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Un sultano a Kiev. Le mosse ucraine di Erdogan

La proposta del presidente Erdogan in visita a Kiev: pronto a organizzare colloqui di pace mentre in Occidente si moltiplicano i timori che la Russia possa prepararsi all’invasione

Un tavolo sul Bosforo per seppellire l’ascia di guerra tra Russia e Ucraina. Come al solito è ambiziosa la mossa della Turchia nella crisi tra Kiev e Mosca, proprio mentre in occidente si motiplicano i timori che la Russia possa prepararsi all’invasione. La visita in Ucraina del presidente Recep Tayyip Erdogan ha lo scopo di segnare il territorio in un momento complicatissimo, dove alla geopolitica si affianca la crisi energetica legata al caro bollette. Ankara rassicura la Russia, cementa l’alleanza comerciale con l’Ucraina e ribadisce il suo impegno per un trattato marittimo chiave a tutela dei diritti russi nel Mar Nero.

ErdoKiev

“È sbagliato per noi osservare gli eventi negativi tra Russia e Ucraina. Spero che riusciremo a superare con successo questo periodo difficile tra i due stati”. È questa la premessa dialettica di Erdogan utile a comprendere le reali intenzioni della sua visita di oggi in Ucraina. Una Turchia cuscinetto, che si insinua non solo lì dove ci sono opportunità, ma anche crisi da risolvere.

Nel corso dell’incontro il leader turco ha precisato: “Vorrei ribadire che sosteniamo l’integrità territoriale dell’Ucraina, compresa la Crimea. Riteniamo che il problema sarà risolto pacificamente e diplomaticamente”. Il presidente dell’Ucraina accetta l’offerta di Erdogan: “Vorrei ringraziare il presidente Erdogan per la sua iniziativa di diventare un mediatore tra Ucraina e Russia sulla strada per porre fine alla guerra”.

Sinergia

I due Paesi viaggiano commercialmente a braccetto, merito del volume degli scambi aumentato di oltre il 50%, superando i 7 miliardi di dollari nel 2021 e avvicinandosi all’obiettivo fissato di 10 miliardi di dollari. Inoltre hanno siglato anche un accordo quadro sulla produzione di droni Bayraktar TB2 testati in battaglia in Ucraina. “Oggi segna una giornata storica nelle relazioni turco-ucraine poiché abbiamo firmato un accordo di libero scambio”, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la conferenza stampa con il suo omologo turco.

Le firme

Nello specifico l’accordo di libero scambio è stato firmato dal ministro del Commercio Mehmet Muş e dal primo ministro ucraino Denis Şmilhal, mentre quello di cooperazione nel campo della politica giovanile è stato firmato da Mehmet Muharrem Kasapoğlu, Ministro della Gioventù e dello Sport, e Dmitro Kuleba, Ministro degli Affari Esteri dell’Ucraina. E ancora, siglati un Memorandum d’intesa sulla cooperazione tecnica, uno tra il Turkish Standards Institute e il Centro di ricerca e formazione scientifica dell’Ucraina sulla standardizzazione, la certificazione e i problemi di qualità e uno sulla modifica dell’accordo di cooperazione tra le forze dell’ordine, firmato a Kiev il 4 dicembre 2009.

Più turismo

Erdogan si è detto orgoglioso che le aziende turche abbiano completato con successo progetti infrastrutturali in Ucraina, mentre sul versante turistico ha detto che nonostante l’epidemia, l’anno scorso la Turchia ha ospitato più di 2 milioni di ucraini. “Sono sicuro che batteremo nuovi record anche quest’anno. Nei nostri incontri, abbiamo anche valutato la situazione dei nostri parenti, in particolare i tartari di Crimea, e abbiamo esaminato in dettaglio i progetti comuni”.

Ankara e Tel Aviv

Intanto Erdogan annuncia che il presidente israeliano Isaac Herzog visiterà la Turchia a metà marzo proprio mentre la Turchia ha di fatto aperto una possibile nuova fase diplomatica, che ricomponga le relazioni con Israele. Quest’ultimo vede comunque la crisi in Ucraina come un pericolo, per via delle concomitanti reazioni su Iran, Golfo e Cina. Sempre sul tema alleanze Erdogan ha anche espresso oggi il suo auspicio che il presidente russo Vladimir Putin visiti la Turchia dopo il suo viaggio in Cina.

La risposta Ue

Secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, l’Ue sta lavorando a una risposta congiunta alla lettera che molti dei suoi Stati membri hanno ricevuto dalla Russia all’inizio di questa settimana chiedendo garanzie di sicurezza: “La Russia sta sfidando o mettendo in discussione la nostra architettura di sicurezza europea, questo è, ovviamente, anche un reato per tutti noi, tutti i 27 Stati membri. Stiamo lavorando al coordinamento della risposta. Siamo uniti nell’Unione Europea e quindi è chiaro che la risposta rispecchierà, rifletterà quell’unità”.

@FDepalo

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