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Biden presenta il budget 2023. 773 miliardi al Pentagono

Un incremento di 30 miliardi (+4%) rispetto all’anno precedente, con una spinta su innovazione, rafforzamento delle capacità e deterrenza nucleare. Ora la palla passa al Congresso, dove i repubblicani sperano di aumentare ulteriormente i fondi

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha presentato un bilancio federale da 5.800 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2023, al via dal prossimo primo ottobre. Per la Difesa, è stato stanziato un aumento del 4%, con un budget che passa dai 743 del 2022, recentemente approvati dal Congresso, a 773 miliardi di dollari. Un incremento significativo rispetto a quanto predisposto dalla stessa amministrazione l’anno scorso, ma ancora non abbastanza per soddisfare i repubblicani di Capitol Hill, che speravano in un aumento del 5%. Ora, questi fondi saranno a disposizione del Pentagono per rafforzare le sue capacità e per sviluppare ulteriormente i propri sistemi all’avanguardia. Contenuti nel budget, infatti, ci sono circa 276 miliardi da destinare al procurement militare e agli impegni in ricerca e sviluppo. In particolare, l’Air force vedrà aumentare la propria flotta di F-35, mentre la Marina dovrebbe proseguire nel suo programma di modernizzazione. Sempre nei fondi per la Difesa, Washington ha incluso ulteriori finanziamenti per sostenere la lotta dell’Ucraina contro l’invasione russa.

Stimolo all’innovazione

Uno dei punti fondamentali del budget sarà lo stimolo complessivo all’innovazione tecnologica, considerata strategica “per il dominio americano sui propri concorrenti”, come ha affermato una nota della Casa bianca. Il bilancio, secondo l’amministrazione Usa, darà infatti priorità ai finanziamenti per la ricerca, lo sviluppo, e la valutazione delle tecnologie innovative, sia per l’effetto sulle Forze armate, sia come traino per la capacità industriale e tecnologica degli Stati Uniti, anche dal punto di vista dell’occupazione. “Il dipartimento della Difesa – recita ancora la nota di 1600 Pennsylvania Avenue – gioca un ruolo critico nella ricerca e nello sviluppo complessivo, che stimola l’innovazione, produce tecnologia di alto valore, assicura il dominio americano sui concorrenti strategici e crea posti di lavoro ben pagati”.

Il confronto al Congresso

Nonostante l’incremento, tuttavia, la proposta ora passa al vaglio del Congresso, dove democratici e repubblicani si daranno battaglia per mantenere il livello di spesa o aggiungere ulteriori fondi. Già l’anno scorso lo scontro al Campidoglio aveva portato a una aggiunta di ulteriori fondi voluta dal corpo legislativo. Nonostante l’aumento, è possibile che il dibattito si ripeta anche quest’anno. A giustificare i repubblicani ci sarebbe la necessità di controbilanciare gli effetti dell’inflazione, portando a un 5% complessivo, come proposto da una delegazione di quaranta rappresentanti e senatori del Gop.

Il ritorno della competizione tra potenze

Secondo il presidente Biden, tuttavia, il piano di bilancio proposto è “uno dei più grandi investimenti nella storia della nostra sicurezza nazionale, con i fondi necessari per garantire che le nostre Forze armate rimangano le meglio preparate, meglio addestrate e meglio equipaggiate del mondo”. Negli ultimi due anni, infatti, i fondi per il Pentagono hanno visto un incremento totale di quasi il 10%. Una necessità dettata anche dal mutato contesto internazionale, che ha visto il ritorno della competizione tra grandi potenze. Dopo essersi concentrato sulla guerra al terrorismo e sui conflitti asimmetrici, ora lo strumento militare a stelle e strisce è chiamato ad affrontare sfide come quella russa in Europa e cinese dell’Indo-Pacifico, che richiederanno una macchina bellica pronta ad affrontare anche scenari più convenzionali.

Il deterrente nucleare

Tra gli aspetti toccati dal bilancio, naturalmente, anche l’arsenale nucleare degli Stati Uniti, di cui è prevista la modernizzazione dei sistemi. Sebbene i fondi richiesti per la National nuclear security administration (l’ente che supervisione le armi atomiche americane) non sia stata resa pubblica, il ritorno della competizione tra grandi potenze ha reso necessaria la costruzione di una capacità di deterrenza forte e credibile. Con il proseguire della guerra in Ucraina, e il ritorno della Russia quale minaccia globale (avendo lo stesso presidente Putin paventato l’uso dell’atomica), la fetta dei fondi destinati allo strumento nucleare potrebbe anche aumentare nel prossimo futuro.



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