Intervista di Formiche.net al fondatore di Eurasia Group che si scaglia contro il premier e Palazzo Chigi: una vergogna trattare per gas mentre a Kiev muoiono, la democrazia conta ancora? Draghi rischia di diventare come l’ex cancelliere tedesco Schröder, confermi la sua reputazione e batta un colpo: dica sì all’esclusione della Russia da Swift
“Di questo passo, Mario Draghi rischia di diventare un nuovo Gerhard Schröder”. Ian Bremmer, presidente di Eurasia Group e politologo americano di fama, è furibondo con il governo italiano e il suo leader.
Mentre i carri armati russi distruggono Kiev e Vladimir Putin ordina un golpe in Ucraina contro il governo di Volodymyr Zelensky su twitter l’analista rivolge un duro monito all’inquilino di Palazzo Chigi. “Il primo ministro Draghi dovrebbe occuparsi di riformare il governo italiano. La crisi russa è stata un disastro per la sua reputazione”.
Al telefono con Formiche.net dagli Stati Uniti, Bremmer, attento conoscitore delle dinamiche italiane, rincara la dose. “Stiamo assistendo a crimini di guerra commessi da Putin contro lo Stato indipendente dell’Ucraina che non ha alcuna colpa se non quella di difendere il suo diritto all’autodeterminazione e alla democrazia. L’idea che in mezzo a tutto questo Draghi cerchi di parlare con Putin per discutere di diplomazia del gas e che l’Italia stia cercando di trattare in Europa per escludere dalle sanzioni europee i suoi beni di lusso fa letteralmente a pezzi la reputazione del premier”. Le indiscrezioni su una trattativa per escludere il settore lusso dalle sanzioni europee, circolate in giornata su alcuni media, non hanno trovato conferma.
La voce di Bremmer si spezza, è visibilmente emozionato dagli eventi a Kiev. Paragona il premier italiano a Schroder, l’ex cancelliere tedesco oggi lobbista del colosso del gas russo Gazprom e impegnato a tuonare contro l’Europa per fermare le sanzioni, “la strada è quella”. “Quello italiano è un atteggiamento meschino, vile, di corte vedute. Draghi ha dimostrato di essere un leader così forte e così a lungo in Europa e in Italia. Vederlo assumere una posizione del genere di fronte alla Russia è il segno di un giudizio sbalorditivo e sbagliato”. Le critiche di Bremmer non sono isolate. Su twitter altri osservatori hanno avanzato dubbi su una posizione del governo italiano considerata troppo ambigua nella crisi.
Il politologo fa in particolare riferimento alle trattative in corso in Europa per imporre nuove sanzioni contro la Russia. Questa sera il Consiglio europeo dovrebbe approvare un ulteriore pacchetto che fra le altre cose congelerà direttamente gli asset di Putin e del suo ministro degli Esteri Sergei Lavrov.
Non basta, avvisa l’esperto dagli Usa. Sullo sfondo aleggia quella che Parigi ha oggi definito “l’arma nucleare”, cioè l’esclusione della Russia da Swift, il sistema di comunicazione internazionale per le transazioni bancarie. Un passo ritenuto da gran parte degli esperti come un duro colpo contro la sostenibilità dell’economia russa. Nella serata di venerdì anche Francia e Germania, inizialmente scettici, hanno aperto alla possibilità. Fonti vicine a Palazzo Chigi precisano che “non vi è alcuna richiesta di eccezione sulle sanzioni da parte dell’Italia. La posizione italiana è allineata a quella della Ue”.
“Cosa aspetta l’Italia a unirsi? Dovrebbe farlo subito – dice Bremmer – ora che Macron e Scholz hanno aperto è il momento di agire. Gli ucraini in queste ore stanno sacrificando tutto quello che hanno, in migliaia moriranno. Preoccuparsi del settore del lusso di fronte a questo significa mandare un messaggio chiaro: la democrazia non ha importanza”.