“La sfida dell’energia va oltre l’emergenza della guerra”, ha dichiarato il premier Mario Draghi. Pd in pressing sul governo per far ripartire l’Eastmed. Aperture anche da Washington
Alla luce delle conseguenze della guerra russa in Ucraina, si torna a parlare del Eastmed, gasdotto lungo 1.900 chilometri che potrebbe collegare Israele alla Puglia e che, dopo lo sprint nel 2015, anche grazie alla scoperta targata Eni del giacimento Zohr, ha subito uno brusco stop dall’amministrazione statunitense guidata da Joe Biden.
LE DICHIARAZIONI DI DRAGHI
“La sfida dell’energia va oltre l’emergenza della guerra”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Mario Draghi durante l’incontro a Villa Madama con gli omologhi di Grecia, Spagna e Portogallo, sottolineando la necessità di liberarsi dalla dipendenza energetica russa. “L’Europa è ormai consapevole della necessità di accelerare sulla diversificazione delle fonti di gas naturale e sulla produzione di energia rinnovabile. La sponda Sud del Mediterraneo e l’Europa meridionale avranno un ruolo fondamentale in questo processo, a beneficio di tutta l’Unione europea”, ha aggiunto Draghi mettendo così in controluce le politiche energetiche europee recentemente molto legate alle scelte di Paesi come la Germania (un esempio: il Nord Stream 2).
LE PAROLE DI MONTI (EDISON)
Il gasdotto “permette di attingere a riserve ingenti e provate aprendo una nuova rotta di approvvigionamento verso il Mediterraneo Orientale e portando gas direttamente in Europa senza transitare attraverso Paesi extra-Ue”, ha dichiarato Nicola Monti, amministratore delegato di Edison, società che garantisce il 20% della domanda italiana di gas, in una recente intervista rilasciata a Formiche.net.
“È realizzabile in circa 4 anni e, in una prima fase, porterebbe in Italia un flusso aggiuntivo di 10 miliardi di mc all’anno, raddoppiabile a 20 miliardi di mc in una seconda fase”, ha aggiunto il manager. “L’infrastruttura sarebbe adatta anche al trasporto dell’idrogeno, rispondendo dunque alla necessità di proseguire sulla transizione energetica. L’opera è inserita nella V lista dei progetti di interesse comune (Pci) ed è l’unico progetto di diversificazione esistente che, per di più, è a un buon grado di sviluppo”.
LO SNODO PUGLIESE
La Puglia sta diventando uno snodo cruciale per le strategie energetiche del governo. Lo dimostrano le parole del presidente Draghi e le recenti mosse, dal piano per raddoppiare il trasporto di gas da parte di Tap alle richieste di prospezione presentate dalle società petrolifere per cercare gas in mare fino al via libera del Consiglio dei ministri alla realizzazione di altri quattro parchi eolici nel foggiano.
LA SPONDA DEL PARTITO DEMOCRATICO
Lo dimostra anche una dichiarazione diffusa poche ore prima dell’incontro a Villa Madama da tre esponenti del Partito democratico: Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, Alberto Losacco, parlamentare barese, e Fabiano Amati, consigliere della Regione Puglia. I tre hanno chiesto al governo “di riprendere il procedimento per la realizzazione del gasdotto Eastmed, in grado di portare gas all’Europa sul tracciato Israele, Cipro, Grecia, Italia, con approdo in Puglia”.
“È importante adoperarsi su questo tema, accogliendo i benefici della storica amicizia con lo stato d’Israele e per conseguire la maggiore autonomia energetica dalla Russia”, hanno spiegato. “I gasdotti in generale e il lavoro politico per ridurre la dipendenza dalla Russia e diversificare i fornitori è questione di pace, sicurezza ambientale e prosperità. Per questo auspichiamo la necessità di riattivare i contatti con il governo israeliano e intensificare ogni sforzo per la realizzazione del gasdotto Eastmed, rimuovendo le titubanze manifestate qualche anno fa e in un contesto storico completamente diverso da quello attuale”.
LE (RI)APERTURE AMERICANE…
Dopo lo stop per ragioni di sostenibilità economica – decisione evidentemente apprezzata dalla Turchia di Recep Tayyip Erdogan –, anche gli Stati Uniti hanno inviato segnali di apertura. “Dopo i recenti sviluppi, daremo un nuovo sguardo a tutto”, ha detto Andrew Light, assistente segretario di Stato per gli Affari internazionali e l’ambiente, durante una recente conferenza a Washington. “Non si tratta soltanto della transizione verde, ma anche della transizione via dalla Russia”, ha aggiunto evidenziando come il dipartimento di Stato stia ripensando anche le scelte più recenti.
…E QUELLE ISRAELIANE
Il Partito democratico spinge in Italia (silenzio per ora dal Movimento 5 Stelle reduce dalla giravolta che l’ha portato a dire sì al Tap). Il Likud fa lo stesso dai banchi dell’opposizione in Israele. Yuval Steinitz, già ministro dell’Energia nel passato governo di Benjamin Netanyahu, ha invitato l’esecutivo guidato dal primo ministro Naftali Bennet e dal ministro degli Esteri Yair Lapid a dare la massima priorità alla costruzione del gasdotto sottolineando che in questi tempi di drammatico rialzo dei prezzi dell’energia ovunque nel mondo e di seria penuria di gas naturale in Europa, è di grande importanza promuovere la capacità di Israele di esportare il gas direttamente in Europa attraverso il Mediterraneo.
IL RAPPORTO DELL’INTELLIGENCE
Accendendo un faro sui nuovi fronti della sicurezza nazionale italiana, l’intelligence italiana, nell’ultima relazione annuale del Dipartimento per le informazioni della sicurezza, evidenzia che il quadrante del Mediterraneo orientale può essere strategico ricordando proprio la partecipazione italiana all’East Mediterranean Gas-Forum. Ma c’è una grande incognita, scrivono: la Turchia, che “dal canto suo ambisce a diventare il principale hub di passaggio di gas verso il territorio europeo” e “contesta i criteri di ripartizione delle Zee tra i Paesi rivieraschi”, a partire da Grecia e Cipro.
Ma i nuovi equilibri energetici e geopolitici che la guerra in Ucraina sta tracciando pongono un interrogativo: quanto la Turchia potrà mostrarsi intransigente dinnanzi a un gasdotto, l’Eastmed appunto, pensato come elemento stabilizzatore sia dell’approvvigionamento energetico sia della sicurezza nel Mediterraneo.