Non accettiamo “lezioni di democrazia e pace nel mondo” da un sistema monopartitico, dice il primo ministro Janez Janša. Negoziati in corso per l’apertura degli uffici commerciali
Taiwan? Un “Paese democratico”. Le parole pronunciate dal primo ministro sloveno Janez Janša in un’intervista all’emittente pubblica indiana Doordarshan sono destinate ad alimentare nuove tensioni tra Unione europea e Cina. E non soltanto perché il leader ha criticato quest’ultima per “dare lezioni di democrazia e pace nel mondo” nonostante “il suo sistema monopartitico”. Seguendo quanto fatta dalla Lituania, infatti, la Slovenia è in trattative con Taiwan per l’apertura degli uffici commerciali.
“Non sarà al livello delle ambasciate”, ha precisato il primo ministro. “Sarà allo stesso livello di quello che lì hanno già molti dei Paesi membri dell’Unione europea”. Poi ha aggiunto: “Se avessimo avuto coalizioni più forti negli anni precedenti, penso che avremmo creato tali uffici di rappresentanza commerciale già in passato, perché questa è una questione di beneficio comune”. Non ha però indicato a che punto siano i colloqui o se seguirà il modello lituano sul nome che Taiwan utilizzerà per l’ufficio in Slovenia, cioè Ufficio di rappresentanza taiwanese in Lituania, definizione che ha alimentato le tensioni tra Vilnius e Pechino perché implica, secondo quest’ultima, che Taiwan sia un’entità sovrana.
E il ringraziamento pubblico a Janša da parte del ministero degli Esteri taiwanese suona come una conferma delle trattative.
Gratitude to @JJansaSDS for the staunch support! Watch the PM’s in-depth interview with @RRRameshRRR of @DDIndialive & learn about the strength of #Taiwan–#Slovenia ties, as well as why he chooses to #StandWithLithuania. We’re #StrongerTogether! 🇹🇼🇸🇮🇱🇹
▶️https://t.co/O5KmF7ouvb https://t.co/FL70VtARD9— 外交部 Ministry of Foreign Affairs, ROC (Taiwan) 🇹🇼 (@MOFA_Taiwan) January 18, 2022
Come ha evidenziato Finbarr Bermingham, giornalista del South China Morning Post, i dati Eurostat raccontano che la Slovenia è appena al di sopra della Lituania in termini di esportazioni verso la Cina. Il che significa che non dipende dal commercio dalla Cina. Tuttavia, l’esperienza della Lituania, con la dura reazione di Pechino, che altre società dell’Unione europea avevano merci bloccate perché avevano parti di fabbricazione lituana.
La difesa della Lituania dalla “crescente pressione politica e coercizione economica” da parte della Cina rappresenta una priorità per gli Stati Uniti di Joe Biden, che stanno cercando di spingere alleati e partner – compresa l’Italia – al fianco di Vilnius. Nei giorni scorsi, in un’intervista con Formiche.net, Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri lituano, ha fatto appello al nostro Paese e all’Unione europea affinché il sostegno dichiarato alla Lituania nel braccio di ferro con la Cina su Taiwan si traduca in “azioni e politiche” anti-coercizione.
Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Affari esteri, ha spiegato, sempre a Formiche.net, che l’Italia, “assieme ai partner europei e alle istituzioni Ue”, ha “chiaramente espresso” la solidarietà alla Lituania, “rigettando come inaccettabile ogni forma di indebita pressione o coercizione politica o economica nei confronti di uno Stato membro”.