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Da che parte stanno Lega e Forza Italia? La provocazione di Lucaselli (FdI)

Intervista a Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia e componente della commissione Bilancio della Camera: “Non siamo mai stati interessati a una federazione di centrodestra, figurarsi ora dopo quanto successo con l’elezione del Presidente della Repubblica”. La legge elettorale? “Misurerà le reali intenzioni di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi”

L’ipotesi di federazione tra Lega e Forza Italia? “Noi non siamo mai stati interessati, figurarsi ora dopo quanto successo con l’elezione del Presidente della Repubblica”. La legge elettorale? “Misurerà la reale voglia di centrodestra di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi: nel nostro orizzonte c’è solo il maggioritario”. Le eventuali ripercussioni sul territorio? “In linea di massima non penso ci saranno grossi scossoni a livello locale”.

Parola di Ylenja Lucaselli, deputata di Fratelli d’Italia e componente della commissione Bilancio della Camera, che in questa conversazione con Formiche.net ha fatto il punto della situazione sui rapporti nel centrodestra a seguito della rottura che si è consumata nei giorni scorsi sul Quirinale.

Onorevole Lucaselli, vista dalla prospettiva di un’esponente di Fratelli d’Italia possiamo ufficializzare che il centrodestra ormai non c’è più?

Lo stato di salute non è sicuramente buono, per usare un eufemismo, come d’altronde è sotto gli occhi tutti. A livello parlamentare la coalizione non esiste, questo è un dato di fatto, ma fuori dalla Camera e dal Senato dobbiamo provare a tenerla in piedi.

Intanto però Matteo Salvini ha proposto una federazione a due a Silvio Berlusconi. Vi sentite ancora una volta esclusi dal centrodestra?

Non credo affatto che Giorgia Meloni se ne sia in qualche modo dispiaciuta. Già ci eravamo dichiarati contrari a questa ipotesi quando era stata ventilata la prima volta e non mi pare che nel frattempo i rapporti interni al centrodestra siano cambiati in meglio. Anzi. E poi, che non potrebbe funzionare, lo sappiamo perfettamente.

Perché?

Perché ci siamo già passati con il Popolo della Libertà: all’interno dei singoli partiti ci sono spinte e sensibilità troppo diverse per pensare di poter creare un contenitore politico che possa andar bene per tutti. Piuttosto, dovremmo cercare di far funzionare questa coalizione se ne siamo in grado.

Lucaselli, ma la proposta di una federazione di centrodestra non le sembra ancor più difficile da realizzare alla luce di quanto successo durante il voto per il Quirinale? In teoria, ci si dovrebbe federare o unire quando si va d’accordo…

Credo che Salvini voglia provare a compattare il centrodestra di governo anche nell’ottica di rivolgersi sempre di più a un elettorato che potremmo definire moderato e conservatore. Ma il tema vero, a mio avviso, è un altro.

Cioè?

Qui non si tratta di fare un’operazione di palazzo, che coinvolga solo i gruppi parlamentari, bensì di tentare di ritrovare una strada comune su tutte le più importanti questioni che stiamo vivendo, a partire da quelle di politica economica, industriale e sanitaria. Dovremmo ripartire dalle priorità e dai valori che abbiamo in comune.

Scusi Lucaselli, però la Lega è già al secondo governo in questa legislatura e Forza Italia al primo, mentre voi siete sempre rimasti all’opposizione. Non basta questo per certificare che la pensate diversamente?

La premessa è che siamo orgogliosi di aver mantenuto coerentemente la nostra linea. Siamo sempre rimasti dalla stessa parte, quella degli italiani, come ha detto Giorgia Meloni. Comportamento che mi pare abbia anche pagato in termini di consensi. Detto questo, dobbiamo anche riconoscere che Lega e Forza Italia decisero di aderire al governo di Mario Draghi solo dopo aver consultato Fratelli d’Italia. Insomma, uno scambio e una condivisione ci furono.

Però voi alla fine ne siete rimasti fuori. Una bella differenza, no?

Certamente, e ne siamo fieri come le dicevo. Salvini e Berlusconi ci dissero che entravano al governo per orientarne le scelte in un’ottica per così dire di centrodestra, per evitare storture ed errori e, quindi, anche per impedire il dilagare del centrosinistra. Oggi però abbiamo la certezza che non ci sono riusciti.

Dunque non ha senso che continuino a farne parte?

Esattamente, provarci poteva pure avere in qualche modo un senso, anche se non abbiamo minimamente condiviso la loro scelta. Perseverare però è diabolico. Tanto più che il governo continua ad assumere decisioni difficili da condividere, com’è accaduto in occasione del Consiglio dei ministri di ieri.

Lei teme, Lucaselli, che la spaccatura che si è consumata tra Salvini e Meloni in questi giorni sia così profonda da rischiare di non poter essere in alcun modo sanata?

Oggi, a caldo, inevitabilmente è difficile, ma Meloni è una vera leader e una politica esperta: confido nelle sue capacità e nelle sue decisioni. Sono certa che torneranno a interloquire, non c’è alternativa. Anche perché, non dobbiamo dimenticarcelo, continuiamo a governare insieme in numerose regioni e tantissimi comuni. Questo percorso, però, non sarà né facile né breve. E soprattutto occorre che pure Salvini lo voglia e che faccia passi concreti in tal senso, a maggior ragione dopo quanto avvenuto nei giorni scorsi.

Il banco di prova sarà la legge elettorale? È da questa partita che misurerete la reale voglia di centrodestra di Lega e Forza Italia?

Non c’è dubbio che sia così: sarà la legge elettorale a determinare il modo in cui sarà governato il Paese negli anni a venire. Da questo punto di vista non vogliamo prestare il fianco ad alcun dubbio: diciamo no a qualsiasi riforma che possa andare in senso proporzionale.

Dunque proponete il maggioritario? 

Assolutamente sì o, almeno, che non si ritocchi l’attuale legge in modo proporzionale.

Lucaselli, come molti suoi colleghi lei sta rivendicando con forza la coerenza di FdI, il suo non scendere mai a patti. Ma non teme che tutto ciò vi confini all’opposizione? La politica è pur sempre l’arte delle mediazioni impossibili.

Siamo convinti che sia possibile perseguire gli interessi del Paese e degli italiani solo con questo comportamento e con questa coerenza. Questo è l’unico modo a nostro avviso.

Però al governo del Paese così rischiate di non andarci mai?

Le rispondo che è meglio rimanere all’opposizione che scendere a compromessi di cui non si è convinti o andare al governo ma tradendo la propria storia e il proprio elettorato. Anzi, sono sicura che questo atteggiamento ci premierà.

Ultime considerazioni sulla dimensione locale. Teme che questi scossoni a livello nazionale possano ripercuotersi sui territori? Ieri, ad esempio, c’è stato l’attacco di Edoardo Rixi della Lega nei confronti di Giovanni Toti

Il caso Toti lo considero quasi a parte. Coraggio Italia ha fatto mancare i suoi voti a Maria Elisabetta Alberti Casellati ancor prima della rottura che si è consumata sulla rielezione di Sergio Mattarella, quando il centrodestra aveva deciso di tentare. Un episodio oggettivamente grave in un’ottica di coalizione, ma non so poi cosa potrà effettivamente accadere in Liguria.

Ecco, Toti a parte, cosa pensa succederà sui territori?

In linea di massima non penso ci saranno grosse ripercussioni a livello locale. Spero e credo che continueremo a governare insieme. Soprattutto, mi permetto di aggiungere, perché lo sappiamo far bene.



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