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Tre leader in viaggio tra le bombe. Il gesto che Zelensky aspettava

I capi di governo di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, rientrati oggi in territorio polacco “senza incidenti”, hanno portato a Zelensky il sostegno occidentale. Proposta Kaczynski: “Missione Nato o internazionale di mantenimento della pace in grado di difendersi e operare anche in Ucraina”

Un viaggio, pur impervio e accompagnato da forti esplosioni, per dare al governo ucraino la solidarietà europea dal vivo. Questo l’obiettivo dell’arrivo a Kiev dei capi di governo di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia, rientrati oggi in territorio polacco “senza incidenti”. Nella capitale hanno incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro Denys Schmyhal. Nessun mandato in particolare, ha detto Bruxelles, ma di fatto la consapevolezza che i gesti hanno una simbologia, al di là dei protocolli.

Gesto

“La sicurezza dell’Ucraina è la sicurezza europea; quindi dobbiamo fare tutto il possibile per aiutarli a sopravvivere a questo disgustoso e barbaro attacco russo”, ha detto il ministro degli Esteri ceco Jan Lipavsky. Il viceministro degli Esteri polacco Marcin Przydacz ha ammesso che il viaggio è stato rischioso, ma ha detto che “vale la pena prenderlo per amore dei valori”. Un itinerario in treno per riaffermare “l’appoggio inequivocabile dell’intera Unione Europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina”.

Il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg non ha appoggiato apertamente la visita dei tre, ma ha ugualmente messo l’accento sul fatto che è importante che i leader dei Paesi della Nato e degli Stati membri europei “si impegnino a stretto contatto con il presidente Zelensky”.

Si fa la storia

“È qui, nella Kyiv dilaniata dalla guerra, che si fa la storia. È qui che la libertà combatte contro il mondo della tirannia. È qui che il futuro di tutti noi è in bilico”, ha twittato il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Il presidente ucraino Zelensky, che anche in occasione della manifestazione a Firenze ha continuato a sottolineare che forse si attendeva di più dall’occidente, ha pubblicato un video su Facebook di lui seduto attorno a un tavolo con i leader.”Con tali amici” , ha commentato, l’Ucraina potrebbe sconfiggere la Russia.

“E, soprattutto, abbiamo assoluta fiducia nei leader di questi Paesi e, quindi, quando parliamo di garanzie di sicurezza, del nostro futuro nell’Unione Europea, o parliamo di politica delle sanzioni, sappiamo al 100% che tutto ciò di cui stiamo discutendo porterà davvero a quell’obiettivo positivo per il nostro Paese, per la nostra sicurezza e per il nostro futuro”.

Jansa

Il 63enne sloveno Janez Jansa aveva servito come ministro della Difesa nel 1991 durante la breve rivolta contro l’esercito jugoslavo, per questa ragione ha paragonato la resistenza dell’Ucraina alla rivolta della Slovenia contro un nemico molto più forte. “Grazie non solo per aver difeso la tua patria e l’Europa come territorio, ma per aver difeso il nucleo stesso dei valori europei e del nostro stile di vita. La tua battaglia è la nostra battaglia e insieme prevarremo”, ha twittato.

Kaczynski

Da Jaroslaw Kaczynski è arrivata la proposta di costruire una missione Nato o internazionale di mantenimento della pace che “sarà in grado di difendersi e operare anche in Ucraina”. Poco dopo però c’è stata la precisazione del governo polacco, secondo cui Kaczynski non aveva chiesto il coinvolgimento militare della Nato (“Né la Polonia né la Nato stanno prendendo o prenderanno parte alla guerra”). Ha però aggiunto che si tratterebbe di una missione che si adopererà per la pace, per fornire aiuti umanitari, ma allo stesso tempo sarà anche protetta da forze adeguate, forze armate. Per questa ragione secondo il primo ministro polacco Morawiecki l’Ue dovrebbe concedere lo status di candidato all’Ucraina, aggiungendo: “Cercheremo di organizzare armi difensive”.

Il gemello di Jaroslaw, Lech, presidente polacco, morì nel 2010 a causa di un incidente aereo a Smolensk. Molte furono le voci di un gioco scorretto del Cremlino. L’aereo trasportava anche sua moglie, il capo della banca centrale del Paese, diversi parlamentari e il suo staff militare.

Kiev

Qualcuno inizia anche a riflettere sul reale stato dell’invasione russa a Kiev, visto che i tre leader sono giunti nella capitale senza particolari problemi e che le truppe russe non riescono a fare quei progressi che le conducano dalla periferia al centro cittadino.

@FDepalo

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