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La Truman nell’Artico, le flotte russe in giro per l’Europa

Mentre la Russia lancia in mare tutte le flotte, nell’Artico arriva la portaerei americana: la Nato si esercita nel quadrante strategico che interessa molto a Mosca

Secondo le informazioni pubblicate dalla Missione statunitense presso la Nato mercoledì, una grande esercitazione tra gli alleati è prevista nelle acque del Circolo Polare Artico all’inizio di marzo. Si chiamerà “Cold Response” e vi prenderà parte la portaerei di classe Nimitz “USS Harry Truman”, CVN-75 – la nave ammiraglia del Carrier Strike Group 10 dopo la caduta dell’Unione Sovietica è stata tra quelle acque solo due volte, la prima nel 2018. Sono manovre che confermano quanto sia centrale l’interessamento di Stati Uniti e alleati Nato (ossia europei) a quel quadrante che sta diventando sempre più strategico perché lo scioglimento dei ghiacci – causato dal Global Warming – vi aprirà rotte commerciali efficaci, la possibilità dello sfruttamento delle risorse e il passaggio di cavi sottomarini per le telecomunicazioni.

Recentemente cavi in fibra ottica della Space Norway che collegano Oslo con le isole Svalbard sono stati tagliati, con sospetti ricaduti sulle unità specializzate russe. È la più futuristica delle dimensioni del confronto nella regione artica. “Stiamo facendo i conti con operazioni ibride, a volte mirate contro le aziende o la ricerca tecnologica, ma anche contro istituzioni chiave”, ha detto in un’intervista al Times il primo ministro norvegese Jonas Gahr Stone. Mentre in quegli stessi giorni C-17 svedesi scaricavano truppe per altre esercitazioni sull’isola strategica di Gotland, di fronte all’enclave militarizzata russa di Kaliningrad.

Cold Response 2022 sarà la più importante manovra nell’Artico dagli anni Ottanta, vi prenderanno parte 35mila soldati provenienti da 28 nazioni, e la Truman (prossimamente in uscita dal Mediterraneo, dove in questi giorni si eserciterà anche con l’italiana “Nave Cavour”) sarà affiancata dalla portaerei britannica “Hms Prince of Wales”, che nei giorni scorsi ha assunto il comando della Maritime High Readiness Force della Nato. La Norvegia sarà il Paese che guiderà le manovre tramite il Norwegian Joint Headquarters di Bodo come succede sin dal 2006, quando questi wargame sono stati avviati. Sebbene siano state programmate da tempo, quest’anno coincidono con una fase di tensione altissima tra la Nato e la Russia

Mosca, che ha militarmente accerchiato l’Ucraina e sta portando avanti con questo pretesto un dialogo bilaterale con Washington, ha incrementato le proprie attività artiche, costruito il proprio ruolo nell’area, sottolineato l’interesse strategico anche attraverso la preparazione di una flotta ad hoc pensata per dominare la regione. Da ricordare che lo scorso anno la Russia ha effettuato dodici lanci di missili ipersonici “Zircon”, descritto come prodigio tecnologico della Difesa, e tutti dai mari del Nord. Inoltre sono sempre di più i paesi artici che sottolineano come da parte di Mosca siano in corso operazioni ibride per ottenere vantaggi sui rivali regionali.

Oltre Oslo, recentemente è stata la Danimarca a mettere in evidenza come Russia, Cina e Iran siano protagonisti di campagne di intelligence nell’Artico: i tre Paesi sono in questi stessi giorni impegnati in esercitazioni marittime congiunte nel Golfo dell’Oman, mandando il messaggio di allineamento contro il fronte delle democrazie guidato dagli Stati Uniti e distillato nell’alleanza difensiva della Nato.

Nelle scorse settimane, dalle basi di Murmansk/Polyarny si sono mosse sei Landing Ship Tanks che, dopo aver tagliato il Baltico ed essere state seguite passo dalla Svezia, stanno scendendo verso il Mediterraneo in direzione opposta alla Truman. Da lì giù verso Suez per poi unirsi alle navi sino-iraniane nel Golfo dell’Oman. Prima esercitazioni al largo dell’Irlanda che innervosiscono Londra. Mosca ha annunciato che tutti le flotte e i comandi saranno protagonisti di esercitazioni simultaneamente. Un’attività con cui intende dimostrare la capacità di coinvolgimenti: in totale, le manovre programmate per le prossime settimane coinvolgeranno 140 mezzi navali militari e 10mila soldati.


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