Skip to main content

Mattarella, Roosevelt e i limiti alla rielezione. Scrive Celotto

Tutti ricordiamo che la rielezione di Giorgio Napolitano fu una eccezione. Ma ora la seconda eccezione a distanza di soli 9 anni rende urgente un chiarimento. La durata del Capo dello Stato non può essere indefinita in una Repubblica e quindi va modificata la Costituzione

Il primo comma dell’art. 85 della Costituzione recita: “Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni”. Senza alcun limite o specificazione.

Tutti ricordiamo che la rielezione di Giorgio Napolitano fu una eccezione. Ma ora la seconda eccezione a distanza di soli 9 anni rende urgente un chiarimento. La durata del Capo dello Stato non può essere indefinita in una Repubblica e quindi va modificata la Costituzione.

Dobbiamo ricordare che se ne discusse in Assemblea Costituente.

La durata della carica fu un punto di scontro fra gli schieramenti politici. I democristiani erano inizialmente favorevoli ad un rafforzamento della figura presidenziale e quindi puntavano a un mandato lungo e rinnovabile.

Invece le sinistre erano preoccupate della concentrazione di potere nella carica di Presidente e quindi si orientavano per un mandato più breve e comunque non rinnovabile. Poi ci fu un paradossale cambio di posizioni. Togliatti sostenne che un divieto assoluto di rielezione era eccessivamente rigido, perché avrebbe rischiato di privare il Paese dell’ufficio di persone che avevano dimostrato di possedere le “qualità particolari” necessarie allo svolgimento dell’incarico. E quindi propose una “non rieleggibilità immediata”. Contro si espresse invece Aldo Moro, secondo cui stabilire la non rieleggibilità immediata avrebbe significato annullare di fatto la possibilità di rielezione.

Il compromesso fu trovato nel testo del progetto: “Il Presidente della Repubblica è eletto per sette anni e non è rinnovabile”. Ma nella discussione finale gli animi politici si erano inaspriti e non si trovò un accordo lasciando semplicemente la durata di sette anni.

Per i primi 60 anni di vita repubblicana il limite è stato saldamente rispettato, poi ora abbiamo assistito alle rielezioni di Napolitano e di Sergio Mattarella.

Occorre intervenire, come accaduto negli Stati uniti.

Anche nella Costituzione Usa non c’erano limiti al mandato presidenziale. Tuttavia, tutti i presidenti si erano limitati a due mandati, a cominciare da George Washington che nella lettera di commiato alla nazione del 1796 scrisse proprio che voleva evitare di accentrare troppo potere per troppo tempo nelle mani di un solo uomo. Poi anche negli Usa la regola venne derogata, da Franklin Delano Roosevelt che venne eletto per quattro mandati presidenziali, in situazioni eccezionali, che andavano dalla crisi economica del ’29 alla Seconda guerra mondiale. Ma, non a caso, subito dopo Roosevelt si è avviata la procedura che avrebbe portato alla introduzione del XXII emendamento costituzionale: cioè il limite del doppio mandato, ora vigente.

Mi pare inevitabile che lo stesso accada da noi.

E non mi sorprenderò se lo stesso Mattarella lo preciserà con fermezza nel discorso che farà al Parlamento in seduta comune nel giorno del giuramento. In fondo mi è sembrato già implicito nel “non mi sottraggo” con cui il nostro Presidente ha accettato il bis


×

Iscriviti alla newsletter