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Cosa sappiamo della spia cinese infiltrata nel Parlamento di Londra

Raro alert diffuso dall’MI5. Christine Lee, avvocato cinese in ottimi rapporti sia con i laburisti che con i conservatori, è “consapevolmente impegnata in attività” per conto del Partito comunista cinese. Non è spionaggio, ma interferenza, contro cui le leggi in vigore possono poco. Ecco le ragioni della mossa inusuale degli 007

Nelle scorse ore, l’MI5 ha diffuso un rarissimo avvertimento rivolto ai politici britannici. Titolo: “Security Service Interference Alert”. A rappresentare un pericolo è una donna, Christine Ching Kui Lee, avvocato, “consapevolmente impegnata in attività di interferenza politica” per conto del Partito comunista cinese. Opererebbe per conto del Fronte Unito, dipartimento del comitato centrale che si occupa di cooptare forze esterne al Partito comunista cinese utilizzandole come strumenti per l’acquisizione, il consolidamento e il monopolio permanente del potere (attivo anche in Italia).

Secondo l’agenzia d’intelligence, Lee ha “stabilito legami” per conto del Partito comunista cinese con parlamentari e aspiranti tali. Inoltre, ha donato loro soldi, con finanziamenti provenienti da individui in Cina e Hong Kong. Per questo, chiunque sia stato contattato da Lee dovrebbe essere “consapevole della sua affiliazione” e del suo “compito di promuovere l’agenda del Partito comunista cinese”, si legge nell’alert degli 007.

I registri della Commissione elettorale dimostrano che l’azienda di Lee ha donato, dal 2015, più di 427.000 sterline di sostegno finanziario al deputato laburista Barry Gardiner, fedelissimo dell’ex leader della sinistra Jeremy Corbin e uno dei grandi sostenitori del maxi-progetto di Hinkley Point C, una centrale nucleare nel Somerset, sulla costa occidentale dell’Inghilterra. L’iniziativa è partecipata da China General Nuclear Power Group, gruppo controllato dal potente Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese e messo sotto sanzioni dagli Stati Uniti. Il coinvolgimento del gruppo cinese è recentemente finito sotto i riflettori del governo britannico, impegnato a contrastare la penetrazione di Pechino nel Paese. Secondo il Sun, dal 2005 la “sospetta agente cinese” avrebbe donato in oltre 675.000 sterline all’ufficio di Gardiner o direttamente al Partito laburista.

Ma non è tutto. Il figlio di Lee ha lavorato per Gardiner come assistente parlamentare, aveva raccontato il Daily Mail. Inoltre, lo studio legale della donna, che ha uffici a Londra, Birmingham e Pechino, ha lavorato come consulente legale principale dell’ambasciata cinese a Londra, aveva riferito il Times. L’uomo si è dimesso in mattinata, prima che l’alert dell’MI5 diventasse pubblico, ha rivelato Skynews. Il deputato ne ha preso le parti: l’MI5 “non ha informazioni che dimostrino che fosse a conoscenza o complice dell’attività illegale di sua madre”, ha dichiarato.

La spy story tocca anche il Partito conservatore. Oltre alle frequentazioni con Corbyn e il suo inner circle, Lee ha avuto a che fare anche con gli ex primi ministri conservatori David Cameron e Theresa May, come dimostrano le immagine diffuse dal Sun. Quest’ultima le ha consegnato un premio, il “Points of Light”.

Il deputato conservatore Tom Tugendhat, presidente della commissione Affari esteri e presidente del China Research Group, ha detto a Insider che i servizi di sicurezza britannici “sono giustamente concentrati sulle minacce statali nel Regno Unito. È chiaro che la sfida di Pechino sta aumentando e abbiamo bisogno di difendere la nostra democrazia da attività ostili”. Per l’ex ministro della difesa Tobias Ellwood, anche lui tory, si tratta del “tipo di interferenza da zona grigia che ora prevediamo e ci aspettiamo dalla Cina”.

Sir Iain Duncan Smith, ex leader del Partito conservatore, ha definito la questione “di grave preoccupazione” e ha chiesto che la donna sia esploso. Ma ha anche domandato perché l’alert sia stato diffuso soltanto ora: “Cosa stava succedendo con i servizi di sicurezza che l’ufficio del primo ministro non sapeva che stavano dando un premio a qualcuno sospettato?”, ha detto con riferimento al premio assegnato da May.

L’alert è una “mossa insolita” per l’MI5, ha spiegato l’esperto della BBC Gordon Corera. È la conferma di una “lunga indagine” che ha portato i servizi britannici a “essere sufficientemente preoccupati da dover agire ora”. Lo stesso analista sottolinea come, dalla preoccupazione per l’influenza russa definita “nuova normalità” in un documento parlamentare di due anni fa, il Regno Unito sia passato a quella cinese: è la massima priorità per Londra. L’accusa, in questo caso, è interferenza, cioè guadagnare segretamente influenza, non spionaggio, ovvero rubare segreti. E, conclude Corera, c’è grande preoccupazione tra gli addetti ai lavori perché non ci sono le leggi in vigore in grado di affrontare la questione. Per questo, gli stessi potrebbero aver deciso di rendere pubblica la faccenda. Come avvertimento.



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