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Energia, l’informazione contro la dipendenza cieca

Nel dramma della guerra, si stanno prendendo decisioni per la sicurezza dei rifornimenti a breve e medio termine per scongiurare eventuali black out elettrici, ed è importante che stiano avvenendo senza alcuna opposizione. Il punto di Raffaele Bonanni, già segretario generale Cisl

La guerra scatenata da Putin contro l’Ucraina ha messo a nudo ogni contraddizione e danni prodotti dalla insufficienza grave di cultura della programmazione energetica che ha danneggiato fortemente economia e sicurezza nazionale. Nel dramma della guerra, si stanno prendendo decisioni per la sicurezza dei rifornimenti a breve e medio termine per scongiurare eventuali black out elettrici, ed è importante che stiano avvenendo senza alcuna opposizione.

Penso che sia un bene per l’Italia aprire una discussione serena sui troppi errori avvenuti, per evitare che nel futuro si possano ripetere. Gli interessi politici ed economici non riconducibili agli interessi generali costituiti da nazioni straniere ed imprese del settore energetico, dispongono di strumenti (non tutti confessabili) per orientare a loro piacimento la opinione pubblica; di qui l’interesse nazionale ad informare i cittadini attraverso una importante campagna di informazione sulle strategie di medio e lungo termine, della straordinaria importanza dell’autonomia energetica come ha già avuto modo di precisare Mario Draghi.

Una battaglia impegnativa che dovrà riguardare le istituzioni centrali e locali, le realtà sociali organizzate, i cittadini. Occorrerà avere piena coscienza che nel recente passato gli asset strategici riguardanti l’energia hanno subito distorsioni e disattenzioni impensabili per qualsiasi altro paese industrializzato. Ad esempio i termovalorizzatori, impianti fondamentali di economia circolare che permettono di ottenere grandi quantitativi di energia elettrica dalla combustione dei rifiuti. Produciamo 30 milioni di tonnellate annui di rifiuti che potrebbero generare energia per 7-8 milioni di persone, ma soprattutto nel centro-sud non si vogliono impiantare e si preferisce consegnare i rifiuti ad altri paesi pagando, i quali al contrario di noi italiani, guadagnano dai nostri rifiuti trattati energia.

Altra stravaganza ormai storica, la difficoltà a dotarsi di rigassificatori per trasformare il gas liquido trasportato da navi metaniere in stato gassoso utile alla diffusione a mezzo condotte per famiglie ed imprese. La loro efficacia consiste nel poter stimolare la concorrenza nel mercato del gas, ma ora ancora più utile per sfuggire al ricatto di Putin che usa le fonti energetiche come armi strategiche. Anche lo sfruttamento del gas nostrano dei giacimenti adriatici, ionici, e del canale di Sicilia hanno subito ostacoli inspiegabili per l’estrazione e divieti per la ricerca di altri giacimenti.

Eppure possediamo potenzialità di estrazione dai nostri pozzi fino al 10% dei nostri fabbisogni. Insomma le produzioni fotovoltaiche, eoliche, idroelettriche, dei rifiuti, e geotermiche, i cui potenziamenti funzionali alla transizione energetica sono fortemente finanziati dal Pnnr, dovranno correre spediti per raggiungere le dimensioni necessarie. Il potenziamento della fornitura dall’Algeria, grandi apporti che progressivamente potremo ottenere dall’Azerbaijan e da altri ancora con il potenziamento dei rigassificatori, potremo raggiungere i quantitativi necessari, togliendo alibi a coloro che strumentalizzano la indispensabilità del gas russo per tenerci ancora sotto ricatto.

Le energie fossili, come è chiaro a tutti, costituiscono per ora lo zoccolo duro della produzione elettrica, ma ben presto dovremo ricorrere al nucleare sicuro e pulito. A quel punto avremo conseguito davvero tre risultati storici: disporre di grandi quantità di energia a basso costo; la assoluta eliminazione di emissioni inquinanti; la preziosissima autonomia per la produzione di energia elettrica, il bene principale della modernità che nella storia passata e recente, gli autocrati hanno manovrato contro le Democrazie.

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