Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Caro pane. Le conseguenze della guerra a tavola (anche in Italia)

Russia e Ucraina sono due big nell’esportazione e commercio di grano, mais e olio di girasole. Il conflitto armato e le sanzioni minacciano i rifornimenti globali e il prezzo dei prodotti agroalimentari. Il rebus dei fertilizzanti russi e l’impatto su quasi ogni piatto che mangiamo

 

La guerra in Ucraina non solo è drammaticamente vicina per l’Italia, ma ha una ripercussione diretta sull’aumento degli alimenti. Dall’inizio dell’invasione russa i prezzi del grano, il mais e altri prodotti agroalimentari sono schizzati nella Borsa di Chicago e le quotazioni del Matif di Parigi, borsa di riferimento per le materie prime agricole in Europa.

È record per il valore del grano tenero, che ha raggiunto il picco più alto per i contratti a scadenza: 311,50 euro. Il prezzo di una tonnellata di grano è aumentato a 344 euro, recuperando un po’ prima della chiusura del mercato. Al momento non ci sarebbero carichi sul Mare Nero e i porti sarebbero stati chiusi, per cui i prezzi continueranno ad aumentare inevitabilmente.

Le raccolte future sono già aumentate del 5%, come conseguenza della minaccia in due delle principali fonti di rifornimento globale di cereali. Gli esperti prevedono che la guerra in Ucraina potrebbero portare ad un aumento del 30% del grano e del 20% del mais.

Le quotazioni del Matif di Parigi hanno registrato un aumento del 16% del prezzo del grano tenero (47 euro) e del 12% per il mais (30 euro). Il grano è già al punto più alto dal 2012, così come il mais e i semi di girasole. Questa situazione, secondo le previsioni dell’agenzia Bloomberg, si tradurrà inevitabilmente in un aumento dell’inflazione degli alimenti in tutto il mondo.

L’Ucraina produce circa 36 milioni di tonnellate di mais per l’alimentazione animale e 25 milioni di tonnellate di grano tenero per la produzione del pane, e la Russia è il principale Paese esportatore di grano.

“L’Ucraina e la Russia insieme rappresentano più di un quarto del commercio mondiale di grano, nonché un quinto delle vendite di mais – si legge su Bloomberg -. La chiusura di porti e ferrovie in Ucraina, soprannominata il granaio d’Europa, ha già iniziato a gettare nel caos le esportazioni di merci della nazione”. L’agenzia Tass ha confermato la sospensione della navigazione nel mare d’Azov per ordine del governo russo, bloccando così l’esportazione del raccolto ucraino.

Ma il problema non sono solo le spedizioni. La Russia è anche un importante esportatore a basso costo di quasi ogni tipo di fertilizzante: “È difficile sopravvalutare quanto sia importante il fertilizzante per la catena di approvvigionamento alimentare: praticamente ogni piatto di cibo che tocchi è arrivato lì con i fertilizzanti di aiuto. Se il commercio globale viene interrotto, comporterà costi più elevati per gli agricoltori di tutto il mondo e, a sua volta, una maggiore inflazione alimentare”, prosegue Bloomberg.

Il costo di molti alimenti è aumentato negli ultimi mesi come conseguenza del cambiamento climatico, la mancanza di lavoratori per il Covid e la crisi delle supply chain. Jack Scoville, vicepresidente di Price Futures Group Inc. ha avvertito che la crisi in Ucraina non farà che aumentare ulteriormente i prezzi.

La Cina, principale importatore mondiale di prodotti agricoli, è preoccupata. Come strategia di contenimento dei prezzi e le attività del mercato, Pechino ha annunciato questa settimana che venderà olio e soia dalle riserve statali per fare salire l’offerta del mercato interno. La Borsa di Dalian ha anche aumentato i requisiti di margini per alcuni contratti futuri di mais e farina di soia nel tentativo di fermare la speculazione.

Andrea Monticini, docente di econometria finanziaria dell’Università Cattolica, ha spiegato all’agenzia AdnKronos che l’entità del conflitto sull’economia dipenderà dalla durata, l’intensità del conflitto e i danni conseguiti. Sul breve termine, cioè nel prossimo trimestre, gli effetti della guerra si vedranno sull’economia reale.

La crisi del grano e dei prodotti derivati sarà un grande problema per il settore molitorio e per tutto l’agroalimentare in Italia. Molto probabilmente le imprese italiane del settore dovranno rifornirsi di grano in altri mercati, come Canada, negli Stati Uniti o Australia, molto più lontani, con un conseguente aumento dei prezzi per i consumatori.

×

Iscriviti alla newsletter