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Super-task Force alleata. Così Parigi si divide tra Nato e Difesa comune

Un anno di sfide militari per la Francia. Oltre la guida del semestre europeo con lo sguardo alla difesa comune, Parigi ha assunto a inizio anno la guida della Very high readiness joint task force della Nato. Unità di reazione rapida dell’Alleanza creata in seguito dell’aggressione russa all’Ucraina. Il comando Nato potrebbe fungere da tassello di congiunzione tra l’Alleanza e il progetto di Difesa comune europea, fortemente sostenuto dalla Francia

“La Very high readiness joint task force (Vjtf) è un contributo sostanziale alla nostra difesa collettiva, e la leadership della Francia è una forte dimostrazione di impegno e capacità”. Così ha commentato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, l’assunzione da parte della Francia del comando della Vjtf, l’unità militare col più elevato livello di prontezza operativa di tutta l’Alleanza Atlantica. Il comando dell’unità, tra l’altro, coincide con l’avvio del semestre francese di presidenza al Consiglio dell’Unione europea, nel corso del quale Parigi ha dichiarato la sua volontà a spingere l’acceleratore sulla Difesa comune. In questo senso, il comando francese della Vjtf sembra andare nella direzione di una riconciliazione dell’Eliseo con l’Alleanza Atlantica, abbandonando i toni più “autonomisti” espressi in passato dal presidente della Repubblica, Emmanuel Macron.

LA VERY HIGH READINESS JOINT TASK FORCE

La Very high readiness joint task force (Task force congiunta ad altissima preparazione) della Nato, è stata creata nel 2014 in risposta alle crisi in Medio Oriente e l’aggressione della Russia contro l’Ucraina, ed è permanentemente disponibile a muoversi in pochi giorni per difendere qualsiasi alleato. La Vjtf è l’elemento di massima prontezza della Forza di reazione della Nato, composte da 40.000 militari. “In un momento di sfide alla sicurezza senza precedenti – ha continuato Stoltenberg – non ci devono essere equivoci sulla determinazione della Nato: stiamo insieme per difendere e proteggere tutti gli alleati”.

LE UNITÀ PREVISTE PER IL 2022

Nel 2022, la Vjtf comprenderà una forza multinazionale di diverse migliaia di truppe. La Brigata franco-tedesca di 3.500 militari servirà come nucleo della forza, attingendo al 1° reggimento di fanteria e al 3° reggimento ussari. Guidata dal Corpo di reazione rapida francese di Lille, la Brigata franco-tedesca è un’unità bi-nazionale nata per sottolineare il forte legame tra Germania e Francia, quasi un simbolo della rinnovata pace in Europa. Anche altri paesi della Nato, tra cui Spagna, Portogallo e Polonia, forniranno alcune unità.

LA FRANCIA E LA NATO

La storia delle relazioni tra la Francia e la Nato non è stata delle più tranquille, fin dall’uscita di Parigi dall’architettura militare dell’Alleanza del 1966 e il trasferimento del Quartier generale a Bruxelles. In tempi più recenti, in un’intervista rilasciata da Macron all’Economist il 9 novembre 2019, il presidente francese aveva definito la Nato “in stato di morte cerebrale”, un’espressione che ricevette le reazioni severe da parte di praticamente tutti i governi dell’Occidente. A complicare ulteriormente i rapporti tra Parigi e la Nato sono intervenute anche le aspirazioni dell’Unione europea di assumere un ruolo più attivo quale provider di sicurezza internazionale. In particolare, la posizione francese è stata a lungo quella di cercare di costruire un’Europa della Difesa che fosse alternativa alla Nato, quasi un terzo polo tra gli Usa da una parte e Russia e Cina dall’altra.

LE PROSPETTIVE PER IL FUTURO

Nonostante questi ostacoli, la posizione francese oggi è più aperta nei confronti dell’Alleanza, e al netto delle battute, Parigi non ha mai rinunciato alla sua posizione all’interno della Nato. Oggi, Parigi sembra essersi allineata alla posizione sostenuta dagli altri Paesi europei, Italia e Germania in testa, di un’Europa quale “pilastro europeo” della Difesa occidentale. Con l’assunzione della presidenza di turno del Consiglio dell’Ue, Parigi ha dichiarato la sua intenzione di spingere l’acceleratore sui progetti di costruzione della Difesa comune, senza tuttavia abbandonare la prospettiva atlantica. La leadership francese, che con l’uscita della Brexit rimane l’unica potenza nucleare continentale, di una unità militare di punta della Nato e contemporaneamente di uno dei massimi organi dell’Unione europea, potrebbe rappresentare una possibilità unica di condurre in parallelo il processo di rafforzamento militare del Vecchio Continente.

Foto: Nato

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