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Caso Mancini, politica e 007. Il rapporto Copasir

Nella relazione annuale il Copasir interviene sul rapporto tra politica e Servizi segreti. Bene la direttiva Gabrielli-Belloni dopo il caso Renzi-Mancini, e gli 007 potrebbero essere “obbligati” a rivelare i colloqui con i parlamentari. Monito sul rinnovo degli incarichi. E l’Aise deve essere potenziato

Intelligence e politica, tempo di un chiarimento. Il Copasir interviene su uno dei punti più caldi del dibattito politico con un capitolo dedicato nella relazione annuale. Nel testo il comitato parlamentare di controllo dell’intelligence presieduto dal senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso fa il punto sulle iniziative prese dal comparto e dal governo per limitare e regolare le sovrapposizioni tra Servizi segreti e politica.

Un tema tornato alla ribalta delle cronache con la ventilata candidatura per il Quirinale della direttrice del Dis Elisabetta Belloni e un recente incontro dell’ambasciatrice con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Nella relazione il comitato bipartisan ripercorre gli interventi succedutesi a partire dal “caso Mancini”, l’incontro in Autogrill tra l’ex agente dell’Aise Marco Mancini e l’ex premier Matteo Renzi rivelato dalla trasmissione Report durante la crisi del governo Conte-bis.

Sulla vicenda era intervenuta nei mesi successivi una direttiva dell’autorità delegata per l’intelligence Franco Gabrielli che ha voluto regolare più severamente gli incontri tra politici e membri dei Servizi. Una stretta cui era seguita un’altra direttiva interna al Dis a guida Belloni per sottoporre ad autorizzazione preventiva eventuali incontri degli 007 con un politico.

Tra le misure prese in considerazione, rivela oggi il Copasir, c’è addirittura la possibilità di “obbligare il personale degli apparati di intelligence a rivelare il contenuto di un colloquio con un parlamentare”, precisando però che “l’introduzione dell’autorizzazione pone su questo fronte delle questioni indubbiamente da definire”. Se fosse entrata in vigore una simile disposizione un anno fa, Mancini, peraltro audito la scorsa primavera proprio dal Copasir, sarebbe stato “costretto” a rivelare il dialogo con il senatore di Rignano sull’Arno. Dal divieto di incontri con i politici, ricorda però il Copasir citando la direttiva, “vengono esclusi gli incontri dei direttori” delle agenzie di intelligence.

Sulla disciplina il comitato di Palazzo San Macuto ha qualche dubbio. Potrebbe essere troppo stringente perché incontri tra parlamentari e 007 “potrebbero avere luogo in modo del tutto casuale e senza che gli stessi parlamentari abbiano conoscenza che il proprio interlocutore appartenga al Comparto”. In particolare il Copasir mette in guardia dal “ricorso a forme di registrazione, di alcun tipo, con annotazione di eventuali incontri avvenuti tra parlamentari e personale degli Organismi di informazione per la sicurezza e dei loro contenuti”, perché “minerebbe le garanzie di rango costituzionale che sono attribuite ai membri del Parlamento”.

Un’altra questione che ha tenuto banco negli ultimi anni sul rapporto tra politica e servizi è il rinnovo o la proroga delle cariche di vertice di questi ultimi. Nell’estate del 2020 una modifica inserita nel “Decreto agosto” per prorogare di un anno l’incarico del direttore dell’Aisi Mario Parente aveva causato forti malumori nello stesso Movimento Cinque Stelle per il modus operandi del governo Conte. Malumori riemersi in parte con un emendamento nell’ultimo milleproroghe per cambiare la disciplina dell’incarico dei direttori.

Nella relazione annuale il Copasir prende posizione, ritenendo “errato” che “per ben due volte nell’arco della legislatura, si sia intervenuto sulla stessa norma che fu oggetto di un confronto significativo durante i lavori prezparatori della stessa legge n. 124 del 2007”. Di qui “rinnova dunque la forte raccomandazione a cercare di ridurre il più possibile misure che, pur dettate dalla ragione di assicurare continuità e stabilità nella conduzione di apparati indispensabili a garantire la sicurezza nazionale, sono inserite in provvedimenti d’urgenza che non consentono nell’iter di conversione parlamentare e nella necessaria interlocuzione preventiva con il Comitato un’adeguata ponderazione”.

Un passaggio rilevante della relazione sul rapporto con i Servizi riguarda l’Aise, l’agenzia per l’estero guidata da Gianni Caravelli. Per il Copasir è infatti opportuno e urgente un potenziamento della presenza degli 007 italiani all’estero nei quadranti più sensibili per l’interesse nazionale. Se l’Aise (e in particolare Caravelli, già da vicedirettore) è infatti presente sul campo e influente in scenari come “Afghanistan, Libia e nelle aree del Medio Oriente”, è necessaria “una presenza maggiormente significativa anche in altri contesti di prioritario interesse nazionale” per evitare che la missione dell’Aise sia “relegata ad una pur apprezzabile azione di supporto verso le rappresentanze diplomatiche.”


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