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Unicredit suona la ritirata di Russia. Ma i conti tengono

La banca guidata da Andrea Orcel abbandona la partita per l’acquisto della russa Otkritie, settimo istituto russo. Pesano le tensioni tra Mosca e Kiev, anche perché piazza Gae Aulenti è molto esposta alle tensioni geopolitiche locali. Triplica l’utile 2021, borsa e analisti applaudono

La ritirata era nell’aria, ma ora è stata ufficializzata. Unicredit ha momentaneamente accantonato il progetto di acquisire una quota di controllo della banca russa Otkritie. Ad annunciarlo è stato lo stesso ceo di Unicredit, Andrea Orcel, nella conference call a valle della presentazione dei risultati 2021. Vista la situazione di grande tensione geopolitica per la crisi russo-ucraina, il gruppo bancario correrebbe un rischio troppo alto, è stato il messaggio di fondo del manager alla guida del gruppo che fino a pochi mesi fa era in pole position per acquisire Mps.

Difficile dargli torto visto che, come raccontato da Formiche.net, l’istituto di piazza Gae Aulenti è tra le banche italiane più esposte alla crisi tra Russia e Ucraina. La banca milanese aveva messo gli occhi su Otkritie – la settima banca russa con un asset di 44 miliardi di dollari – dopo il congelamento delle trattative per l’acquisizione di Mps. L’istituto bancario russo è stato protagonista di una delle più grandi operazioni di salvataggio della storia bancaria russa, avvenuta nel 2017, quando Otkritie è stata acquistata dalla Banca centrale russa a seguito di un bailout dovuto all’eccessivo ammontare di crediti deteriorati.

Orcel ha spiegato che relativamente a Otkritie Unicredit stava valutando “un quota di controllo in Ipo per poi integrarla con un’altra nostra banca. Il franchise e le sinergie erano potenzialmente superiori ai rischi. Avremmo conferito la nostra banca in Russia diventando azionisti di riferimento di una banca più grande, ma ci siamo ritirati dalla due diligence per i rischi geopolitici”. Il ceo di Unicredit ha però poi aggiunto che il gruppo resterà in Russia, perché nonostante tutto il Paese “fa parte della nostra rete e abbiamo sempre avuto una presenza superiore al nostro costo del capitale”.

Ma oggi è stato anche il giorno dei conti 2021, periodo chiuso superando la guidance 2021 per le principali voci finanziarie con utile netto sottostante di 3,9 miliardi (triplicato rispetto agli 1,3 miliardi del 2020, il target era a oltre 3,7 miliardi), ricavi totali a 18 miliardi e costi invariati a 9,8 miliardi. La Borsa sembra aver gradito. In avvio di contrattazioni il titolo è scattato subito al rialzo, guadagnando oltre il 2%, per poi ripiegare a +0,3%.

Gli analisti di Equita parlano a caldo di “un utile sottostante nel quarto trimestre 2021 superiore alle attese per maggiori ricavi e minori costi operativi”. Quanto all’intero anno, “l’utile è invece inferiore alle nostre attese, principalmente per maggiori oneri di integrazione, accantonamenti per rischi e oneri e perdite da investimenti”. Banca Banca Akros sottolinea invece la “migliore performance operativa” mentre gli esperti di Jefferies, ora attendono ulteriori indicazioni sulle prospettive per il 2022.

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