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Ferrandina – Matera La Martella, superate le colonne d’Ercole di Eboli. Scrive Atelli

In un tornante della Storia carico di aspettative (e allo stesso tempo di ansie), “ricucire” l’Italia ricongiungendo – anche ferroviariamente – Matera al resto del Paese credo sia un importante segnale di fiducia e uno sprone a massimizzare gli sforzi di un’intera comunità nazionale nell’immane sfida del Recovery Plan. Il commento di Massimiliano Atelli, presidente Commissione Via-Vas

Nel 1935, il medico-pittore torinese Carlo Levi, condannato al confino dal regime, scende dal treno alla stazione di Eboli e scopre un’Italia che gli ispira un’opera letteraria che fa il giro del mondo, raccontando le difficoltà del nostro Mezzogiorno: “Cristo si è davvero fermato a Eboli, dove la strada e il treno abbandonano la costa di Salerno e il mare, e si addentrano nelle desolate terre di Lucania. Cristo non è mai arrivato qui, né vi è arrivato il tempo, né l’anima individuale, né la speranza, né il legame tra le cause e gli effetti, la ragione e la Storia”. Levi dovette proseguire il viaggio in pullman, e poi in automobile, perché non era possibile farlo in treno.

Ancora a inizio 2022, la linea ferroviaria Ferrandina – Matera La Martella restava ai primi posti nella speciale classifica delle grandi incompiute italiane (iniziati i lavori nel 1982, si interruppero nel 1988, lasciando sul terreno una sede ferroviaria realizzata per circa 22 km, ma priva, fra l’altro, delle opere tecnologiche e di armamento). Per effetto di ciò, Matera – che è stata capitale europea della cultura, nel 2019, a testimonianza di un rilievo continentale riconosciuto anche fuori dai confini nazionali – è rimasta scollegata dalla rete ferroviaria nazionale, sulla direttrice Battipaglia-Potenza-Metaponto. Tanto scollegata, va aggiunto, che la stazione di Matera La Martella non è mai entrata in funzione.

Qualche giorno fa, come Commissione Via-Vas, abbiamo – dopo attenta analisi e, va detto, stando nei tempi di legge – espresso parere favorevole (con gli accorgimenti necessari) circa la compatibilità ambientale dell’intervento di RFI di completamento della linea.

L’opera – finanziata con fondi Pnrr – entra dunque nella fase realizzativa. Un passo avanti per la Basilicata? No, un passo avanti per il nostro Paese. Perché il rilancio del Paese passa, per opinione unanime, anche attraverso il rilancio del nostro Mezzogiorno, e questo richiede fra l’altro sistemi di collegamento moderni, efficienti, sostenibili.

In un tornante della Storia carico di aspettative (e allo stesso tempo di ansie), “ricucire” l’Italia ricongiungendo – anche ferroviariamente – Matera al resto del Paese credo sia un importante segnale di fiducia e uno sprone a massimizzare gli sforzi di un’intera comunità nazionale nell’immane sfida del Recovery Plan.



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