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Quanti militari e mezzi schiera l’Italia. E come aiuterà i profughi

Tra emergenza profughi e sicurezza, le istituzioni europee e il governo italiano lavorano a iniziative di sostegno ai Paesi che confinano con l’Ucraina per assicurare la protezione di chi fugge dalla guerra. Sul fronte militare, invece, il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che proroga le missioni già in atto da anni sul fianco Est della Nato

Aiuti umanitari ai profughi che fuggono dall’Ucraina e invio di altri militari nei Paesi baltici sono i temi in discussione nei governi europei. Il Consiglio dei ministri, inoltre, ha deciso tre mesi di stato di emergenza per interventi all’estero per consentire interventi della Protezione civile e della Protezione civile europea. Il Dipartimento della Protezione civile metterà a disposizione dell’Ucraina 200 tende da campo per una capacità di mille posti letto.

L’emergenza profughi

Alle 15 di domani, sabato 26, si terrà una sessione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Interno europei che si occuperà in particolare dei profughi e della sicurezza, oltre alle misure di ritorsione. Impossibile quantificare le persone che stanno fuggendo in queste ore, ma secondo l’Unhcr sono già 100mila mentre l’arcivescovo di Vilnius, monsignor Gintaras Grusas, parla di 100mila in arrivo nella sola Lituania. I primi segnali di accoglienza riguardano la Romania e la Polonia che nella notte hanno aperto i confini e, come ha detto anche il presidente Mario Draghi nell’informativa in Parlamento, ci si aspetta un “ingente afflusso” verso i Paesi europei limitrofi. Per ora la Caritas ha allestito in Moldavia tre centri per 500 profughi e in Polonia altri centri per 2mila persone. Nel frattempo, l’Organizzazione mondiale della sanità ha stanziato 3,3 milioni di dollari per l’invio di materiale medico in Ucraina.

Il vertice convocato dalla Francia che presiede il semestre dovrebbe approvare immediate misure di sostegno ai Paesi confinanti con l’Ucraina, misure di prima accoglienza come moduli abitativi e ogni materiale necessario in caso di calamità. Nei mesi scorsi ci fu una crisi umanitaria ai confini tra Bielorussia e Polonia tanto che si parlò di guerra ibrida da parte del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, che usava i migranti come arma di pressione. Ora la situazione è del tutto diversa e la stessa Polonia, membro dell’Ue e della Nato, sta già accogliendo gli ucraini in fuga.

Un’agenda di corridoi umanitari è stata chiesta dal segretario del Pd, Enrico Letta, e l’Italia si sta ponendo il problema dei ricongiungimenti familiari, con tutte le difficoltà burocratiche che comporta, perché gli ucraini nel nostro Paese sono 236mila, il numero più alto in Europa, il 77 per cento composto da donne. Gli ultimi dati disponibili sulle rimesse sono del primo semestre 2021: in Ucraina furono mandati 141,2 milioni di euro, il 3,9 per cento in meno dell’anno precedente a causa della pandemia anche se in netta crescita nella media 2016-2021 con un aumento del 96,5 per cento.

L’impegno militare

Sul fronte militare il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che proroga le missioni Nato già in atto: in dettaglio, in Lettonia con il Task group Baltic, con massimo 250 soldati e 139 mezzi terrestri, poche unità in più di ora; in Romania con 130 militari e 12 mezzi aerei, di cui quattro caccia Eurofighter e pattugliamento aereo con un rifornitore e un mezzo per raccolta dati, dunque per intelligence; in mare con la missione Standard Naval Forces, con 235 unità al massimo (in leggero calo), due mezzi navali e uno ulteriore in caso di necessità.

L’Italia mette a disposizione 1.350 militari per l’alta prontezza operativa, 77 mezzi terrestri, 2 mezzi navali a partire dal secondo semestre 2022 e 5 aerei. Questo dispositivo sarà integrato nella Vjtf, Very High Readiness Task Force: non è stato deciso ancora quali reparti saranno impegnati, l’autorizzazione scadrà il 30 settembre prossimo, la pianificazione operativa non è stata avviata.

La consistenza massima per queste missioni è stata fissata in 1.970 unità, ma è stata decisa anche la disponibilità di altre 2mila unità in caso di richiesta dell’Alleanza atlantica elevando la prontezza delle unità di rinforzo (Iffg, Immediate Follow-on Forces Group) sia per aumentare la presenza nei teatri operativi sia per eventuali rotazioni. Sono stati anche stanziati 10 milioni in più per rinforzare la sicurezza delle sedi diplomatiche.

I militari italiani saranno posti sotto il comando supremo della Nato (Shape) com’è stato deciso dal Consiglio Nord Atlantico sulla base dell’articolo 4 e come ha riferito Draghi alle Camere. Il comandante di Shape è il generale americano Tod Walters. Inoltre, sono stati stanziati 12 milioni di euro per mezzi e materiale militare da donare al governo ucraino.

Anche la Gran Bretagna ha deciso di rafforzare la propria presenza nei Paesi Baltici raddoppiandola in Estonia. Al gruppo di battaglia del Royal Tank Regiment si aggiungerà quello del Royal Welsh con il comando della 12ª Brigata meccanizzata. Secondo il viceministro della Difesa, James Heappey, gli inglesi schiereranno così una brigata corazzata.

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