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Ucraina, ultimo treno per l’Occidente. L’appello di Blinken

Da Berlino ospite del German Marshall Fund il Segretario di Stato Usa Antony Blinken lancia un appello all’Europa: Putin invaderà l’Ucraina, a Kiev si gioca il destino dell’Occidente libero. Intanto l’intelligence Usa prepara lo scenario peggiore

La guerra che incombe sull’Ucraina riguarda tutti. Non è una crisi regionale, ma una sfida di Vladimir Putin all’Occidente. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken chiarisce la posta in gioco da Berlino. Dove John Kennedy ha lanciato un anatema contro l’oppressione sovietica, dove Ronald Reagan ha chiesto a Gorbacev di buttare giù il muro, oggi il capo della diplomazia di Joe Biden rinnova l’appello.

“Questa crisi non riguarda solo le armi o la sovranità ucraina. Riguarda il rigetto della Russia dell’ordine post-Guerra Fredda in Europa. È uno scontro più grande di due Paesi, è globale e richiede attenzione, e azione”. Ospite del German Marshall Fund insieme alla sottosegretaria ed ex presidente del think tank Karen Donfried, Blinken chiama a rapporto gli alleati europei.

Lo fa mentre si insinua un cuneo nell’alleanza transatlantica. La debolezza dell’amministrazione Biden giunta con fatica al suo anniversario, la tentazione di muoversi in solitaria sul dossier russo del presidente di turno del Consiglio Ue Emmanuel Macron rischiano di incrinare la compattezza del fronte occidentale davanti allo spettro di una guerra sul suolo europeo. “Una guerra inutile che avrà costi incommensurabili”, tuona il Segretario. Che rompe gli indugi: “Si parla da tempo delle vere intenzioni di Putin, ma non c’è bisogno di interrogarsi: ce lo ha detto. Sta preparando il terreno per un’invasione”.

A Washington DC l’intelligence e il Pentagono sono in allerta per quella che da mesi non è più considerata un’ipotesi. Nelle ultime ore ai centomila soldati schierati a Est del confine ucraino si sono aggiunti movimenti di truppe russe attraverso il confine della Bielorussia, con la tacita compiacenza del dittatore Alexander Lukashenko.

Tra le previsioni più ottimistiche, c’è chi immagina un lasso di tempo di tre settimane prima che Putin faccia la sua mossa. Manca solo una scintilla, gli 007 Usa la chiamano “operazione false-flag”. “La Russia cercherà di provocare un incidente – avvisa Blinken – spera che lo realizzeremo quando ormai sarà troppo tardi. Non riconosce il diritto alla sovranità dell’Ucraina”.

Il discorso di Blinken è intriso di riferimenti storici. Alla Guerra Fredda, agli accordi di non-interferenza in Ucraina siglati da Russia e alleati europei negli anni ’90. All’invasione della Georgia nel 2008, della Crimea nel 2014, in otto anni “la guerra in Donbas ha ucciso 14.000 ucraini, distrutto città, costretto un milione e mezzo di persone a lasciare le proprie case”. È la risposta al revisionismo che da anni ispira la narrazione del Cremlino per giustificare un intervento delle truppe di Mosca a difesa degli slavi russofoni in Ucraina, per fermare il presunto “genocidio” di cui è accusata Kiev.

“La Russia ha due vie di fronte a sé: quella diplomatica e quella di un’aggressione. Noi agiremo di conseguenza, gli Stati Uniti continueranno a difendere l’Ucraina”, assicura. Un chiarimento che spazza via le ambiguità emerse nella conferenza stampa di Biden mercoledì sera, quando è sembrato fare un distinguo tra “grandi” e “minori” incursioni russe in Ucraina. Blinken è reduce da una visita a Kiev, dove lo ha preceduto una settimana fa il direttore della Cia William Burns. Dopo la Germania sarà il turno della Svizzera questo venerdì. Nella neutrale Ginevra incontrerà di nuovo l’omologo russo Sergei Lavrov.

“Ammonirò la Russia e le dirò di rispettare i patti, chiarirò in modo netto che un’aggressione russa sortirà il risultato che sperano di evitare: un rafforzamento dell’alleanza difensiva della Nato”. Le lancette corrono, la finestra per una soluzione diplomatica inizia a socchiudersi. L’appello è stato lanciato: Europa avvisata, ora deve passare all’azione. Prima che sia troppo tardi.



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