A Bruxelles attivato il formato Quint a livello Difesa, il format informale di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e Italia per coordinarsi sulle decisioni più importanti da prendere a livello internazionale. Al momento, sul tavolo l’emergenza in Ucraina, con la necessità per i Paesi dell’Alleanza Atlantica di rafforzare la propria difesa sul fianco orientale
Al vertice Nato di Bruxelles il segretario statunitense, Lloyd J. Austin, ravviva i colloqui Quint a livello Difesa, il gruppo informale di decision-making composto dagli Stati Uniti e dai cosiddetti “Quattro gradi” europei: Francia, Germania, Regno Unito e Italia. A darne l’annuncio lo stesso Austin su Twitter: “Ho appena avuto un incontro produttivo con i miei omologhi del Quint, Florence Parly, Ben Wallace, Christine Lambrecht, e Lorenzo Guerini sul rafforzamento dell’Ucraina e del fianco orientale della Nato”.
Il Quint della Difesa
Il gruppo dei cinque è pensato per operare come una sorta di direttorio delle varie entità dell’Alleanza Atlantica, un luogo dove discutere dei principali temi sul piano internazionale, anche dal punto di vista della sicurezza. All’interno di questo formato, inoltre, sono previsti incontri sia a livello di capi di governo sia a livello ministeriale o con formati ad hoc per discutere di specifiche questioni. Inoltre, tutti i membri del Quint partecipano alla deterrenza nucleare dell’Alleanza, gli Usa, il Regno Unito e la Francia quali potenze atomiche riconosciute, e l’Italia e la Germania tramite il programma di “condivisione nucleare”.
Le parole di Stoltenberg
Il vertice è stato aperto dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che in conferenza stampa aveva illustrato la revisione della postura di deterrenza dell’Alleanza per adattarla alla nuova realtà causata dall’invasione russa dell’Ucraina. “Una nuova normalità per l’Europa”, l’ha definita Stoltenberg, per il quale sarà necessario “riorganizzare la postura militare della Nato”. Nel breve termine, questo significherà più truppe schierate lungo i confini dello spazio euro-atlantico, con assetti terrestri, navali e aerei. Sul lungo periodo, però, questo richiederà un ulteriore sforzo dei singoli Paesi alleati nel rafforzare i propri strumenti di Difesa. Per questo, il segretario generale ha accolto con ottimismo la decisione della Germania e di altri Paesi di aumentare il proprio budget militare, “incoraggio tutti gli alleati a spendere almeno il 2% del Pil in Difesa. Dobbiamo fare di più e quindi dobbiamo investire di più”.
Una nuova postura militare
Per quanto riguarda la deterrenza, la Nato non ha intenzione di seguire il percorso della Russia, con minacce che potrebbero aumentare la tensione. “Non abbiamo piani per implementare sistemi nucleari a medio raggio in Europa”, ha detto Stoltenberg, tuttavia ha ribadito che “allo stesso tempo dobbiamo essere in grado di rispondere e proteggere tutti gli alleati”. Per questo l’Alleanza ha già messo in campo un rafforzamento generale delle proprie difese aeree e missilistiche. Per il futuro, inoltre, “abbiamo bisogno di investire in capacità convenzionali avanzate, tra cui aerei di quinta generazione”, commentando anche con soddisfazione la scelta di Berlino di optare per gli F-35.
La deterrenza nucleare
Accanto alle misure di Difesa convenzionali, però, la Nato deve fare i conti con il ritorno di una logica di deterrenza nucleare. La messa in stato di allerta delle Forze strategiche russe voluta da Putin ha rigettato sul mondo lo spettro della Guerra fredda. Per questo, per il segretario generale, la Nato dovrà “aumentare la capacità di prontezza, di monitoraggio e di rilevamento” delle minacce e anche fare in modo che “la deterrenza nucleare della Nato rimanga sicura ed efficace”.
La minaccia chimica
Oltre alla minaccia nucleare, però, sul campo si affaccia anche un altro tipo di sfida molto pericolosa: quella delle armi chimiche. Secondo Mosca, infatti, gli ucraini sarebbero pronti ad usare questo tipo di ordigni, una dichiarazione che la Nato rifiuta nettamente. “È una menzogna”, ha aggiunto Stoltenberg, ricordando come il Cremlino abbia mentito per mesi sull’intenzione di invadere l’Ucraina, di ritirare le truppe o di proteggere i civili. “Ora stanno facendo dichiarazioni assurde su laboratori biologici e armi nucleari in Ucraina”. La preoccupazione della Nato è che la Russia possa inscenare un’operazione “false flag” con armi chimiche per addossare la colpa agli ucraini e giustificare interventi ancora più massicci o rappresaglie. “Il popolo ucraino sta lottando coraggiosamente per difendere le proprie case e il proprio futuro e noi dobbiamo sostenerlo”, ha detto Stoltenberg.
La Cina condanni l’invasione
Il segretario generale si è, inoltre, rivolto alla Cina, chiedendo a Pechino di “unirsi al resto del mondo nel condannare con forza la brutale invasione dell’Ucraina da parte della Russia”. Stoltenberg ha anche ricordato che qualsiasi sostegno, militare o di altro tipo, alla Russia, servirebbe effettivamente ad aiutare Mosca nel condurre “una guerra brutale contro una nazione indipendente e sovrana, una guerra che sta causando morte, sofferenza e distruzione”. Per Stoltenberg, dunque, Pechino avrebbe l’obbligo “come membro del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di sostenere il diritto internazionale”, violato da Mosca.