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Mosca resta una minaccia. L’agenda del vertice Nato della difesa

La Nato si prepara ad affrontare la crisi ucraina e la minaccia russa, senza chiudere la porta al dialogo diplomatico. Al via il vertice tra ministri della Difesa dei Paesi alleati con l’incontro tra Stoltenberg e Austin. In agenda la postura euro-atlantica da assumere di fronte alle provocazioni del Cremlino

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È tutto pronto per i due giorni della ministeriale Difesa della Nato, che si svolgerà nel formato del North Atlantic Council (Nac) il 16 e il 17 febbraio al quartier generale dell’Alleanza a Bruxelles. L’incontro è stato organizzato per discutere della situazione che si sta sviluppando intorno ai confini ucraini, e in generale sulla rinnovata aggressività dimostrata da Mosca. L’evento avverrà in presenza e sarà presieduto dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che in previsione del vertice ha dichiarato: “La Russia ha ammassato una forza da combattimento intorno all’Ucraina senza precedenti dai tempi della Guerra fredda”. Tuttavia, Stoltenberg ha voluto mandare un segnale di apertura al dialogo al Cremlino: “La Russia può fare un passo indietro prima del baratro – ha detto – smetta di prepararsi alla guerra e inizi a lavorare a una soluzione pacifica alla crisi”.

L’incontro tra Stoltenberg e Austin

La ministeriale Difesa ha preso l’avvio già questa mattina, con l’incontro preparatorio tra Stoltenberg e il segretario della Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin. Per il segretario americano: “l’impegno degli Stati uniti alla sicurezza collettiva resta solido come una roccia”, assicurando anche che Washington “è impegnata a rispettare l’articolo 5 del Trattato”. Un messaggio diretto sia agli alleati che a Mosca. “Nel quadro di questo periodo difficile – ha continuato Austin – non possiamo non notare che l’Alleanza atlantica è diventata ancora più forte; ora abbiamo davanti a noi un calendario di lavori serrato: rimbocchiamoci le mani e affrontiamo questi temi, di grande importanza per la regione”. L’incontro ha preceduto il vertice del Gruppo di pianificazione nucleare dell’Alleanza e la prima giornata di lavori della ministeriale. Giovedì, si continuerà con un tavolo di confronto tra i ministri dei Paesi alleati e i rappresentanti di Ucraina e Georgia. Entrambi i Paesi hanno vissuto sulla loro pelle la reazione di Mosca alla possibilità di unirsi all’Alleanza Atlantica.

La partecipazione italiana

Alla due giorni parteciperà il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, che ha più volte sottolineato la necessità di raggiungere una soluzione diplomatica e di lungo periodo alla crisi ucraina. In occasione della recente visita del ministro in Lettonia, Guerini ha specificato che la ministeriale servirà anche a condividere tra alleati “eventuali scelte di ulteriori adattamenti di postura”, in modo da “dimostrare la nostra coesione come Alleanza Atlantica, per mandare messaggi univoci e coerenti”.

Una presenza rafforzata anche a sud

L’occasione della ministeriale, inoltre, servirà al nostro Paese per presentare la proposta di un ulteriore rafforzamento del fianco sud dell’Alleanza, come da tempo richiesto dall’Italia e reso ancor più urgente dalla crescente presenza navale russa. “La ministeriale Difesa della Nato del 16 e 17 febbraio – ha detto Guerini in audizione al Parlamento – sarà l’opportunità per dare seguito alla proposta di una presenza stabile dell’Alleanza anche nei Paesi dell’Europa sudorientale, in maniera analoga a quanto accade in Polonia e nei Paesi baltici”, sottolineando come si tratterebbe di una misura necessaria per rafforzare la deterrenza a 360 gradi.

Deterrenza e dialogo

Ma le operazioni di deterrenza non sono le uniche da mettere in campo. Bisognerà, infatti, bilanciare la propria postura di Difesa mantenendo sempre aperto il dialogo con il Cremlino “secondo un doppio binario che si è rivelato vincente fin dalla fine della Guerra fredda”, come espresso da Guerini. Il dialogo con Mosca, dunque, deve proseguire, con un approccio costruttivo che eviti anche malintesi e incidenti che possono portare a una escalation senza controllo. Centrali, però, saranno i principi di solidarietà tra alleati e la comunanza di valori. “Il rapporto transatlantico – ha voluto rimarcare il ministro della Difesa – è il cardine della pace in Europa”.



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