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Huawei, le sanzioni e il ritorno sulle scene di Meng

L’azienda cinese presenta i risultati 2021 con un aumento dell’utile ma un calo dei ricavi. Il presidente in linea con il governo cinese sulle restrizioni occidentali. Riappare anche Meng Wanzhou dopo le vicende legali in Canada e indica il futuro, che sembra avere un po’ meno 5G

Huawei ha annunciato i risultati finanziari del 2021 vantando di aver mantenuto la solidità delle operazioni nel corso dell’ultimo anno. Tuttavia, il calo dei ricavi sulla scia delle sanzioni statunitensi continua a preoccupare.

I NUMERI

Il fatturato globale dell’azienda nel 2021 ammonta a 99,9 miliardi di dollari mentre l’utile netto ha raggiunto 17,8 miliardi di dollari, con un aumento del 75.9% su base annua. Nel 2021 gli investimenti dell’azienda in ricerca e sviluppo sono stati di 22.4 miliardi di dollari, oltre il 22% del fatturato globale, portando la spesa totale in ricerca e sviluppo degli ultimi 10 anni a più di 132 miliardi di dollari. Nel futuro, Huawei prevede di continuare a incrementare ulteriormente i suoi investimenti in ricerca e sviluppo.

LE PAROLE DEL PRESIDENTE…

In conferenza stampa, Guo Ping, rotating chairman di Huawei, ha dichiarato: “Nel complesso, la nostra performance generale è stata in linea con le previsioni. L’attività del Carrier Business Group è rimasta stabile, quella del nostro Enterprise Business Group ha registrato una crescita costante mentre il Consumer Business Group si è rapidamente ampliato in nuove aree intraprendendo un percorso di sviluppo dell’ecosistema estremamente rapido”.

… E QUELLE DI MENG WANZHOU

Presente all’evento anche Meng Wanzhou (nella foto), chief financial officer di Huawei e figlia del fondatore, Ren Zhengfei. È stata la sua prima apparizione pubblica dopo il rientro a Shenzhen a settembre dell’anno scorso, dopo tre anni di detenzione in Canada e aver evitato l’estrazione negli Stati Uniti, il cui dipartimento di Giustizia l’ha accusato di frode bancaria ed elusone delle sanzioni economiche contro l’Iran. “Nonostante un calo del fatturato globale nel 2021, la nostra capacità di realizzare profitti e generare flussi di cassa in uscita è aumentata, consentendoci di affrontare meglio l’incertezza, ha detto spiegando che nel complesso la struttura finanziaria dell’azienda è diventata più resiliente e flessibile. In seguito alla maggiore redditività delle sue principali aree di business, il flusso di cassa dell’azienda derivante dalle attività operative è aumentato notevolmente nel 2021, ammontando a 9,4 miliardi di dollari, con una conseguente diminuzione del rapporto tra attività e passività fino al 57,8%, si legge in una nota.

LE PREOCCUPAZIONI

Il gruppo di Shenzhen ha però accusato ricavi in frenata del 28,6%, a 636,8 miliardi di yuan (intorno ai 100 miliardi di dollari). Pesano il forte calo delle vendite di smartphone e la diminuzione delle entrate delle vendite agli operatori di telecomunicazioni, compreso il 5G: la divisione business, che include le componenti per le telecomunicazioni, ha perso il 7%. Infatti, le sanzioni degli Stati Uniti – secondo cui l’azienda minaccia la sicurezza nazionale facendo spionaggio per conto del governo cinese (accuse sempre respinte) – hanno “significativamente influenzato il nostro business”, ha detto Meng. Basti pensare alle restrizioni sui chip.

IL FUTURO

“Per Huawei nel 2021, potremmo aver superato la zona nera di questa catastrofe”, ha però aggiunto la manager. La società punta a riprendersi con nuove linee di prodotti come EulerOs per l’infrastruttura digitale e dell’ecosistema software HarmonyOs per smartphone. Quest’ultimo, come raccontato su Formiche.net, ha ottime possibilità di diventare pervasivo nei prodotti cinesi, compresi quelli venduti in tutto il mondo.

IL RAPPORTO CON LA RUSSIA

“Huawei è profondamente preoccupata per questa guerra e la sofferenza che ha causato alla gente”, ha detto il presidente Guo rispondendo alla domanda di un giornalista sulla situazione in Ucraina. “Per quanto riguarda le [sanzioni] che hai menzionato, abbiamo anche notato che alcuni Paesi e regioni hanno introdotto alcune politiche. Queste politiche e misure sono complesse e in continuo cambiamento, e Huawei è ancora in fase di attenta valutazione”. Una dichiarazione che è in gran parte in linea con la posizione di Pechino di astenersi dall’unirsi alle sanzioni occidentali contro la Russia, mentre cerca di evitare aiuti palesi alla Russia che potrebbero innescare sanzioni secondarie sulle aziende cinesi, ha osservato il Washington Post.

Nelle scorse settimane, su Formiche.net avevamo raccontato le dimissioni di due membri del consiglio di amministrazione della filiale britannica di Huawei dopo che l’azienda cinese non aveva condannato l’invasione russa dell’Ucraina. Quella nel nostro Paese, nel cui board ci sono tre cittadini cinesi, non aveva rilasciato dichiarazioni in merito.

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