La Cina non arresta la propria corsa allo Spazio e rende pubblico il suo libro bianco sulla strategia e gli obiettivi cosmici per i prossimi cinque anni. Dai satelliti all’esplorazione, fino all’ambizione di raggiungere la Luna e Marte con i propri taikonauti prima di Washington
Pechino pubblica il China’s space program: a 2021 perspective, il suo libro bianco con la strategia del Dragone nello Spazio. Ciò che emerge è l’intenzione della Repubblica Popolare di accelerare nel quarto dominio nei prossimi cinque anni, per rendere lo spazio un elemento sempre più portante della strategia nazionale. Come illustrato dallo stesso Xi Jinping nel preambolo al documento: “Esplorare il vasto cosmo, sviluppare l’industria spaziale e trasformare la Cina in una potenza spaziale è il nostro sogno eterno”. La volontà è quella di aumentare gli investimenti in ricerca e infrastrutture, implementare la formazione per gli astronauti, continuare nella corsa alla Luna, e allargare la portata delle collaborazioni con altri Paesi in ambito spaziale, continuando a sostenere l’uso dello spazio esterno per scopi pacifici.
Il commento di Spagnulo
“Interessante l’accenno che la Cina fa alla cooperazione internazionale per una regolamentazione legislativa dello spazio, una space law nell’ambito delle organizzazioni internazionali che evidenzia un’apertura politica cinese sul tema”, ha commentato ad Airpress Marcello Spagnulo, ingegnere ed esperto spaziale. “Il libro bianco – ha detto ancora Spagnulo – va letto in una duplice chiave: da un lato la Cina fa un’impressionante manifestazione di capabilities numerica e qualitativa dei programmi e delle tecnologie, e dall’altro fa una lunga lista di cooperazioni in atto con tantissimi Stati nel mondo, grandi e piccoli”. L’obiettivo, secondo l’esperto, è costruire una space diplomacy a livello globale sul modello americano. “La Cina vuole mostrarsi come potenza globale nell’ambito spaziale, come gli Stati Uniti, e lo fa potenziando il sistema infrastrutturale e di osservazione e navigazione satellitare, e incrementando ad esempio le tecnologie in orbit servicing, il sistema di raccoglimento di energia solare e le comunicazioni quantistiche”.
Obiettivo Luna (e poi Marte)
La Cina migliora le proprie prestazioni nel trasporto spaziale, grazie anche ai vettori di nuova generazione a combustibile solido e a propulsione a ciclo combinato. Proseguono inoltre i lavori per la costruzione della Tiangong-3, la stazione spaziale di Pechino a cui si è aggiunto di recente il modulo centrale Tianhe. Questo, insieme alle due navicelle cargo Tianzhou e alle due navicelle con equipaggio Shenzhou formano un sistema perfettamente funzionante per il trasporto di esseri umani oltre l’atmosfera. Finora sono stati sei i taikonauti che hanno lavorato alla stazione spaziale, ma nei prossimi cinque anni si vogliono intensificare gli sforzi per completare la stazione. A questo si aggiunge l’ambizione di raggiungere la Luna prima degli Stati Uniti, e un domani anche Marte.
L’esplorazione del Sistema solare
Nell’attesa di raggiungere i due astri prima degli americani, la Cina accelera anche nel campo dell’esplorazione robotica del nostro sistema solare. Nel 2019 la sonda lunare Chang’e-4 è atterrata per la prima volta nella storia dell’umanità sul lato più lontano del satellite mentre a dicembre del 2020 la sonda Chang’e-5 ha riportato a Terra oltre mille grammi di campioni lunari. L’ambizione di Pechino è rivolta anche al Pianeta rosso, grazie alla sonda Tianwen-1, con a bordo il rover Zhurong, che ha raggiunto la superficie del pianeta a maggio 2021. Nel futuro le intenzioni sono ancora più ambiziose con le due sonde lunari Chang’e 6 e 7 che puntano alle zone polari della Luna per raccogliere campioni ed esplorare la zona d’ombra del satellite. A ciò si affianca anche il desiderio di costruire una stazione di ricerca internazionale sul suolo del satellite e puntare all’esplorazione di Giove.
Nuovi satelliti
La Cina si fa più sicura anche nel settore strategico dell’osservazione della Terra e le comunicazioni basate sulle costellazioni satellitari. Pechino ha infatti recentemente messo in orbita i satelliti di nuova generazione Fengyun-4A/4B, in grado di monitorare la superficie terrestre ad alta risoluzione e in ogni condizione atmosferica. Nel prossimo futuro, il Dragone punta anche ad aggiornare i propri servizi di informazione con la costruzione di una rete di comunicazioni satellitari in orbita alta e bassa testando al contempo nuovi satelliti per applicazioni commerciali.
Governance spaziale e cooperazione
La Repubblica Popolare cinese espande anche il proprio sistema di governance dello spazio, costruendo una forza strategica che riunisca tutti i diversi attori coinvolti nel quarto dominio, dagli istituti di ricerca alle imprese, dalle università agli utenti finali. Nel documento la Cina afferma anche di volersi impegnare nell’accelerare la formulazione di una legge spaziale nazionale. In questo senso invita gli altri Paesi a perseguire un sistema di governance globale equo del cosmo e a lavorare per realizzare più scambi e progetti di cooperazione per un utilizzo dello spazio pacifico e inclusivo. Bisognerà vedere se queste rimarranno soltanto buone intenzioni o se si tradurranno in azioni concrete, per ora lo spazio è evidente sia diventato una risorsa strategica a cui puntare e su cui investire e la corsa alla sua governance non accenna a fermarsi, ma anzi, pare andare sempre più veloce.