Il documento si affianca agli investimenti per il settore già stanziati pari a più di 6,4 miliardi di sterline nei prossimi dieci anni. Le ambizioni inglesi mirano a sviluppare capacità e deterrenza che permettano al Paese di competere con le altre superpotenze nella corsa spaziale. E nel testo si cita espressamente la minaccia proveniente da Pechino e Mosca
La Gran Bretagna ha pubblicato la sua “Defence space strategy” (strategia spaziale della difesa), in cui ha esposto le proprie strategie di sviluppo spaziale militare per il settore. La strategia segue il piano di investimenti deciso a settembre dal ministero della Difesa britannico per i prossimi dieci anni: 6,4 miliardi di sterline per lo spazio, destinati al programma di comunicazione satellitare Skynet 6, e anche al contrasto delle ambizioni aggressive in orbita di Mosca e Pechino.
Saranno infatti 1,4 miliardi le sterline investite per lo sviluppo di capacità non-Skynet, che vanno dall’Intelligence alla sorveglianza. I principi che animano la nuova Defence space strategy sono: l’ampliamento e approfondimento della cooperazione multinazionale; il miglioramento della collaborazione intergovernativa; lo sfruttamento delle opportunità offerte dall’innovazione e dalla tecnologia. Le ambizioni spaziali mirano così a soddisfare i temi strategici britannici di protezione e difesa, di miglioramento delle operazioni militari e di aggiornamento di politiche e sviluppo di una forza-lavoro qualificata e sostenibile.
I fondi saranno sufficienti?
Il documento strategico è stato accolto favorevolmente dal comparto industriale spaziale britannico, ma bisognerà capire se la cifra stanziata dal ministero sarà sufficiente al Regno Unito per competere a livello internazionale con superpotenze spaziali quali Cina e Russia, o se si rivelerà necessario un maggior sostegno privato. Tuttavia, in un discorso tenuto al King’s College e riportato da DefenseNews, il ministro della Difesa britannico Jeremy Quin, ha rassicurato l’opinione pubblica dichiarando che i fondi saranno di più e si investirà in altri progetti mirati che sfruttino le nuove tecnologie disruptive, tra cui “127 milioni di sterline nei prossimi quattro anni in un programma noto come Minerva”.
Minerva, in particolare, contribuirà alle capacità di Intelligence, sorveglianza e ricognizione spaziale della difesa e si concentrerà su diversi aspetti, dalle frequenze radio alla potenza di elaborazione. Questi investimenti contribuiranno affinché la Gran Bretagna raggiunga gli obiettivi delineati dalla propria National space strategy, quali: crescere nella Space economy, condurre scoperte scientifiche pionieristiche, e difendere gli interessi nazionali nello spazio.
Le minacce di Cina e Russia
Nella competizione geopolitica ormai rientrano anche le capacità che minacciano l’accesso e l’utilizzo dello spazio, sfruttando per esempio le vulnerabilità dei sistemi satellitari impiegando armi cinetiche anti-satellite (Asat) oppure non-cinetiche che provochino, per esempio, interruzioni nella trasmissione dei dati satellitari. Tra le minacce internazionali individuate nel documento si fa esplicito riferimento alla Russia e alla Cina che hanno già dato dimostrazione di capacità Asat, e non solo.
A novembre 2021 Mosca ha portato a termine un test missilistico anti-satellite generativo di più di 1500 detriti spaziali in orbita bassa, effetto che ha preoccupato sia gli Usa sia gli astronauti a bordo della Stazione spaziale internazionale. Anche Pechino ha sviluppato un robusto programma anti-satellite ad ascensione diretta (Da-Asat) insieme a competenze elettroniche e cibernetiche contro-spaziali, dimostrando la propria capacità di minacciare qualsiasi satellite non solo in orbita bassa ma anche media e geostazionaria. La Gran Bretagna dovrà rispondere, dunque, sviluppando una deterrenza credibile, dotandosi di opzioni di risposta che permettano di preservare gli interessi nazionali e l’indipendenza operativa nello spazio.
La prospettiva industriale
Fino a pochi anni fa l’attività spaziale era di appannaggio esclusivo dei governi, mentre ora gli investimenti sono guidati anche da attori privati, e ormai il reddito primario dell’industria spaziale britannica proviene da iniziative commerciali. Tutto questo ha portato a una crescita del reddito inglese nel settore spaziale con sempre più imprese attive nel settore, dalle start up ai diversi conglomerati multinazionali che sviluppano soluzioni duali.
La Difesa britannica, anche grazie alla Defence and security industrial strategy (Dsis), punta quindi a crescere ancora di più nel settore stimolando la crescita economica del Paese. In questo quadro rientra anche l’utilizzo del National security strategic investment fund, il braccio aziendale di venture di Downing street per le tecnologie avanzate a utilizzo duale. Per sviluppare la strategia spaziale britannica si rivelerà necessaria, pertanto, l’integrazione tra i diversi settori e attraverso la Difesa e il Governo, con i partner internazionali e i settori sia commerciali sia scientifici e di ricerca. L’integrazione permetterà di sfruttare al meglio le risorse del Regno Unito per portare ancora maggiore coerenza nella sua ambizione spaziale e sviluppare un approccio integrato.