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La Cina trema. Il (nuovo) black out di Evergrande

Il colosso del mattone, già con un piede nella fossa e insolvente per molti miliardi di bond non pubblicherà il bilancio nei tempi stabiliti dalla legge. Gli investitori sospettano un nuovo collasso del gruppo, che prova a giustificare il ritardo

Se la vita è una ruota che gira, allora lo è anche la finanza. E l’ennesimo black out di Evergrande, lo dimostra. Ormai, il nome del gigante naufragato sotto il peso di oltre 300 miliardi di dollari di debiti, è sinonimo di disastro, dentro e fuori la Cina. Adesso, nel quartier generale di Shenzhen, assediato da mesi dai creditori assetati di soldi, quelli che hanno prestato al gruppo sottoscrivendone i bond e mai più rivisti, è risuonata l’ennesima sirena.

Evergrande ha infatti reso noto in un avviso alla Borsa di Hong Kong che mancherà la scadenza di fine mese sulla diffusione dei dati di bilancio annuali a causa di “complicazioni con la revisione dei suoi libri contabili”. E pensare che l’appuntamento era particolarmente atteso dagli investitori per avere un quadro più aggiornato sulla situazione finanziaria del secondo gruppo immobiliare cinese, da ormai un anno sull’orlo del default.

“A causa dei drastici cambiamenti nell’ambiente operativo della società dalla seconda metà dello scorso anno, quest’anno il revisore ha aggiunto un gran numero di procedure aggiuntive”, ha spiegato Evergrande, rilevando che a seguito dell’effetto causato dall’epidemia di Covid-19 i dati di bilancio sarebbero stati ritardati e le sue azioni – insieme a quelle delle due controllate specializzate nella gestione immobiliare e nei veicoli elettrici – sarebbero rimaste sospese. Di più, anche le due controllate China Evergrande New Energy Vehicle e Evergrande Property Services hanno comunicato il ritardo

Evergrande ha anche riferito che 13,4 miliardi di yuan (2,1 miliardi di dollari) di depositi appartenenti a Evergrande Property Services erano stati sequestrati dalle banche che avevano fatto valere una garanzia su debiti concessa a una terza parte non meglio specificata: “un grave incidente” su cui il gruppo ha promesso di fare chiarezza. Ora, la compagnia di Shenzhen dovrebbe riscattare domani un’obbligazione da 2,05 miliardi di dollari, anche se non ha indicato se lo farà. Il dubbio è lecito visto che a dicembre sia Fitch siae S&P hanno dichiarato Evergrande inadempiente dopo aver mancato il pagamento di cedole su obbligazioni in dollari.

Tutto questo mentre si consuma un altro dramma, quello tecnologico. Nel corso di questi due anni, come raccontato da Formiche.net pochi giorni fa, le grandi tech del Dragone hanno perso gran parte del loro valore in Borsa, assistendo spesso alla demolizione sistematica a mezzo repressione del proprio capitale, ai minimi dal 2008, l’anno di Lehman Brothers. E oggi l’impero fondato da Jack Ma vale il 66% in meno, Tencent il 50%. Non può stupire che Jp Morgan abbia sconsigliato gli investitori globali dall’avvicinarsi alle azioni di queste aziende, per i prossimi 6-12 mesi.

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