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La risposta di Pechino alle sanzioni Usa. Nel mirino Lockheed e Raytheon

La Cina ha imposto delle sanzioni contro le aziende americane Lockheed Martin e Raytheon Technologies, responsabili di aver fornito armi a Taiwan. La decisione arriva come risposta alle omologhe misure prese da Washington contro le aziende di Pechino e sono le prime previste dalla nuova legge “anti-sanzioni estere” cinese

Pechino impone per la terza volta sanzioni contro delle aziende statunitensi, colpevoli di aver fornito materiale militare a Taiwan. Nel mirino della Repubblica Popolare sono finite questa volta Lockheed Martin e Raytheon Technologies. Secondo la Cina, il 7 febbraio le due aziende avrebbero fornito a Taipei armi per un valore di cento milioni di dollari, uno scambio che avrebbe “minato gli interessi e la sicurezza della Cina, le relazioni tra Pechino e Washington e la pace e la stabilità nello stretto di Taiwan”, secondo quanto affermato dal portavoce del ministero degli Esteri cinese.

La sovranità su Taiwan

Per la Cina, Taiwan resta una provincia secessionista solo momentaneamente al di fuori della sua giurisdizione. Per Pechino, la sovranità della Repubblica Popolare sull’isola è un punto che non può essere messo in discussione. Di conseguenza, la compravendita tra Raytheon Technologies, Lockheed Martin e il governo di Taipei rappresenterebbe un illecito rispetto alle leggi cinesi. Sempre secondo il ministero degli Esteri di Pechino, l’azione sarebbe una contromisura volta a tutelare “la sovranità cinese dell’isola di Taiwan”.

Il contratto con Taipei

La decisione di Pechino arriva dopo la firma di un contratto siglato dal governo degli Stati Uniti per la manutenzione e il supporto alle batterie missilistiche di difesa antiaerea Patriot già in dotazione alle Forze armate di Taipei. Nello stesso documento è anche prevista la proroga dell’accordo di manutenzione dei missili del sistema di difesa costiero Harpoon fino al 2025, acquistati da Taiwan nel 2020 per oltre due miliardi di dollari.

La legge “anti-sanzioni estere”

Le misure contro le due aziende americane sono le prime commutate ai sensi della nuova legge cinese “anti-sanzioni estere”, nata come risposta alle decisioni degli Stati Uniti di applicare medesime misure contro alcune aziende cinesi. Per Lockheed e Raytheon, questa è la terza volta in tre anni, con Pechino che già nel 2019 e nel 2020 aveva dichiarato di aver applicato delle sanzioni alle due aziende, senza tuttavia mai specificare la natura di tali previsioni.

Le tensioni nell’Indo-Pacifico

Non è chiaro come queste sanzioni colpiranno effettivamente le due compagnie, dal momento che gli Stati Uniti non vendono armi alla Cina. Washington è invece vincolata dal Taiwan Relations Act del 1979 a fornire materiale militare per la propria difesa al governo di Taipei, un impegno che attira sistematicamente le ire di Pechino. Negli ultimi anni, inoltre, la pressione sull’isola da parte della Repubblica Popolare è decisamente aumentata, con le tensioni nell’area dell’Indo-Pacifico che rimangono elevate.

I 50 anni dalla visita di Nixon

Le sanzioni cinesi, curiosamente, arrivano nel giorno che coincide con il cinquantesimo anniversario della visita del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, il 21 febbraio del 1972. L’incontro tra Nixon e Mao Zedong rappresentò una svolta storica nelle relazioni tra i due Paesi, con l’instaurazione di relazioni diplomatiche stabili tra Washington e Pechino. A mezzo secolo di distanza da quella visita, le relazioni sono tornate a deteriorarsi, la cui rappresentazione più evidente è stato il boicottaggio diplomatico degli Stati Uniti ai Giochi olimpici invernali di Pechino.



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