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Guerini presenta la linea della Difesa e si prepara alla ministeriale Nato

In audizione il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha fatto il punto sulla presenza dei nostri militari (in Lettonia, Romania e nel Mediterraneo orientale) tra le forze schierate dalla Nato per la crisi ucraina e, in vista della riunione della prossima settimana, ha ribadito la necessità di potenziare la presenza anche nei Paesi dell’Europa sudorientale

Intervenendo davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, il ministro Lorenzo Guerini ha illustrato la situazione sul campo nella crisi ucraina e l’impegno delle Forze armate italiane nell’architettura di deterrenza e difesa dello spazio euro-atlantico. Il ministro ha anche anticipato che, in vista della prossima ministeriale Nato del 16 e 17 febbraio, intende portare all’attenzione dell’Alleanza la necessità di non lasciare sguarnito il fianco sud, prevedendo un dispiegamento potenziato di forze alleate analogo a quello già disposto in Polonia e nei Paesi baltici.

Per Guerini, ascoltato insieme al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la deterrenza dovrà andare di pari passo con la diplomazia: “È necessario lavorare per non aumentare la tensione e mantenere un dialogo costruttivo, ma con un messaggio chiaro: le azioni destabilizzanti non saranno prive di conseguenze”.

Lo schieramento russo

La situazione sul campo continua a essere particolarmente tesa e preoccupante. Al momento, la Russia schiera dalla Bielorussia alla Crimea oltre centomila uomini, circa 81 battaglioni, dotati di mezzi terrestri, corazzati, blindati e sistemi di artiglieria. Completa il quadro una presenza navale rafforzata nel Mar Nero e, recentemente, nel Mediterraneo. “Il dispositivo militare russo – ha spiegato ancora Guerini – si è rafforzato qualitativamente e quantitativamente e viene impiegato in maniera più assertiva come strumento della Russia su scala internazionale”. A preoccupare è anche la crescente presenza russa nel mercato degli armamenti e il continuo sostegno economico e materiale alle formazioni paramilitari attive in diversi scenari di crisi.

La reazione dell’Alleanza

La Nato, tuttavia, non si è fatta trovare impreparata dal comportamento aggressivo di Moca, secondo il ministro: “una problematica di lungo periodo che ha catalizzato l’attenzione dell’Alleanza”. È infatti almeno dal 2014, dall’annessione della Crimea, che il fianco est euro-atlantico vede delinearsi l’atteggiamento sempre più assertivo della Russia. “Di fronte al potenziamento russo – ha proseguito Guerini – l’Alleanza Atlantica ha rivisto il proprio approccio di deterrenza e difesa contro un peer competitor paragonabile per capacità e in grado di portare minacce concrete”. La Nato, infatti, ha sviluppato nel corso dell’ultimo decennio diversi piani di risposta graduali a seconda della minaccia, tenendo conto delle esigenze ragionali e subregionali, una pianificazione accompagnata anche da attività addestrative e operative.

L’impegno italiano

Nel corso dell’intervento, il ministro della Difesa ha ricordato anche i quattro punti che guidano l’azione del dicastero: “Rafforzare il ruolo del Paese nelle organizzazioni internazionali, Nato, Ue e Onu; contribuire alla sicurezza internazionale con la propria presenza quale fattore di stabilità negli scenari di crisi; rafforzare la cooperazione istituzionale internazionale e tutelare gli interessi nazionali ovunque nel mondo”. Azioni che per il ministro sono complementari e vanno condotte congiuntamente.

Per quanto riguarda la partecipazione delle Forze armate nell’architettura di deterrenza e difesa dello spazio euro-atlantico, la Difesa è attiva su quattro missioni principali. La prima vede i nostri militari impegnati in tutte le attività terrestri, navali e aeree nei territori dei Paesi alleati dell’Europa centrale e orientale, per assicurarne la difesa, tranquillizzarne la popolazione e come deterrente da possibili azioni ostili esterne.

Fondamentale è poi l’Air policing, con la nostra Aeronautica militare attualmente impiegata sui cieli della Romania, e grazie alla quale è possibile rivelare, tracciare e identificare potenziali assetti aerei in violazione dei confini orientali dell’Alleanza. Terzo, una presenza rafforzata avanzata con capacità di intervento in Polonia e nelle tre repubbliche baltiche grazie alla presenza in questi Paesi dei Battlegroup della Nato. Al momento, un battaglione di alpini è, infatti, schierato in Lettonia. Infine, le forze navali permanenti della Nato che conducono quotidianamente attività ed esercitazioni in tutti i bacini di responsabilità dell’Alleanza.

Una presenza rafforzata anche a sud

La presenza della Nato, tra l’altro, potrebbe rafforzarsi ulteriormente anche verso il fianco sud dell’Alleanza, come da tempo richiesto dal nostro Paese e reso ancor più urgente dalla crescente presenza navale russa. “La ministeriale Difesa della Nato del 16 e 17 febbraio sarà l’opportunità per dare seguito alla proposta di una presenza stabile dell’Alleanza anche nei Paesi dell’Europa sudorientale, in maniera analoga a quando accade in Polonia e nei Paesi baltici” ha rivelato il ministro Guerini, sottolineando come si tratterebbe di una misura necessaria per rafforzare la deterrenza a 360 gradi.

Deterrenza e dialogo

Ma le operazioni di deterrenza non sono le uniche da mettere in campo. Bisognerà, infatti, bilanciare la propria postura di Difesa mantenendo sempre aperto il dialogo con il Cremlino “Secondo un doppio binario che si è rivelato vincente fin dalla fine della Guerra fredda”, come espresso da Guerini. Il dialogo con Mosca, dunque, deve proseguire, con un approccio costruttivo che eviti anche malintesi e incidenti che possono portare a una escalation senza controllo. Centrali, però, saranno i principi di solidarietà tra alleati e la comunanza di valori. “Il rapporto transatlantico – ha voluto rimarcare il ministro della Difesa – è il cardine della pace in Europa”.



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