto tempo nella formazione del capitale umano, nella valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, nell’innalzamento delle competenze tecniche e trasversali, le cd. soft skills. Oggi il network dei nostri talenti conta oltre 1.000 giovani professionisti, che concorrono allo sviluppo e alla crescita della competitività del territorio e, contemporaneamente, supportano la Fondazione nel mantenere sempre aggiornati i progetti formativi in relazione alle esigenze del mercato del lavoro in continuo mutamento.

La Fondazione Crt ha approvato il bilancio preventivo del prossimo anno. Quali novità, in termini di risorse e di progetti, metterete in campo?

Il prossimo anno la Fondazione Crt potrà mettere a disposizione del territorio 52 milioni di euro, in aumento rispetto ai 50 del 2021. Liberiamo risorse in più per le nuove generazioni, e dunque, per un nuovo Paese. D’altronde, l’attenta gestione patrimoniale capace di generare una buona redditività anche nei momenti più complessi della pandemia, la robusta posizione finanziaria netta costruita nel tempo e il ritorno alla distribuzione dei dividendi ci consentono di rafforzare il nostro sostegno al Terzo Settore e alle realtà non profit dell’arte, della cultura, della ricerca, del welfare, dell’ambiente, dell’innovazione, con una particolare attenzione a temi strategici quali la digital transformation. Dal punto di vista progettuale, poi, la Fondazione CRT sta già lavorando con un player di primo piano della filantropia internazionale come la Rockefeller Foundation, per integrare nei propri interventi gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite”.

Lei ha appena pubblicato con Springer un volume sulla Scienza dei Dati per il bene comune (for social good) . Perché e come la scienza dei dati può migliorare la società e la vita delle persone? Nel piano didattico della Scuola Politica Vivere nella Comunità di cui lei è vicepresidente viene dato particolare risalto a questa tematica.

Un’esigenza resa ancora più evidente e urgente dalla pandemia, è proprio la necessità di accedere ai Dati e di condividerli, affinché i ricercatori possano sviluppare modelli e fare previsioni, e i decisori possano assumere scelte migliori per un impatto positivo sulla collettività, a livello di sicurezza, cultura, salute, mobilità, smart cities, ecc. La leva dei Big Data e dell’Intelligenza Artificiale oggi è fondamentale, non solo per contrastare l’attuale pandemia, ma anche per ridurre le disuguaglianze sociali, culturali ed economiche, in linea con la mission redistributiva della filantropia. Va in questa direzione il primo ‘Data Science for Impact and Social good Center’ operativo alle OGR di Torino grazie alla sinergia tra Fondazione Crt e Fondazione Isi, per affrontare con ‘armi’ più adeguate le grandi sfide sociali e ambientali che ci attendono.



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