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Biden chiude la China Initiative di Trump. Ecco perché

Fallimenti legali, accuse di maccartismo e timori per l’innovazione. Il programma del dipartimento di Giustizia si ferma. Pechino è una minaccia per la sicurezza economica, ma lo sono anche Mosca, Teheran e Pyongyang

Dopo alcuni fallimenti legali, diverse accuse di maccartismo e timori di “caccia alle streghe” che frena l’innovazione, il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha deciso di chiudere la China Initiative, programmato lanciato nel 2018 (sotto l’amministrazione di Donald Trump) per contrastare lo spionaggio economico cinese nelle università e negli istituti di ricerca. A comunicarlo è stato Matthew Olsen, assistente procuratore generale e nuovo capo della divisione che si occupa di sicurezza nazionale. La minaccia che il governo cinese pone è “significativa” ma “questa iniziativa non è il giusto approccio”, ha detto in un discorso mercoledì alla George Mason University.

Olsen si è detto d’accordo con Christopher Wray, direttore dell’Fbi, che poche settimane fa aveva definito la Cina “la minaccia più grande per le nostre idee, la nostra innovazione e la nostra sicurezza economica”. La causa dei problemi sono i leader della Cina, non i cittadini, aveva precisato: “non il popolo cinese, e certamente non i cinesi americani, che sono essi stessi spesso vittime dell’aggressione illegale del governo cinese”.

Ma l’ampio spettro di minacce, che include Russia, Iran e Corea del Nord oltre alla Cina, richiede un approccio più ampio, ha sostenuto Olsen promettendo un lavoro ancor più sinergico con Fbi e intelligence. La nuova strategia sarà “guidata dalle minacce”, ha spiegato Olsen. “Daremo priorità al lavoro in corso alla divisione per la sicurezza nazionale e assegneremo le nostre risorse per affrontare queste minacce a testa alta, preservando allo stesso tempo la nostra flessibilità per contrastare efficacemente questa attività”, ha concluso.

Rispondendo alle preoccupazioni delle associazioni per i diritti civili, degli accademici e degli scienziati sugli effetti negativi causati del programma, ha detto: “Credo che la China Initiative sia stata guidata da genuine preoccupazioni di sicurezza nazionale, ma sono anche consapevole che il dipartimento deve mantenere la fiducia delle persone che serviamo”. Tradotto: via il nome, l’impegno resta al pari della minaccia.


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