L’ex sindaco di New York chiamato dalla Difesa alla guida di un comitato per l’innovazione. Non è il primo caso di porte girevoli tra il dipartimento e Big Tech
Il miliardario Mike Bloomberg, ex sindaco della città di New York, è stato nominato presidente del Defense Innovation Board, comitato di supervisione del Pentagono che consegna raccomandazioni al segretario della Difesa degli Stati Uniti nei settori tecnologici e ad altri vertici.
LE PAROLE DEL PENTAGONO…
Lloyd Austin, segretario alla Difesa, ha voluto “sfruttare la sua esperienza in intuizioni strategiche sull’innovazione, il business e il servizio pubblico”, ha dichiarato il portavoce John Kirby. “La sua leadership sarà fondamentale per garantire che il dipartimento abbia accesso alle menti migliori e più brillanti della scienza, della tecnologia e dell’innovazione attraverso il team di esperti diversi che guiderà come presidente di quel consiglio”.
… E QUELLE DI BLOOMBERG
“L’innovazione e l’adattabilità sono assolutamente critiche in qualsiasi grande organizzazione e non c’è organizzazione più grande o più complessa del dipartimento della Difesa”, ha detto Bloomberg. “Con i rapidi progressi nella tecnologia che avvengono insieme a minacce in rapida evoluzione per la nostra sicurezza nazionale e la sicurezza dei nostri membri del servizio, la nostra più grande agenzia governativa deve anche essere la più lungimirante”.
IL RESET POST TRUMP
All’inizio dello scorso anno, il segretario Austin aveva sospeso il lavoro di tutti i comitati consultivi del Pentagono per la presenza di fedelissimi dell’ex presidente Donald Trump. Prima di riaprire quello affidato a Bloomberg, aveva rilanciato il Defense Business Board, a settembre, presieduto da Deborah Lee James, ex segretaria dell’Air Force.
PORTE GIREVOLI
Come ricorda DefenseOne, primo presidente del consiglio, dal 2016 al 2020, è stato Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Google. Mark Sirangelo, manager dell’industria della difesa, ha poi preso il timone. Ma alcuni hanno fatto il percorso inverso. È il caso, per esempio, di Josh Marcuse, che meno di due anni fa aveva lasciato il suo incarico da direttore esecutivo del Defense Innovation Board per diventare capo della strategia e dell’innovazione per il settore pubblico globale di Google. “È un altro segno del rapporto in via di guarigione tra il dipartimento della Difesa e Big Tech”, commentava allora DefenseOne.