Un’arma in più per le policies turche, già dipendenti dal drone Uav che gli ha permesso di andare a dama in Libia. La Grecia risponde con il sistema israeliano anti-droni?
Mini sottomarini e lance senza pilota: così l’industria militare turca prova a scompaginare gli equilibri nel Mediterraneo orientale. Ankara metterà in produzione entro il 2022 l’STM-500, mini sottomarino di 42 metri e con un equipaggio di 18 persone. Assieme alle lance-motoscafo senza pilota che già soon in uso dentro e fuori dal Bosforo, saranno un’arma in più per le politiche di Erdogan, già dipendenti dal drone Uav che gli ha permesso di andare a dama in Libia.
La mano dell’Iran?
Il nuovo mezzo super tecnologico verrà spinto da un motore diesel e da batterie che gli conferiscono una velocità massima di 18 nodi con l’utilizzo di diesel e una velocità mantenuta di 5 nodi. L’autonomia è di 3.500 miglia nautiche con motori diesel mentre i motori elettrici possono guidarla fino a 75 miglia. La profondità massima è di 250 metri. L’armamento è composto da siluri, missili e mine. Fonti diplomatiche fanno ventilare l’ipotesi che i mini sommergibili siano stati tirati fuori da progetti risalenti alla Guerra Fredda, quando l’ex Unione Sovietica li aveva sviluppati in segreto e utilizzati nelle acque costiere norvegesi e svedesi, per poi fare le fortune di altri Paesi. Oggi Ankara potrebbe aver goduto del supporto tecnico di Teheran per affinare quei progetti e portarli nella fase della produzione.
Cosa cambia nell’Egeo
Il primo quesito è relativo a come cambieranno i rapporti di forza nel Mediterraneo orientale e nell’Egeo, dove la Grecia ha dato una sterzata notevole ai suoi mezzi grazie all’acquisto di 18 caccia Rafale francesi e al prossimo acquisto di tre fregate sempre da Parigi. I nuovi mezzi turchi però assicurano una rapidità di movimento oggettiva, rispetto alla stazza di mezzi più grossi. Ci sarebbe il vantaggio di poter procedere alla penetrazione invisibile nelle acque costiere e poco profonde.
Non solo ricognizione o sorveglianza, ma anche allerta precoce e guerra anti-som tra le possibili implicazioni in un momento in cui le azioni di intelligence hanno coinvolto anche le pipeline e il dossier energetico, come accaduto in Bulgaria.
Trattato di Losanna
La Grecia intanto teme che possa così rafforzarsi l’azione di Ankara volta a mettere in discussione i trattati internazionali che hanno delimitato le isole più orientali dell’Egeo. Ancora una volta il ministro degli Esteri turco Mevlüt Çavuşoğlu ha ribadito l’invito della Turchia alla Grecia a smilitarizzare le isole, avvertendo che se Atene non cambierà posizione, inizierà il dibattito sulla loro sovranità.
“Abbiamo inviato due lettere all’Onu, le abbiamo inviate perché la Grecia sta violando il regime di smilitarizzazione delle isole. Queste isole furono cedute alla Grecia dai Trattati di Losanna del 1923 e Parigi del 1947 a condizione della loro smilitarizzazione. Ma la Grecia ha violato questo regime dagli anni ’60. Nella lettera che abbiamo scritto abbiamo menzionato che la Grecia viola i termini dei trattati, queste isole sono state date a condizioni e se la Grecia non cambia la sua posizione, la sovranità di queste isole è discutibile”, ha aggiunto.
Scenari
Due giorni fa un drone turco ha provocatoriamente sorvolato l’isolotto di Astakida, nell’arcipelago del Dodecaneso. L’episodio, ormai non isolato, rientra nelle azioni che F16 e droni turchi conducono costantemente. I droni turchi sono in grado di abbracciare una vasta area che va dal fiume Evros fino all’isola greca di Kastellorizo, per osservare i movimenti delle navi della marina greca e delle difese sulle isole greche dove la “controffensiva” è pronta da tempo. Il ministro greco della difesa Nikos Panagiotopoulos in occasione della sua recente visita in Israele ha ascoltato le proposte israeliane relative a sistemi antidroni che Atene potrebbe presto acquistare.
@FDepalo