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Alexandrina Maria da Costa, quaranta giorni senza mangiare e bere

Ottanta anni fa, il 27 marzo 1942 la mistica portoghese Alexandrina Maria da Costa, ora beata, iniziava a cibarsi solo dell’eucarestia. Senza acqua cibo per quaranta giorni controllata da una équipe di medici. Una nota di Eusebio Ciccotti

Nasceva nel 1904 a Balazar, nella provincia di Porto, e sarebbe morta nel 1955, il 13 di ottobre, ricorrenza della ultima apparizione di Fatima (1917). Alexandrina Maria da Costa passerà trenta anni a letto, immobile, dal 1925 al 1955. Non a causa di una malattia ma di un “incidente”. Era volata giù da oltre quattro metri dalla finestra di casa. Era il sabato Santo del 1918, la Grande Guerra ancora dilaniava l’Europa. Alexandrina stava per esser violentata da un bruto, come era accaduto nel 1902 a Maria Goretti (si veda il bel film di Giulio Base, del 2003), e decise di evitare quella violenza fuggendo dalla finestra.

Il terribile impatto fece sì che la robusta ragazza, che lavorava nei campi ed era remunerata come gli uomini per la abilità e resistenza nelle attività manuali, si trasformasse in una sagoma rattrappita. Ma il suo spirito si rafforza ogni giorno di più. La sua forte fede di ragazza sincera e generosa, davanti alla disgrazia non viene scalfita. Anzi, si fortifica. Chiede la grazia della guarigione che non arriverà mai. Capirà allora che il Signore può trasformare la sua sofferenza in una fonte di grazie per gli altri. Affascinata dalla vita di Don Bosco inizia a pregare per i giovani e poi chiederà, più tardi, ottenendolo, di divenire cooperatrice salesiana. Nello stesso periodo Gesù le concede il dono di vivere ogni venerdì Santo la sua Passione, dal 1938 al 1942, anni bui per l’Europa.

A partire dal 27 marzo 1942 non sente più lo stimolo del cibo, si nutre solo di eucarestia, come negli anni Venti era accaduto a Teresa Neumann (1898-1962). Per accertarsi che non si autosuggestioni viene controllata per quaranta giorni da una équipe. I medici confermano che Alexandrina ha vissuto per i quaranta giorni in cui era monitorata, ingerendo solo l’eucarestia, niente cibo e niente acqua. Si segnala la assenza di produzione di urina, ossia anuria.

Nel volume di Cristo Gesù in Alexandrina di padre Pinho è descritto come la mistica riviva sul proprio corpo la Passione di Gesù Cristo, secondo la testimonianza di diversi presenti, quali sacerdoti, medici, laici, parenti.

“L’agonia nell’Orto fu lunga e afflittiva. Si udivano i gemiti molto profondi e talora [Alexandrina] singhiozzava. Non parlo della flagellazione e della coronazione di spine! I colpi di flagello li prese in ginocchio. […] Ha le ginocchia in misero stato. Le battiture non si contarono: durarono molto a lungo […] La si vedeva svenire. Anche i colpi di canna sulla testa coronata di spine furono innumerevoli. Il sudore era tanto che i capelli erano impastati. […]. Vennero ad assistere il canonico Borlido e due persone; così pure il dottore Almiro de Vasconcelos e la sua sposa con la sorella Giuditta».



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