Mentre procedono le attività per completare il percorso elettorale, e le pressioni internazionali sui leader di Mogadiscio, in Somalia inizia la diffusione di notiziari in italiano. Un segnale positivo mentre il caos istituzionale rischia di trasformarsi in violenza
La prima notizia diffusa lunedì 3 gennaio in italiano da Radio Mogadishu riguardava il premier Mohamed Hussein Roble, ancora impegnato in incontri per ricomporre il percorso elettorale nonostante il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, noto come Farmajo, gli abbia tolto l’incarico non più di una settimana fa.
Il Paese è in una fase delicatissima, come spiegava Nicola Pedde (Igs) su queste colonne, il caos istituzionale rischia di trasformarsi in disordini violenti come già successo ad aprile dello scorso anno.
Il notiziario in italiano è parte delle attività promosse dal ministro dell’Informazione, Cultura e Turismo Osman Dubbe per diffondere lingue straniere nel Paese. L’avvio con le diffusioni in italiano coincide con l’avvio, il 21 dicembre, di un protocollo d’intesa per l’alta formazione e l’insegnamento dell’italiano siglato da Fondazione Med-Or guidata da Marco Minniti: alla cerimonia di firma erano presenti i ministri degli Esteri Luigi Di Maio e Abdisaid Muse Ali.
La circolazione culturale è parte dell’influenza che l’Italia esercita in Italia e nel Corno d’Africa, regione che – se si considerano anche la crisi in Sudan, la guerra in Etiopia, le sensibilità in Eritrea – è altamente instabile. Quanto cruciale, via di collegamento tra il Mediterraneo e l’Indo Pacifico.
In Somalia dal 26 dicembre si parla di “golpe indiretto”. Il presidente ha rallentato il processo di elettorale perché il parlamento sarebbe stato poi chiamato a nominare il suo successore (e Farmajo non sembra in grado di raccogliere attorno a sé la necessaria maggioranza per prolungare il suo mandato). Il premier ha rifiutato l’annuncio della sospensione e ordinato ai funzionari civili e soprattutto all’Esercito di attenersi ai suoi ordini. In mezzo accuse reciproche di corruzione.
L’Amisom (Missione dell’Unione africana in Somalia), poi ancora gli Stati Uniti insieme all’Unione europea e all’Onu, hanno tutti espresso preoccupazione per la situazione e invitato i leader a evitare derive. La necessità è accelerare il processo elettorale della camera bassa, mentre a oggi risultano eletti solo 24 deputati su 275.
La tabella di marcia delle elezioni – che si tengono in modo indiretto – prevede che, una volta eletti i 275 deputati della Camera Bassa, i cinque stati federali somali eleggano i 54 membri della Camera Alta, e, successivamente, le due ali del Parlamento procedano con l’elezione congiunta del nuovo Presidente.