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Infowar sull’Ucraina. Usa e Ue puntano il dito contro Putin

L’asse euroatlantico teme la destabilizzazione del Paese. Washington contro RT e Sputnik. Bruxelles sfata sette “miti” alimentati dagli organi della propaganda russa

Il ruolo di RT e Sputnik come punti di disinformazione e propaganda è più evidente quando si occupano di questioni di importanza politica per il Cremlino. Un esempio lampante è l’uso che la Russia fa di RT e Sputnik per cercare di cambiare le opinioni pubbliche sull’Ucraina in Europa, negli Stati Uniti e in America Latina. Quando i resoconti fattuali sulle principali priorità di politica estera non sono a favore, la Russia usa i media internazionali finanziati dallo Stato per iniettare disinformazione e propaganda pro-Cremlino nell’ambiente informativo.

Questi passaggi sono contenuti in un documento pubblicato nei giorni scorsi dal Global Engagement Center del dipartimento di Stato americano. Secondo Washington, mentre RT e Sputnik si presentano come “organizzazioni mediatiche finanziate pubblicamente, trasparenti e giornalisticamente indipendenti”, come BBC e Voice of America, “l’opaca struttura organizzativa” e “la mancanza di trasparenza finanziaria nascondono la vera portata del controllo del governo russo sui processi editoriali e sulle decisioni del personale”. Per Sergey Lavrov, ministro degli Esteri russo, è “disinformazione”. Secondo Maria Zakharova, portavoce dello stesso ministero, quel rapporto contiene “bugie semplicemente disumane”.

Oggi assistiamo, parallelamente all’ammassamento delle truppe russe al confine con l’Ucraina, al ritorno della narrazione del 2014 per l’invasione della Crimea, si legge il documento. In particolare, Mosca sta ripresentando tre linee narrative: il sostegno di Stati Uniti e Nato all’integrità territoriale ucriana ha alimentato le tensioni; l’Ucraina ha un serio problema nazi-fascista; le forze armate ucraine hanno ucciso bambini.

Il documento è stato rilanciato su Twitter anche dalla East Stratcom Task Force, agenzia del Servizio europeo per l’azione esterna che si occupa di disinformazione nell’Europa Orientale e che ha appena diffuso un rapporto per sfatare i “sette miti” sul conflitto russo-ucraino alimentati dal Cremlino.

È ogni giorno più evidente quanto alla situazione in Ucraina siano legate tattiche di disinformazione, ma non soltanto. Ecco cosa scriveva alcuni giorni fa Emanuele Rossi su Formiche.net.

Il tema di fondo non è tanto un’invasione in stile Risiko, ma la destabilizzazione dell’Ucraina dall’interno. Misure attive di vario genere, dagli attacchi cyber alla guerra informativa, pressioni psicologiche sia attraverso i movimenti militari che tramite questi passaggi politici come i riconoscimenti delle repubbliche autoproclamate sono già in corso contro Kiev. Il fine è produrre la divisione della collettività ucraina, in modo da poter riproporre nel corso dei prossimi passaggi istituzionali anche in quel paese modelli sperimentati altrove – modelli a maggiore (fosse possibile a totale) controllo russo. Qui si snoda la questione strategica.

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