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Partnership e investimenti. La strada per lo spazio italiano secondo Mulè

Di Giorgio Mulè

L’evoluzione tecnologica spaziale moltiplica sia le opportunità di sviluppo economico, sia le possibili minacce alla sicurezza. Diventa, perciò, imperativo sviluppare di misure adeguate di Difesa e l’Italia dovrà essere pronta a investire nel settore con una politica innovatrice e aperta alla cooperazione. L’intervento inviato dal sottosegretario alla Difesa, Giorgio Mulè, all’evento sul legame tra spazio e difesa dell’Istituto affari internazionali (Iai)

Il legame tra spazio e Difesa cresce e si espande in un contesto globale, riflettendo la natura intrinsecamente competitiva dello spazio. È quindi essenziale per l’Italia posizionarsi al meglio per sviluppare il proprio ruolo e gli interessi nazionali, attraverso politiche coerenti e aperte a relazioni bilaterali, bilanciate e costruttive.

Da un lato, sono in espansione le implicazioni militari della dimensione spaziale, dalla fase di produzione di un satellite, a quella del suo funzionamento in orbita, fino all’utilizzo finale del dato fornito ed alla fine della vita operativa di un assetto. Dall’altro lato, sono in espansione le minacce nel complesso dominio spaziale, sempre più credibili, con ripercussioni per la Difesa a volte provenienti da sviluppi prettamente civili e privati o di natura duale, oltre che militari.

In questo contesto, ogni forma di cooperazione che contribuisca a rafforzare la posizione e gli interessi del sistema Paese è strategica. L’Italia è certamente un pilastro nel contesto della cooperazione multilaterale europea, sia in ambito Esa che dell’Unione europea.

Lo studio dell’Istituto Affari Internazionali sottolinea come alcuni recenti sforzi istituzionali hanno contribuito a rafforzare la posizione nazionale in questo settore, nelle relazioni internazionali e ai tavoli negoziali. Il Paese può dirsi, a ragione, molto ben posizionato sul piano tecnologico e industriale, ma può e deve rilanciare il proprio ruolo anche a livello politico e nelle istituzioni europee.

L’Italia continua a tessere anche relazioni bilaterali con partner chiave per il futuro del settore. E continuare a coltivare la speciale relazione transatlantica nello spazio è di certo una priorità per il nostro Paese e per la Difesa. Coltivare la partnership politico-militare con gli Stati Uniti ha infatti una valenza strategica fondamentale, che consente di seguire da protagonisti gli sviluppi nello spazio, con effetti positivi a più livelli.

In campo tecnologico militare e industriale, alcune delle aree di expertise nazionale dove l’Italia sviluppa tecnologie altamente competitive e innovative coincidono e si inseriscono in un contesto di cooperazione virtuosa con gli Stati Uniti.

Ma la valenza strategica di una partnership transatlantica è tale che impegnarsi a consolidarla vuol dire anche rafforzare tanto la posizione nazionale in Europa quanto la posizione comune europea nel contesto globale, nell’idea di un’autonomia strategica aperta che deve ragionare di spazio avendo chiare le dinamiche del contesto internazionale. Per di più, coltivare le relazioni di amicizia con i partner americani ci permette di continuare ad assicurare la presenza dell’Italia a bordo della Stazione spaziale internazionale (Iss), una presenza prima di tutto tecnologica, basata sui moduli logistici e abitativi sviluppati orgogliosamente dall’Italia che a loro volta permettono la presenza fisica di astronauti italiani e la conduzione di progetti scientifici nazionali.

In quest’ottica, l’Italia è presente anche nel futuro dell’esplorazione scientifica ed umana dello spazio, in particolare per quanto riguarda l’orbita bassa terrestre e la Luna. Il posizionamento dell’industria nazionale e degli attori della Difesa ha basi solide, direi granitiche: l’Italia è presente e potrà guidare o dare contributi essenziali nel campo delle comunicazioni satellitari tra Terra e Luna, in quello dell’esplorazione in orbita e della superficie lunare, ed anche per quanto riguarda progetti squisitamente privati per il volo umano spaziale.

Basti ricordare gli accordi per dare vita ad una futura stazione orbitante privata che potrà garantire un avamposto umano in orbita bassa anche dopo la fine della vita operativa della Stazione spaziale internazionale.

In quanto a esplorazione, è importante evidenziare la partecipazione al programma statunitense Artemis per il ritorno sulla Luna, dove l’Italia è stata la prima tra le potenze spaziali europee a sottoscrivere l’impegno nazionale sulla futura esplorazione lunare, un impegno che ci proietta verso un numero interessante di vecchie e nuove attività in orbita.

Tra le tante applicazioni duali ricche di implicazioni per la Difesa ricordate dallo studio Iai, sono da sottolineare le tecnologie di servizi in orbita (in-orbit services), ma anche l’utilizzo dei dati satellitari geospaziali – soprattutto se potenziati dall’Intelligenza artificiale – il settore in fortissima crescita delle comunicazioni satellitari che cerca nuovi punti di equilibrio e potrà beneficiare di sviluppi in campo quantistico, ed anche il settore della navigazioni satellitare con l’attesa implementazione del Galileo Prs (Public regulated service) nei prossimi anni.

Rafforzare la cooperazione dell’Italia e in particolare della Difesa nel mondo è dunque un tassello importante per assicurare gli interessi nazionali nel lungo periodo, partecipando alle tante direttrici in cui le tecnologie spaziali si vanno espandendo. Come sostenuto nello studio dello Iai, questa considerazione implica la necessità di dare priorità allo sviluppo di quelle aree strategiche che posizionano l’Italia nel contesto contemporaneo e futuro dello spazio.

C’è ancora molto lavoro da portare avanti, partendo proprio dalla serie di considerazioni e implicazioni che scaturiscono dal legame crescente tra Spazio e Difesa e necessiteranno attenzione da parte delle istituzioni nazionali, con adeguate risposte in termini di guida e di risorse. L’orizzonte continuerà a spostarsi sempre più in là, trainato dall’innovazione tecnologica e dalla competizione geopolitica. L’Italia dovrà e potrà dire la sua, portando avanti i propri compiti e facendosi promotrice di una politica attenta, innovatrice e aperta alla cooperazione, in un dominio che è già e non potrà non essere sempre più strategico.

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