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Vi spiego l’invasione (olimpionica) di Putin. Parla il gen. Hodges

Intervista al generale Ben Hodges, già comandante delle Forze americane in Europa dall’inizio della guerra del Donbas, oggi membro del Cepa. Putin invaderà a fine febbraio, non rovinerà le Olimpiadi di Xi. Vi spiego come entreranno e perché l’Italia deve fare la sua parte

“Invaderanno a fine febbraio, dopo le Olimpiadi di Pechino”. Ben Hodges, generale americano in congedo, comandante supremo delle forze armate americane in Europa dal 2014 al 2018, invita a un cambio di prospettiva sull’escalation in Ucraina. La domanda, spiega in questa intervista a Formiche.net il generale, oggi membro del Center for European Policy Analysis (Cepa), non è “se” la Russia attaccherà, ma “come”. E l’Italia, assicura, può fare la differenza. Prima che sia tardi.

Generale, c’è chi sostiene che l’accerchiamento militare dell’Ucraina da parte dell’esercito russo sia un bluff del presidente Vladimir Putin. Non è così?

Credo sia molto importante ricordare che la Russia ha già invaso l’Ucraina nel 2014, quando ha occupato la Crimea e buona parte del Donbas. Da allora la guerra non si è mai interrotta, migliaia di persone sono morte, non dimentichiamolo.

Siamo alla vigilia di una nuova invasione?

Io sono convinto che la Russia sferrerà un attacco alla fine di febbraio contro alcune aree dell’Ucraina. Non so se sarà un attacco massiccio, più probabile un’incursione lungo il Mar Nero o il Mar d’Azov. Sarà limitato in termini di forze di terra per ridurre le perdite russe ed evitare una reazione troppo dura delle capitali europee. E sarà accompagnato da lanci di missili, attacchi cyber e campagne di disinformazione.

Fine febbraio. Perché?

Bisogna considerare due cose. La prima: la Russia ha ancora alcune navi in arrivo che dal Mar Baltico stanno entrando nel Mediterraneo, fra pochi giorni saranno in posizione insieme ai mezzi anfibi. La prossima settimana inizieranno le esercitazioni in Bielorussia. Il quadro sta prendendo forma.

E la seconda?

Aspetteranno la fine delle Olimpiadi di Pechino: Putin non vuole rovinare il grande show dell’amico Xi Jinping. Non dimentichiamo che nel 2014 la Russia ha invaso l’Ucraina pochi giorni dopo la conclusione delle Olimpiadi di Sochi.

C’entrano anche le condizioni climatiche?

Il meteo ha sempre la sua parte, c’è chi dice che i russi debbano aspettare che il fango si ghiacci. La teoria non mi convince: l’esercito russo è equipaggiato per operare in Russia in condizioni estreme.

Se il dado è tratto, perché negoziare?

Putin può ottenere quello che vuole unendo i negoziati alla pressione massiccia di centomila uomini schierati al confine ucraino per convincere la Nato a fare qualche concessione. Decine di Paesi europei preferirebbero scegliere la via negoziale.

Non è la via migliore?

Certo, anche gli Stati Uniti dovrebbero esplorare tutti i canali diplomatici possibili, ma senza ingenuità. Il Cremlino non ha alcun interesse a un negoziato paritario, vuole solo tirare acqua al suo mulino. Dunque ben venga il dialogo purché siamo onesti con noi stessi. Parliamo di un Paese che ha usato armi chimiche contro cittadini russi in Regno Unito, che imprigiona dissidenti come Navalny, che uccide oppositori a Berlino. 

Il presidente Joe Biden ha dato il via libera all’invio di truppe americane in Est Europa. Di che schieramenti si tratta?

Sono le truppe della Nato response force, un’unità cui contribuiscono tutti gli Stati alleati, dall’Italia all’Olanda, pronta a intervenire in tempi rapidi in caso di emergenze. In questo caso dunque gli Stati Uniti non si stanno muovendo unilateralmente.

In Ucraina però la Nato non può intervenire.

È vero, l’Ucraina non è uno Stato membro. Ma non possiamo escludere con certezza, di fronte a un’offensiva russa, un effetto domino nella regione che potrebbe colpire alleati come Lituania, Estonia, Romania, Polonia, Ungheria. Paesi a rischio cui è destinato il rafforzamento delle capacità della Nato nell’area. Preoccupa in particolare l’ammassamento militare in corso nel corridoio di Suwalki che unisce Kaliningrad alla Bielorussia. Poi c’è un’altra emergenza di cui temo l’Ue non sia pienamente consapevole.

Quale?

Se la Russia lancerà un attacco, vedremo centinaia di migliaia, se non milioni di rifugiati ucraini diretti ad Ovest: può diventare un enorme problema.

Come dovrebbe reagire l’Europa a suo avviso?

La reazione migliore è mostrare unità: non c’è niente che infastidisca di più il Cremlino. Per questo l’amministrazione Biden ha scommesso fin da subito sul ruolo centrale dell’Ue, che con le sue sanzioni può mettere il governo russo di fronte alle sue responsabilità. Ma se i Paesi membri continuano ad andare in ordine sparso questa forza viene meno.

E l’Italia?

Ci sono tanti modi in cui l’Italia può fare la differenza. A partire dalle operazioni di pattugliamento aereo nel Mar Nero e nei Baltici cui contribuisce l’Aeronautica militare fino alle operazioni navali a rotazione della Nato. Ma le dirò di più.

Prego.

A queste si aggiunge il ruolo cruciale del Comando delle forze unite della Nato a Napoli che oltre che sul Mediterraneo vigila sulla sicurezza nel Mar Nero. Le forze armate italiane riescono sempre a portare un valore aggiuntivo in termini di esperienza e capacità. Possono farlo ancora di più sul fianco orientale della Nato e nel Mar Nero, soprattutto in Romania, dove la Francia ha inviato un battaglione. Mi auguro che l’Italia si unisca.


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