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Giochi pericolosi. Tutte le armi del Cremlino

Mosca e Washington mantengono la deterrenza nucleare con parità di vettori e testate, ma per quanto riguarda i nuovi armamenti ipersonici è la Russia tenere le redini. L’analisi del generale Pasquale Preziosa, presidente dell’Osservatorio sulla sicurezza di Eurispes

L’industria bellica russa non ha mai cessato la produzione di armamenti e le ragioni geopolitiche di questo vanno ricercate a partire dalle guerre di invasione subite dalla Russia, nel XVIII secolo per opera della Svezia, nel XIX per opera della Francia e nel XX secolo, per ben due volte, per mano tedesca.

Nell’ultimo decennio si è registrato un profondo crollo della fiducia nei rapporti tra Stati Uniti e Russia, due potenze nucleari della prima ora, che ha minato le basi su cui sono stati costruiti gli sforzi per il disarmo che permisero di eliminare l’85% delle armi nucleari accumulate durante la Guerra fredda. La riduzione della profondità strategica territoriale viene percepita dalla Federazione Russa come un problema esistenziale.

Nella competizione con l’occidente, per Mosca, le linee rosse includono l’espansione verso est della Nato e il dispiegamento di armi offensive nei Paesi confinanti. Su questi presupposti geopolitici si basa tutta la strategia russa di contrasto alle sfide attuali. La Federazione ha trovato negli armamenti, nella vendita delle risorse energetiche e nella Intelligence, anche cyber, i capisaldi sui quali operare per mantenere alta la sua rilevanza strategica.

Nel campo degli armamenti, la Russia ha messo a punto aree ad alto rischio di penetrazione A2/AD (come quella di Kaliningrad) dotate di sofisticati sistemi di difesa missilistici (S-400 antiaereo, Bastion-P antinave, Iskander-M contro obiettivi terrestri), di guerra elettronica, di capacità di attacco cyber e counter-space con caratteristiche multi-domain, multi-functional e trans-regional, che hanno incentivato l’occidente a sviluppare tecnologie di quinta generazione per contrastarle.

Per riguadagnare il margine perso in termini di deterrenza nel campo nucleare, i russi hanno messo a punto armamenti con tecnologia ipersonica (Avangard-Hgv) il cui effetto è di rendere insufficiente il sistema antimissile americano. Mosca e Washington mantengono la deterrenza nucleare con parità di vettori e testate nucleari, ma per quanto riguarda i nuovi armamenti ipersonici è la Russia a essere leader mondiale.

Questo nuovo tipo di armi conferisce agli Stati sia potere deterrente sia potere coercitivo e il presidente Putin, infatti, preme sull’acceleratore sostenendo che doterà il proprio naviglio di missili ipersonici (Hcm).

Gli Stati Uniti, dal canto loro, metteranno a punto nel 2022 la nuova National defense strategy, basata sulla cosiddetta integrating deterrence, per bilanciare le nuove capacità tecnologiche annunciate da Mosca. Nel campo satellitare, il recente abbattimento di un satellite in orbita Cosmos-1408 da parte di un missile, ha qualificato la Russia come il quarto Paese a detenere capacità Da-Asat.

Gli esperimenti di ombreggiamento dei satelliti statunitensi effettuati da parte di satelliti russi e l’uso di armi a energia diretta testimoniano che la warfare in space, anche chiamata invisible war, è già in atto tra le grandi potenze. La più grande minaccia che gli Usa stanno fronteggiando è basata sugli attacchi (cyber) ai sistemi satellitari.

In conclusione, è noto che gli Usa non considerano la Russia un “peer competitor”, ma ciò non significa che la Federazione non sia vista come un attore importante per la ricerca di un nuovo ordine internazionale in grado di garantire la pace. Dal canto suo, la Russia nella lotta per il nuovo ordine mondiale è alla ricerca di un nuovo paradigma su cui basare la propria sicurezza nazionale, per cercare di riguadagnare i “privilegi di essere considerata una grande potenza”.

La corsa ai nuovi armamenti, in combinazione con le operazioni nella cosiddetta gray zone è il gioco geopolitico russo del momento per potersi posizionare nel nuovo ordine mondiale.



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