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Legati? Non più. Se Salvini scarica Putin

Fonti leghiste dicono all’Agi: l’intesa con Russia Unita, il partito di Putin, è lettera morta e non sarà più rinnovata. L’invasione russa in Ucraina spinge Salvini a diversi consigli. Formentini: solidarietà agli ucraini

Passo indietro sulla via per Mosca. L’invasione della Russia in Ucraina spinge la Lega e Matteo Salvini a cambiare rotta.

Nella serata di giovedì, mentre i carri armati russi si fanno strada verso Kiev tra i bombardamenti e gli scontri con l’esercito ucraino, una velina irrompe nelle agenzie italiane. È dell’Agi e dice: “Fonti Lega, nessuna collaborazione con Russia Unita”. Il riferimento va all’accordo quinquennale siglato dall’allora Lega Nord con il partito di Vladimir Putin il 6 marzo del 2017 per inaugurare una collaborazione stretta tra le due forze politiche su vari fronti. Accordo che, ha ricordato Formiche.net in questi giorni, scade tra sole due settimane.

Non verrà rinnovato, dicono ora “fonti qualificate” all’Agi. Quell’intesa è “rimasta sulla carta” e “non ha mai prodotto una collaborazione concreta” e dunque “nessun rinnovo all’ordine del giorno”. A cadere nel vuoto sarà anche il memorandum firmato tra i movimenti giovanili firmato nell’ottobre del 2017 alla presenza dell’allora coordinatore Andrea Crippa.

Fin dai primi bombardamenti e sconfinamenti dell’esercito russo in Ucraina all’alba, il segretario della Lega Salvini è intervenuto a più riprese sulla crisi in corso, senza però condannare direttamente la Russia come responsabile ma invitando a fermare “ogni aggressione militare” e “una guerra folle”. Nel pomeriggio ha convocato una riunione dei vertici di partito per fare il punto sull’escalation ucraina e si è recato all’ambasciata ucraina a Roma per “consegnare un mazzo di tulipani bianchi in segno di solidarietà per le vittime e amicizia con il popolo sotto attacco”, parlando con l’ambasciatore Yaroslav Melnyk per “rinnovare i sentimenti di fratellanza e offrire tutto l’aiuto e il supporto possibili”.

Se confermato – manca ancora un comunicato ufficiale del partito – lo stralcio dell’accordo con Russia Unita diventerebbe il segnale politico di un allineamento con le altre forze di maggioranza, compatte nella condanna dell’aggressione russa (come all’opposizione Giorgia Meloni).

Già quattro anni fa l’intesa con Russia Unita, il partito del presidente russo, aveva aperto un dibattito nel mondo della sicurezza. Salvini si apprestava infatti a diventare vicepremier e ministro dell’Interno, incarichi che richiedono il “Nos” (Nulla Osta di Sicurezza), un’autorizzazione specifica ad accedere a informazioni classificate di intelligence.

Un onere da alcuni ritenuto incompatibile con l’accordo politico russo che, al punto 1 prevedeva “uno scambio informativo” su “temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica Italiana e sulle relazioni bilaterali e internazionali”.

Nella mattina Salvini ha comunque ribadito di dare “pieno mandato” alla posizione del premier Mario Draghi, che ha definito “impossibile” qualsiasi dialogo con Mosca in questo momento e promesso di lavorare con l’Ue a un pacchetto di sanzioni senza precedenti contro l’economia russa.

Nel frattempo sono tornati a partecipare ai lavori del Copasir i leghisti Paolo Arrigoni e Raffaele Volpi dopo mesi di astensione in protesta con l’elezione alla presidenza del comitato di Adolfo Urso, senatore di Fdi. Tra le fila del Carroccio non sono mancate prese di posizione particolarmente nette contro l’invasione russa. È il caso di Paolo Formentini, deputato della Lega in Commissione Esteri, di cui è vicepresidente.

Reduce da un incontro in commissione con i parlamentari ucraini videocollegati, ha spiegato che “l’invasione militare dell’Ucraina da parte della Federazione Russa impone a tutte le forze politiche massima responsabilità e coesione” esprimendo “solidarietà” ai colleghi di Kiev.

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