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Evergrande&Co, il mattone cinese (forse) si salverà. Report Goldman Sachs

Due anni di crolli e insolvenze hanno demolito un settore che vale il 25% del Pil del Dragone. Ma uscire dal tunnel è possibile, è solo questione di rendimenti. Le opinioni degli economisti di Goldman Sachs, Kenneth Ho e Salman Niaz

Ci sono segni di guarigione nel settore immobiliare cinese, devastato dopo due anni di insolvenze e fallimenti? Quando il gigante Evergrande ha iniziato a non pagare i suoi debiti, lo scorso autunno, si è diffusa la paura in tutta la Cina che una potenziale bancarotta avrebbe innescato una crisi sui mercati del debito cinese. Diversi mesi dopo, le inadempienze sulle obbligazioni immobiliari cinesi continuano a rimanere elevate. Goldman Sachs ha fatto il punto con due esperti di peso, ovvero Kenneth Ho di Goldman Sachs Research e Salman Niaz di Goldman Sachs Asset Management.

“Le condizioni di credito rimangono molto strette. Si sente che il mercato è ancora sotto stress, dato che molte misure di alleggerimento da parte dei politici cinesi sono state frammentarie e non hanno portato a un grande impatto sul mercato fisico e le aziende stanno ancora avendo problemi a effettuare i pagamenti”, spiega Ho. “La nostra aspettativa per il futuro parte da una stima di base e cioè un tasso di default nel mercato immobiliare cinese del 19%. L’anno scorso era oltre il 28%, quindi è ancora a livelli molto elevati di inadempienze. Detto questo, ci aspettiamo che le aziende più forti sopravvivano”.

Sempre secondo Ho, attualmente in Cina “si sta cercando di ridurre la leva finanziaria del settore immobiliare senza causare una crisi sistemica. I politici si stanno comportando in modo molto pragmatico, introducendo una politica di allentamento per attutire gli effetti negativi senza deviare dal loro obiettivo di medio termine. È probabile che ci sarà volatilità nei prossimi mesi. Il mercato probabilmente non si stabilizzerà fino alla fine di quest’anno, il che significa che ci sarà un lungo periodo di volatilità. Pensiamo che la chiave qui sia la politica”.

Niaz arriva poi a una conclusione, anzi due. “Numero uno: la diversificazione è fondamentale per aiutare a mitigare gli scenari negativi. E numero due: se si è ben diversificati, l’asimmetria dei rendimenti del mercato immobiliare è fortemente sbilanciata verso uno scenario di rendimento positivo. Ma con gli elevati rischi di default nel settore, come Ken ha appena spiegato, la diversificazione è il modo per investire”.

Non è finita. Secondo i due economisti, “anche se potrebbe essere presto per entusiasmarsi troppo sull’opportunità di investimento nelle obbligazioni ad alto rendimento immobiliari cinesi, una recente proposta di ristrutturazione fatta da una società cinese evidenzia il potenziale per recuperi elevati”.

Ancora, “uno sviluppatore di medie dimensioni che è andato in default nel quarto trimestre del 2021, ha offerto una proposta di modifica ed estensione per i detentori di obbligazioni offshore offrendo un pacchetto che potrebbe valere 65-75 centesimi di valore attuale e assumendo alti tassi di sconto. Se altre società immobiliari cinesi seguissero l’esempio – stabilizzando il settore – i rendimenti totali potrebbero ritornare sui livelli pre-crisi”. E per Pechino sarebbe la fine dell’incubo.



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