Telefonata Palazzo Chigi-Casa Bianca poche ore dopo l’annuncio dell’imminente visita del presidente del Consiglio a Mosca. Gli incontri di Macron e Scholz con Putin avevano portato ottimismo. Ma il mancato ritiro ha riacceso le preoccupazioni occidentali
Nella giornata di giovedì, a conclusione del Consiglio europeo informale dedicato alla crisi in Ucraina, Mario Draghi ha sentito telefonicamente Joe Biden. Il presidente del Consiglio italiano e il presidente degli Stati Uniti “hanno esaminato gli sforzi diplomatici e di deterrenza in corso in risposta al continuo sviluppo militare della Russia ai confini” del Paese dell’Europa dell’Est, si legge in una nota diffusa dalla Casa Bianca. Inoltre, continua il comunicato, “hanno riaffermato il loro impegno per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina e la loro determinazione a imporre pesanti sanzioni economiche alla Russia in caso di future invasioni in Ucraina”.
Poche ore prima Draghi, che si unirà agli altri leader alleati nel pomeriggio di venerdì per una telefonata organizzata da Biden, aveva annunciato il suo prossimo viaggio a Mosca. Le diplomazie si sono messe in moto, come confermato ieri in conferenza stampa da Luigi Di Maio e Sergey Lavrov, ministri degli Esteri rispettivamente di Italia e Russia. “Stiamo lavorando per concordare le possibili date”, ha spiegato Giorgio Starace, ambasciatore italiano in Russia, all’agenzia di stampa russa Ria Novosti. Il diplomatico ha aggiunto che sarebbe bello se l’incontro avvenisse entro la fine di febbraio, anche se al momento non vi è ancora nulla di confermato in agenda.
Ribandendo la strategia di unità, fermezza, non rinuncia dei principi fondanti della Nato, ma anche dialogo, ieri il presidente del Consiglio aveva chiarito l’obiettivo degli sforzi diplomatici italiani ed europei: un incontro tra i presidenti di Ucraina e Russia, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. “Occorre mantenere il dialogo il più possibile aperto. Zelensky in una telefonata che abbiamo avuto ieri (mercoledì, ndr) ha chiesto la possibilità di riuscire a parlare con il presidente Putin, di vedere se Italia avesse potuto aiutarlo su questo fronte”, aveva spiegato Draghi. “La stessa richiesta è stata rivolta ad altri intorno al tavolo di oggi (giovedì, ndr). Evidentemente non sarà facile, ma l’obiettivo è quello”. Per questo, “tutti i canali, bilaterali, la Nato, l’Osce, il formato Normandia sono tutti i canali di dialogo che vanno utilizzati con la massima determinazione”, aveva concluso Draghi.
Le visite a Mosca del presidente francese Emmanuel Macron e soprattutto del cancelliere tedesco Olaf Scholz sembravano aver riportato un po’ di ottimismo sulla situazione in Ucraina. Tuttavia, le promesse di ritiro non attuate da Mosca – “per il momento episodi di de-escalation sul terreno non si sono visti”, aveva detto Draghi da Bruxelles – hanno alimentato nuove preoccupazioni occidentali. È questo lo scenario in cui hanno avuto luogo le visite di Di Maio e Kiev e a Mosca e le telefonate di Draghi con Zelensky e Biden inframezzate dall’annuncio del prossimo incontro con Putin.
Potrebbe essere il momento della diplomazia dell’Italia. Non è sfuggito a molti che Macron prima di volare a Mosca non abbia avuto alcun colloquio telefonico con la Casa Bianca.