Artemis pronto al lancio. A bordo anche l’Italia, che ha partecipato al programma per riportare l’essere umano sulla Luna con i moduli per l’equipaggio e i servizi di telecomunicazione. L’intervento del sottosegretario agli Affari esteri Manlio Di Stefano
Si avvicina la data, prevista fra l’1 e il 3 aprile, per il primo test del programma Artemis della Nasa, che punta a riportare l’essere umano sulla Luna entro i prossimi anni.
Nel test verranno simulate tutte le operazioni di lancio fino a dieci secondi prima della partenza. In base all’esito di queste ultime verifiche verrà stabilita la data inaugurale del secondo programma lunare della storia occidentale.
Rispetto ad Apollo, programma prettamente statunitense, Artemis vede un forte contributo diretto dell’Italia. Il programma impiegherà, infatti, moduli per l’equipaggio e servizi di telecomunicazione di produzione italiana.
Il nostro Paese, inoltre, avrà un ruolo cruciale nella realizzazione della parte dotata di finestre del modulo abitativo ESM, del lander logistico lunare e del modulo human landing lunare.
Il primo viaggio senza equipaggio potrebbe partire da Cape Canaveral già entro i prossimi tre mesi. La guerra in Ucraina, infatti, non dovrebbe avere impatti sul programma, al quale la Russia non ha mai partecipato.
Prendere parte ad Artemis rappresenta, per il nostro Paese, un grande risultato. Sono personalmente molto soddisfatto di questo, perché contribuisco da anni alla realizzazione del programma come membro del Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e all’aerospazio (Comint) in rappresentanza del ministero degli Esteri.
Forte di una lunga tradizione nell’industria spaziale, l’Italia è uno dei pochi Paesi ad aver sviluppato una filiera completa di prodotti e servizi nel settore, raggiungendo un’autonomia strategica che la rende molto competitiva a livello globale.
L’industria spaziale italiana annovera più di 7mila occupati e duecento aziende, di cui i quattro quinti sono piccole e medie imprese. Negli ultimi anni le start-up nel settore sono aumentate del 74%.
Il nostro Paese investe più di quattro miliardi di euro nella Space economy, ogni euro investito nello spazio ne genera dai tre ai sette di ritorno. E mentre in altre zone del mondo è la spesa militare a trainare ricerca e innovazione tecnologica, nell’Unione Europea, e in Italia, un forte impulso proviene proprio dal desiderio di conquistare lo Spazio.