Si vota domani al Senato il decreto legge sull’Ucraina, su cui il governo potrebbe porre la fiducia. Al suo interno misure per inviare ulteriori aiuti di materiale militare a Kiev e la conferma dell’impegno italiano nella Nato. Nonostante le polemiche, però, non sono previste misure che aumentino la spesa militare
Approda al Senato il decreto legge sull’Ucraina, dopo che il premier Mario Draghi ha avuto sul tema militare un confronto anche con il Quirinale. Dopo il colloquio con il presidente Mattarella, Draghi tira dritto ed è molto probabile che il testo raggiunga la Camera alta con la questione di fiducia posta dall’esecutivo. Un messaggio diretto soprattutto al capo politico del 5 stelle, Giuseppe Conte, critico sulla linea del governo di aumentare le spese militari.
Il Dl Ucraina
Il testo del decreto prevede la partecipazione fino a settembre di militari italiani alle operazioni e missioni messe in campo dall’Alleanza Atlantica per rafforzare la deterrenza e la sicurezza del fianco orientale, a cominciare dallo schieramento della forza di reazione rapida Vjtf, oltre alla conferma dei dispositivi italiani attualmente schierati nelle missioni Nato attive. Sul piano dell’assistenza a Kiev, il testo stabilisce la cessione gratuita di mezzi ed equipaggiamenti militari di protezione come elmetti e giubbotti anti-proiettile. Inoltre, l’Italia rafforza la cooperazione e l’assistenza al governo ucraino per tramite del ministero degli Esteri.
Non si discute di spese militari
Quello che invece il documento di per sé non prevede è il tema delle spese per la Difesa. Il famoso ordine del giorno presentato da Fratelli d’Italia e accolto dal governo, che impegna l’esecutivo a raggiungere la soglia del 2% stabilita al vertice Nato del 2014, non fa parte del testo del decreto legge, e non ricadrà sotto la previsione di fiducia.
L’Odg sul 2%
L’Odg dell’opposizione faceva riferimento a quello approvato dalla Camera (da Pd, Italia viva, Forza Italia e M5S su proposta della Lega) e che dava seguito alle dichiarazioni del presidente del Consiglio sulla necessità di aumentare le spese per la Difesa puntando al raggiungimento dell’obiettivo del 2% del Pil. Favorevoli ora al testo proposto da Fratelli d’Italia, solo Pd, Italia viva, Lega e Forza Italia. La non adesione del MoVimento 5 stelle ha indotto Fd’I a non richiedere la messa al voto dell’Odg.
La posizione di Conte
L’Odg non fa parte del Dl Ucraina, e questo dovrebbe blindare a sufficienza il voto di domani. La campagna promossa da Giuseppe Conte contro l’aumento del 2% coincide con il risultato ottenuto dal leader come presidente del MoVimento da parte dell’elettorato pentastellato (una parte del quale fortemente pacifista). Tuttavia, quando era a Palazzo Chigi, anche Conte nei suoi due governi ha sempre aumentato le spese militari nel bilancio annuale, e dunque oggi risulta quantomeno contraddittoria questa presa di posizione.