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Smarcarsi da Putin conviene al centrodestra. Il punto di Orsina

Il politologo della Luiss analizza l’amicizia con il presidente russo di Salvini e Berlusconi, che saranno costretti a smarcarsi. E sul governo Draghi, crede che ne uscirà rafforzato: “A meno che le forze politiche più filo-russe della maggioranza non assumano posizioni strampalate e prive di buonsenso”

Ora che lo zar Putin ha dato avvio alle ostilità contro l’Ucraina, si assiste alla consueta corsa nel prendere le distanze dalle sue azioni scellerate. E meno male, verrebbe da dire. Chi ha buona memoria, tuttavia, ricorderà che, specie tra i leader del centrodestra, in passato non sono mancati ammiccamenti al leader russo. Selfie, scatti di rito, apprezzamenti. Insomma specie il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi e il segretario del Carroccio Matteo Salvini, non hanno fatto mistero della loro vicinanza a Putin. “La mia impressione è che, comunque, i tre leader dei partiti della coalizione avessero tre rapporti alquanto differenti con Putin”. A spiegarlo è Giovanni Orsina, storico e direttore della School of Government della Luiss.

Professore, da Pratica di Mare in avanti, il centrodestra ha solidarizzato parecchio con Putin.

Si ma, ripeto, si tratta di approcci totalmente diversi. Nel caso di Berlusconi, ad esempio, c’era l’idea che Putin rappresentasse l’uomo che gli aveva consentito di rendersi protagonista della fine della Guerra Fredda. Il clima storico era completamente differente da quello attuale. Dunque il proponimento del leader azzurro era quello di sfruttare la tradizione italiana e imporre il nostro Paese come mediatore negli equilibri geo-politici. Poi è innegabile che tra i due intercorressero anche rapporti personali consolidati, e che in Forza Italia un certo affetto nei confronti della Russia di Putin sia sopravvissuto fino ai giorni nostri.

L’atteggiamento di Salvini invece come se lo spiega?

Secondo me intervengono diverse componenti. Nella cultura sovranista c’è una certa idea, piuttosto confusa in verità, di crisi dell’Occidente che porta a guardare con simpatia a Paesi che paiono avere idee più chiare delle nostre. Ma naturalmente non si può dimenticare come Putin abbia utilizzato assai concretamente i partiti sovranisti, non solo italiani, per consolidare la propria egemonia. E come questi partiti si siano fatti utilizzare.

Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia?

Meloni, almeno nelle ultime settimane, ha seguito la linea del “prima gli italiani”: ci comporteremo con la Russia secondo il nostro interesse nazionale prim’ancora che in dipendenza delle nostre alleanze europee e atlantiche.

Come farà, ora, il centrodestra a smarcarsi?

Oh, lo farà. E prima lo fa, meglio è. Dopo l’invasione di stanotte non ci sono alternative, può soltanto allinearsi senza se e senza ma con le posizioni che assumeranno il governo Draghi, la Nato e l’Unione Europea. Col tempo gli spazi si riapriranno, ma oggi sono ermeticamente chiusi.

Prevede ripercussioni sulla scena politica italiana alla luce dell’inizio delle azioni belliche di Putin contro l’Ucraina?

A meno che le forze politiche più filo-russe della maggioranza non assumano posizioni strampalate e prive di buonsenso, credo che il Governo ne esca rafforzato. È un governo emergenziale, in definitiva: l’Ucraina è un’emergenza differente dalla pandemia, ma sempre emergenza è.

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