Skip to main content

Gli F-35 svizzeri verso Cameri. Italia polo europeo del Lightning II

Ha fatto visita a Cameri il capo di Armasuisse, l’ente svizzero per l’approvvigionamento militare, per discutere insieme all’omologo italiano, Luciano Portolano, della possibilità di produrre alcuni dei suoi F-35 nel sito di produzione piemontese. Dopo l’Olanda, sarebbe il secondo Paese europeo a produrre i caccia della Lockheed Martin nel nostro Paese, con la possibilità che seguano altri (Finlandia e, forse, Germania)

Una delegazione di Armasuisse, l’ufficio federale responsabile dell’armamento delle forze armate elvetiche, ha incontrato a Cameri il segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli Armamenti (Sga/Dna), Luciano Portolano, i rappresentati del ministero della Difesa, del programma italiano F-35 e di Leonardo. A guidare la delegazione svizzera il capo dell’Armamento, Martin Sonderegger, accompagnato dai principali capi-progetto del programma Air2030, che prevede di dotare l’Aeronautica di Berna di 36 F-35A. La scelta di Cameri non è casuale, dal momento che la rappresentanza svizzera è giunta in Italia per colloqui bilaterali per avviare la produzione di alcuni dei caccia della Lockheed Martin proprio in Italia.

Gli F-35 svizzeri

La decisione della Svizzera di acquistare i Lighting II è arrivata a giugno nel 2021, dopo l’annuncio del Consiglio federale svizzero della vittoria dell’F-35 nella competizione per rinnovare i caccia della Confederazione, programma approvato anche da un referendum popolare. Una spesa che dovrebbe aggirarsi intorno ai cinque miliardi di franchi svizzeri (circa cinque miliardi e mezzo di dollari). Nell’ambito dell’incontro, la delegazione svizzera ha avuto anche modo di visitare lo stabilimento di produzione e manutenzione di Cameri. Riferendosi ai colloqui, proprio Sonderegger ha commentato: “Abbiamo acquisito una visione interessante dei processi di produzione dell’F’35 in Italia e siamo molto interessati ad approfondire ulteriormente la cooperazione”.

Un polo europeo

Già allora l’attenzione del nostro Paese si era rivolta alla decisione svizzera, a cui di recente si è aggregata anche la Finlandia (e forse la Germania). I colloqui di oggi trovano, dunque, l’Italia in una posizione privilegiata per inserirsi nella linea di produzione degli F-35 destinati alle nazioni del Vecchio continente. A Cameri, infatti, si trova una delle sole due linee di produzione dell’F-35 fuori dagli Stati Uniti (l’altra è in Giappone), e l’unica in Europa. L’Italia ha partecipato al programma F-35 fin dall’inizio e l’Aeronautica militare e la Marina militare utilizzano attualmente gli aerei in versione convenzionale (versione A) e a decollo corto e atterraggio verticale (versione B). Inoltre, Cameri produce anche gli F-35A per le forze aeree olandesi.

Gli F-35 italiani

Il valore del programma F-35 è stato ribadito anche dal Documento programmatico pluriennale (Dpp) della Difesa per il triennio 2021-2023, firmato ad agosto del 2021 dal ministro Lorenzo Guerini. Gli impegni per il caccia di quinta generazione sono stati tutti confermati, con la divisione tra Fase 1 e 2. Il Dpp ha anche spiegato che “nell’ambito dell’opportuna strategia di compressione temporale del programma, nel 2022 si perfezioneranno gli atti negoziali preliminari all’avvio della Fase 2B”, per acquisire 35 velivoli per un onere complessivo fino al 2031 dell’ordine di sette miliardi.

Foto: Dipartimento federale della Difesa svizzero

×

Iscriviti alla newsletter